Edito da Eracle nel dicembre 2018 • Pagine: 516 • Compra su Amazon
Sono un ragazzo del ‘43, molto schifato dell’attualità politica e sociale, per cui mi sono rifugiato nel mio passato, così ho scritto un libro della mia vita, che è stata ricca di esperienze, attingendo a una sorta di diario, che ho sempre tenuto, con particolare attenzione agli anni 60-70, contestualizzando con i fatti generali.
Chissà che non riporti ricordi alla memoria degli anta, e che non possa dire qualcosa di nuovo ai millennials.Interessante esempio di romanzo autobiografico, a tratti poetico, con innesti sotto forma di diario Però, quante ne ho passate! si configura come ottimo prodotto letterario, assemblato con cura dei dettagli, con stile puntuale, chiaro e immediato, con la volontà di pescare dal passato occasioni di riflessione per il presente o il futuro, con abilità nel rendere vivide le immagini evocate, tanto da far vivere empaticamente al lettore le esperienze narrate.
Il modus scribendi di Redaelli denota una buona conoscenza della nostra lingua, il ritmo risulta mediamente elevato, l’ironia che viene usata in certi passaggi e la veridicità che si respira leggendo, sono ulteriori valori aggiunti di un’opera che può risultare interessante sia per il lettore giovane, che cerca storie dalle tinte vivaci, sia per quello più maturo, che aspira a profondità di narrazione.
Insomma, una gran bella "storia", da ascoltare, da apprezzare in tutte le sue sfumature. Un uomo che si mette a nudo, che racconta quello che adesso è passato è di moda: lottare per un ideale, crederci, fino all'inverosimile. Infatti, benché molto personale, ci sembra in grado di raccontare, in maniera appunto originale, un ampio scorcio della nostra storia recente.
Però quante ne ho passate!
Ovvero: Vita di Gian, da tagliato fuori a figlio del 68 e cittadino impegnato.
Prologo
Chiunque tu sia che stai iniziando a leggere queste righe…vuol dire che forse sono morto, perché proprio non credo di poter riuscire a pubblicare questo libro da vivo, essendo un perfetto sconosciuto senza santi in paradiso e politici della casta in terra. A meno che mi riesca di vincere qualcosa al superenalotto, l’unico gioco da fregatura a cui ogni tanto soggiaccio, per cui avrei grana sufficiente a pubblicare a mie spese. Detto questo, come si deve dire oggi per essere à la page, la mia storia comincia in modo rocambolesco, potrei dire, fin da quando ho venuto al mondo (così si esprime un mio amico nero, e a me piace moltissimo).
Dunque, allora cominciamo, si va bè lo so che non si deve usare il dunque per cominciare una frase ma per concludere un periodo, ma se permettete a settant’anni suonati si può pur iniziare a concludere qualcosa o no? Innanzitutto alcune note del mio primo passato, per evidenziare quanto fossi imbranato e tagliato fuori, come si diceva allora. Tengo a precisare che i fatti narrati sono reali mentre alcuni nomi sono mutati.
Cap.1- L’inizio 1943/1964- Infanzia, Adolescenza, Fatti curiosi e tragici.
Ero sui settant’anni quando un giorno, di prima mattina, guardandomi allo specchio prima di farmi la barba, mi scoprii improvvisamente un po’ raggrinzito, insomma vecchio.
Dapprima cercai di distrarmi col giochino che ogni tanto mi veniva di fare, cioè farmi la barba da una parte sola del viso, lasciando l’altra piena e scura, come per interpretare un personaggio alla Dr Jekyll e Mr Hyde, quasi per illudermi di poter diventare un altro. (Ma quando capitava che così a metà, mi mostrassi alla mia cara metà, finiva regolarmente in una specie di derisione, senza alcuna comprensione).
Quel giorno non mi mostrai, e pensieroso ritornai all’impressione che mi aveva fatto quel libro appena letto, era una specie di romanzo-diario e narrava proprio del mio periodo, e avevo trovato molti punti di condivisione emotiva.
Ma perché, non ne ho passate tante, anch’io? Mi dicevo, quasi con stizza, e allora non potrei scrivermela pure io la mia vita? Cominciai a pensarci, ricordando anche le parole di quell’illustre critico dichiarare in tv che solo un grande scrittore aveva diritto alla propria biografia, a raccontare agli altri la propria storia. In un primo momento gli avevo quasi dato ragione, nel senso che non ci avevo riflettuto
molto. Poi, dopo quel sogno incredibile, in cui venivo strapazzato da illustri scrittori, tanto amati, tra i quali il Kerouac di Sulla strada che mi aveva cambiato la vita, e addirittura da un Charles Bukowski che mi gridava in faccia che il tutto era una fottutissima stronzata, fu allora che cominciai a chiedermi se quella non fosse stata proprio una dichiarazione stronza, anzi stronzissima.
Perché mai quella limitazione aprioristica? In base a quale legge, a quale logica? Così, tanto per il piacere di escludere, di stabilire degli steccati, di creare dei privilegi. Chiunque, mi dicevo, deve essere libero, se vuole, di poter scrivere la propria biografia, di raccontare la propria vita, qualunque essa sia, se ne ha voglia, e la capacità, ovviamente.
