Edito da Porto Seguro Editore nel novembre 2018 • Pagine: 364 • Compra su Amazon
L'omicidio di un politico di primo piano, scatena una serie di strane derive che porteranno un agente infiltrato a confrontarsi con criminali non comuni per le strade del centro storico di Firenze. La tensione antagonistica solcherà il discrimine fra le ombre e la luce, fra gli anfratti più inquietanti e le repliche più sincere del nostro vivere, semplicemente fra il bene e il male, sempre divisi da una linea sottilissima e incerta. Personaggi ambigui e senza morale, condurranno il lettore, con le loro storie personali, a riflettere su cosa sia vero oppure artefatto, su quali siano i reali obiettivi di ognuno e come il misterioso contorcersi dei rapporti umani possa salvare una vita. Che poi significa... salvare il mondo.
Ho scelto uno stralcio di un dialogo, che trovo assai pungente, tra il protagonista e l’antagonista principale:
Ti sei dimostrato molto furbo, anche se questo non vuol dire essere meritevoli di lavorare per me. In particolare, vorrei capire se il tuo è semplice coraggio o pura incoscienza.”
“Fa differenza?”
“Decisamente biondino, decisamente!” Capobianco inclinò la testa
guardando dritto negli occhi Manuel e con fare ancor più minaccioso
si avvicinò col busto alla scrivania:
“Vedi, essere un incosciente significa non provare paura e agire in noncuranza delle conseguenze, cosa che in questo mestiere comporta restarci secco nel 99% dei casi.
Il coraggioso, invece, ha paura di ciò che sta per fare, ma la fa comunque!”
“A lei non dovrebbe interessare, il fine ultimo è che il lavoro sia fatto
e sia l’incosciente che il coraggioso lo porteranno a termine…”
“Devo averne la garanzia: l’incosciente non ha previsto il panico e qualsiasi altro fattore esterno che potrebbe sopraffarlo all’improvviso, il coraggioso si. Nella scala degli eventi è il secondo che porterà a termine il lavoro con successo matematico. Il fatto che
ti possa risultare difficile questa semplice distinzione, per quanto
anche un bambino riuscirebbe a coglierla, mi porta a chiederti se
pensi di sapere chi tu sia in realtà: credi di essere coraggioso o
incosciente?”
La discussione stava prendendo una piega ben precisa: Capobianco voleva entrare nella testa del biondino, capire chi fosse in realtà, le sue intenzioni, le sue reali ambizioni, cosa l’avesse spinto fin lì. Manuel, dal canto suo, era spiazzato: stava sulla difensiva ogni qual volta Capobianco aprisse bocca, provando a destreggiarsi in campi della psicologia dove si sentiva lacunoso rispetto al rivale, temeva di tradirsi con le sue stesse parole.
Piccole gocce di sudore rigavano il volto di Manuel che cercò di
coprire i suoi timori con un finto sorriso:
“Mi sento coraggioso ovviamente.”
“Sei solo un giovane incosciente molto fortunato. Tuttavia, hai delle qualità.”
“È la vecchia storia del ragazzino che ha le potenzialità, ma non si applica? Me la sono sentita ripetere spesso.”
“E ci sarà un motivo, piccola testa calda. Imparare dai propri errori non è una qualità di tutti e se vuoi lavorare per me non puoi sbagliare.”
“In altre parole?”
“In altre parole: impara alla svelta!”
Come è nata l’idea di questo libro?
Necessità di raccontare una storia innanzi tutto; la voglia di esprimere un mio punto di vista su alcuni aspetti dell’animo umano tramite personaggi di fantasia che si distaccassero dai soliti ruoli stereotipati. Sentivo il bisogno di proporre qualcosa di nuovo. Molto perché la scrittura è una passione che richiedere una certa dedizione e non può essere una cosa meccanica da fare a tempo perso, occorre lucidità e soprattutto molta ispirazione.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Ci sono voluti quasi tre anni per portare a termine “Il Nemico”.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Cerco di non farmi influenzare dallo stile di altri autori, proprio per poter scrivere in modo diretto e personale, cercando uno stile che sia mio e non una copia di qualcosa (o qualcuno) già esistente. Tuttavia, mi rendo conto che prediligo la scorrevolezza del testo, come fu per J.D.Salinger, autore de “Il giovane Holden”
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo alla periferia di Firenze, a Sesto Fiorentino. Il capoluogo toscano è, inoltre, dove ho scelto di ambientare il mio romanzo.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Spero che “Il Nemico” possa essere un trampolino di lancio e serva a farmi notare nell’ambiente letterario. Tornerò presto a scrivere, ho ancora molte storie da raccontare.
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