
Edito da Lorenzo Stingone nel 2020 • Pagine: 134 • Compra su Amazon
L'atarassia, nell'ambito filosofico degli epicurei e degli scettici, era lo stato di imperturbabilità raggiunta una volta liberati dalle passioni.
Da sempre, ho convissuto con delle interiorità in una lunga perturbazione, eppure penso che sia così che debba essere.
Nessuna atarassia per me, perché senza non sarei quello che sono: le migliori opere d'arte nascono dalla perturbazione, raramente nella pace e armonia.

Or qui
Or qui io rinasco
dove tu non mi volesti
e dove vorrei
fiorissimo.
Or qui io non so
cosa farci delle spoglie gambe
che mi sono rimaste divaricate
dall’inatteso aspro inalare di te.
Or qui cammino
lungo strade ventose e sporche
che respiro la nicotina dei fumatori
che mi stanno alle calcagna.
Or qui aspetto
seduto con il capo tra le ginocchia,
a pensiero rivolger
verso le articolazioni tue.
Or qui mi troverai
quando tornerai
e non saprai cos’è casa:
e nelle mie costole, spero, te ne ricorderai.

Come è nata l’idea di questo libro?
In età adolescenziale ho approcciato alla scrittura come casuale tentativo di scrittura, senza pretese. Durante l’ultimo anno, che sappiamo esser stato particolare, ho avuto il bisogno di condividere questa raccolta di poesie e dare a tutti un pezzo di me, che ha canalizzato gran parte delle mie interiorità nero su bianco.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
È stato facilissimo e difficilissimo, una gioia e un peso al contempo. Provavo grande eccitazione nel saper che un qualcosa di mio, così profondamente mio, fosse disponibile per la lettura sottoforma di un vero libro. Un peso anche, perché è pur sempre un’esposizione alta: però è parte del gioco, come spiego nel finale del libro e nel ringraziamento.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Devo ammettere che tra tutte le arti, quella con cui ho più fatica a immedesimarmi è la lettura, nonostante mi piaccia. Sono un’amante del visuale, del movimento, del cinema, dell’animazione. Per rispondere a ciò userò quindi di riferimento i miei studi, se pur non siano insufficienti forse. Mi affascina molto l’epoca del ‘900, lo studio della psicanalisi di Freud che si ritrova in tutta l’arte, dal surrealismo spagnolo con Mirò, nella figura di un paziente come Zeno in Svevo… Dunque mi sento in dovere di non parlare di letture vere e proprie, ammetto che sono ancora acerbo e finché non avrò letto un repertorio degno, cosa che è tra i miei obiettivi, non mi esprimerò su questo, ma cerco di attingere da qualsiasi forma d’arte, dal visuale al non, soprattutto dalla danza, in quanto aspirante ballerino e coreografo. Poeticamente parlando il ‘900 penso sia l’inizio di ciò che ha portato a una poesia libera da vincoli imposti. Le parole in libertà, lo spazio bianco del foglio che forse dice molte più cose delle lettere, il silenzio tra una parole e l’altra, la distanza fatta foglio…
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Abito e sono nato a Napoli.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Non ho pretese, voglio essere libero di pensare che un giorno possa succedere di nuovo, ma come già ho detto, è stato più come un diario fatto poesia, con così tante cose tangibili all’interno della mia esistenza che quasi fa paura possa arrivare ad altre persone.