Edito da Edizioni Pendragon nel 2019 • Pagine: 264 • Compra su Amazon
Christophe Palomar - Rosanna Turcinovich Giuricin – Dario Fertilio
Occhi mediterranei
Tre storie di una comune radiceFigli di uno stesso mare grande, abbiamo stabilito la nostra vita altrove con lo sguardo fermo all’orizzonte, una linea senza tempo delle nostre comuni radici mediterranee. È un filo che ci unisce, forte, con la voglia condivisa di analizzare e comprendere. Questo libro è nato come una sfida, che ha fatto leva sul comune entusiasmo. Ci siamo raccontati, ognuno nell’atto solitario della scrittura, per scoprire, al momento del confronto, che i nostri testi seguivano dinamiche simili e concetti di fondo assolutamente condivisibili: uno tra tutti, l’impossibilità del ritorno reale, che si sublima nell’immaginare tanti ritorni dentro e fuori da quella storia e da quella geografia che del Mediterraneo danno un’immagine scomposta. Noi l’abbiamo ridisegnata nel nostro desiderio di viverla in tutte le sue meravigliose componenti. Oggi di questo mare ci giungono fotografie in bianco e nero, di buoni e cattivi, di chi vi appartiene e di chi non ha diritto a nessuna cittadinanza. Per noi è altro, è ricerca di una nuova identità che tragga forza dalla storia che ci unisce. Per noi Mediterraneo è ancora un mare azzurro, dei pensatori e dei filosofi, dove si può pescare e si può vivere, che si può scomporre e ricomporre, e dove il rosso non è il colore della guerra e della solitudine, ma quello dell’amore e degli antichi falò che indicano la strada al navigante.
Nato in Francia da padre italiano e madre spagnola, Christophe Palomar cresce in Nord Africa prima di trasferirsi in Europa. Si laurea a Parigi, nonché a Milano, prima di intraprendere una carriera di uomo d’azienda che lo porta a viaggiare molto. Dal 2017, si dedica alla letteratura e alla consulenza in strategia e coaching per le aziende. Nel dicembre 2015, esordisce nella narrativa con Frieda, un’educazione sentimentale del ’900 (Libreria Utopia Editrice), a cui è seguito nel 2016 Lasciare Trieste, pubblicato con Pendragon.
Nata a Rovigno, Rosanna Turcinovich Giuricin, giornalista e scrittrice, è corrispondente da Trieste del quotidiano «La Voce del Popolo» di Fiume. Ha lavorato per la televisione di Trieste e Capodistria e ha pubblicato numerosi libri, tra cui ricordiamo Mangiamoci l’Istria (MGS Press, 1998), La giustizia secondo Maria. Pola 1947: la donna che sparò al generale brigadiere Robert W. De Winton (Del Bianco, 2008), Un anno in Istria (MGS Press, 2010), Una raffica all’improvviso, (Frangente, 2011) e il romanzo Maddalena ha gli occhi viola (Comunicarte, 2016).
Dario Fertilio è uno scrittore italiano di antica famiglia dalmata e cultura centroeuropea. Giornalista, vive a Milano. È autore di saggi, romanzi e racconti, testi fantastici e commedie. Nelle sue opere sono sempre presenti i temi della libertà capace di opporsi al potere ingiusto, della responsabilità personale, del coraggio d’amare. Presiede l’associazione internazionale Libertates (www.libertates.com) e insieme al leader dei dissidenti russi Vladimir Bukovskij ha lanciato l’iniziativa del Memento Gulag, la giornata della memoria per le vittime del comunismo e di tutti i totalitarismi, che si celebra il 7 novembre. Scrive su «L’Osservatore Romano» e «Il Giornale». Dirige «Il Dalmata».
L’ottone del tavolino brillava nel sole e lungo le pareti della stanza d’albergo si rincorrevano ombre sottomarine. Poiché era affacciato al di sopra del piccolo porto, i richiami gli giungevano attutiti, mescolati a un sentore indistinto di rosmarino e lavanda; purtroppo non poteva ascoltare da là il respiro delle onde, ma egualmente i piccoli fuochi che punteggiavano la distesa a perdita d’occhio, e le lunghe righe bianche di schiuma in avvicinamento, smosse dalla brezza, toccarono una sua corda profonda, e subito sentì pungergli le palpebre una commozione cui era sempre stato incline, ma che in vecchiaia gli riusciva più difficile contrastare.”
Da “Troppo lontano dal mare” di Dario Fertitlio
“Io e lui finalmente soli. Un solo bambino e un solo mare. Mi sentivo nudo. Forse la sensazione era quella di imbattermi in un genitore scomparso. O di aver consumato l’incesto.
Non proviamo le emozioni finché non le nominiamo. Non capiamo le cose finché non le raccontiamo. E non pensiamo alle persone, non amiamo le persone finché non facciamo il loro nome.”
Da “Il ritorno impossibile” di Christophe Palomar
“Quando calava la sera, però, l’andirivieni cessava, ritirava i panni stesi che non porta bene rimangano fuori la notte, chiudeva tutte le imposte, le finestre, sprangava ogni cosa e la casa diventava una specie di fortezza che neanche gli uscocchi, i temibili pirati sarebbero riusciti ad espugnare. Su questo mare la paura dell’ignoto scandisce le ore del giorno ma soprattutto condiziona la notte. Fino all’alba: alle prime luci i pescatori partono per andare a ritirare le reti e allora tutto ricomincia, anche i sogni si distendono, le ombre non intimoriscono gli animi, la luce riprende a rendere il giorno un amico da accogliere e festeggiare.”
Da “Una casa in fondo al mare” di Rosanna Turcinovich Giuricin
Come è nata l’idea di questo libro?
Come scrive Alessandro Vanoli, il noto storico, nella prefazione al libro: “C’è un’idea di Mediterraneo che stiamo perdendo. Dopo secoli di letteratura, pittura e sapienza, dopo secoli di gesti quotidiani, sembra che quest’idea di comunità mediterranea appaia sempre più debole, facendoci dimenticare il luogo da dove veniamo.” Sembrava logico, inevitabile, che 3 scrittori provenienti da 3 punti diversi del Mediterraneo si mettessero assieme per riflettere, condividere, indagare, perché oltre al buio del momento, permane la grande luce del Mediterraneo, che dobbiamo tornare a vedere. E così, abbiamo deciso di comporre questo libro a 6 mani. Il risultato sono queste 3 storie di una radice comune.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Ci siamo dati un lasso di tempo per scrivere ognuno per conto suo e senza leggerci a vicenda. Successivamente, ci siamo letti e confrontati, scoprendo un risultato sorprendentemente coerente. Variegato, multiforme eppure molto coerente. Come il Mediterraneo stesso.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
La letteratura relativa al Mediterraneo è sconfinata. Tuttavia, qui abbiamo voluto dare peso al sentire, alla carnalità del mare comune più che all’immensa eredità intellettuale del mare comune.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Siamo 3 scrittori di lingua italiana, nati o cresciuti in famiglie italiane con forti legami esterni all’Italia. Chi con la Dalmazia, chi con l’Istria e chi con il nord Africa. Oggi viviamo fra Milano e Trieste.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ognuno ha parecchi progetti in pentola, ma è troppo presto per parlarne. Finché c’è vento, docciamo salpare alla volta dei nostri lettori mediterranei”
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