Altro discorso è se poi questo racconto autobiografico interessi a qualcuno, se l’ipotetico libro sarà mai venduto, soprattutto, mi dicevo con un ghigno, se detto libro vedrà mai la luce. Sono nessuno, solo un illustre sconosciuto, come tanti altri; non sono figlio d’arte, non ho genitori importanti, amici influenti, protettori politici. Sono nessuno e mi sta bene così. Ma sono qualcuno comunque, e ho tanto da raccontare. Guardandomi indietro un po’ di cose le ho fatte, vicissitudini che attraversano cinquant’anni della storia di questo paese, quindi si può considerare questo il diario di un uomo qualunque che ha navigato per mezzo secolo nelle acque turbinose italiane, senza affondare, e da piccolo protagonista, non solo da spettatore.
Il desiderio di scrivere questo mio libro epocale- non perché possa fare epoca ma semplicemente perché descrive un’epoca, la mia, anzi la nostra- è anche il tentativo di ritrovare, lanciando dei messaggi, tutti quei vecchi amici e compagni di strada di cui ho perso le tracce.
Argomentai così per un po’ finché con questa definitiva ponderata valutazione, presi la decisione: Chissenefrega, io ci provo, tanto che cos’ho da perdere? Intanto il titolo: Però, quante ne ho fatte! Dopo attenta riflessione mi sembrò pericoloso, a rischio di false interpretazioni, equivocabili, tipo fatte cosa? Marachelle, schifezze, cagate, porcherie? No, meglio un termine più chiaro. Però, quante me ne sono successe, mi son capitate, o ne ho passate, ecco sì questo va bene. Et voilà il titolo: Però, quante ne ho passate! Ma ora cominciamo, se poi funzionerà, chissà…
Indice
Cap.1 – L’inizio, dalla venuta al mondo 1943 al 1964- Infanzia adolescenza, danni morali e fisici, antichi ricordi, fatti curiosi e tragici, Liguria, scuole, grande amico, musica, lambretta e primo lavoro, impresa edile, Cervinia, diploma, amicizie, primi problemi sentimentali.
Cap.2 – 1965/66 La naja gioie e dolori della vita da recluta e da centralinista con le stellette, diario documentato con lettere a casa. Car a Bari, reggimento in Friuli.
Cap.3 – 1966 Quella volta che diventai enigmista.
Cap.4 -1967/68 Tentativi di farla finita, un profondo mutamento, mondo beat, uscita di casa, i Quindici, prima auto, amicizie importanti, esperienze psichedeliche, vita da abbaino e profondi casini, innamoramenti a getto continuo (1967). Militanza anarchica, primi viaggi, congresso di Carrara, movimento, manifestazioni, fermato e manganellato, coabitazioni drammatiche con femmine, sempre vergine, crisi abissali, Raul (1968)
Cap.5/1 – 1969/1 Cronache dall’abbaino, tante femmine, sempre imbranato, quasi rientro a casa, impiego enigmistico, fiera campionaria con bombe, Calabresi, nuovo gruppo amici, auto arancione, superstrada, altra coabitazione drammatica, infine sverginamento e liberazione.
Cap.5/2 – 1969/2 Viaggio in autostop, fatti d’Amsterdam, cronaca sul diario, esperienze varie in Svizzera.
Cap.5/3 – 1969/3 Visita al fratello militare ribelle, primo ricovero, Living Theatre, Piazza Fontana, nuova amicizia, nuovi interessi.
Cap.6 – 1970 Trip, ancora strascichi d’incasinamento sentimentale, secondo ricovero, nuova abitazione molto frequentata, Max Capa, grande amore, felicità
Cap.7/1-1971/1 In amore mi divido, fuga a Roma, nuove conoscenze, leggera crisi con amata in quanto minorenne, proposta di matrimonio, fine impegno da enigmista, idea di viaggio in oriente.
Cap.7/2 – 1971/2 Viaggio in Pakistan, cronaca puntuale di un mese eccezionale e più di 17.000 km.
Cap.7/3-1971/3 Giornale erotico OS, Cardella, yin e yang, macrobiotica, vegetariano, lavoro notturno per le poste, l’Età dell’Acquario
Cap.8 – 1972 Fine attività OS, collaborazioni giornali diversi, nuova auto, fiat 500, matrimonio civile, scontro con famiglia sposa, vita in campagna solo, nuove atmosfere, braccio di ferro con sposa, infine convivenza felice a Zinasco, nuovi amici, viaggio a Napoli, cagnetta Pinella, primo contatto con comune Guado, pulmino, lavoro volantini e panettoni.
Cap.9/1 – 1973/1 Inizio diario con agende, vita al Guado, esperienze varie di cooperazione e amore, canzoniere cubano, crisi matrimoniale, primo viaggio in Sicilia, Danilo Dolci e Lorenzo Barbera
Cap.9/2 – 1973/2 Fine esperienza al Guado, uscita in compagnia, allontanamento moglie, fine matrimonio, amore con femminista, di nuovo volantini a Roma, esperienze negative, nuovo rapporto amoroso complicato, lavoro Alemagna, indecisioni sul futuro.
Cap.10/1 – 1974/1 Partenza, a Roma striscione Cresm, Sicilia Belice Gibellina, Lorenzo Barbera, Ocml lavoro politico, solitudine sentimentale
Cap.10/2 – 1974/2 Attività per referendum divorzio, congresso Ocml a Bologna, grande attività a Partanna, baracca Martin Luther King, viaggio con pulmino per Milano, lavoro propaganda, ritorno con pulmino e Leif, nuovo amore con svedese, attività politica, comizi, rapporto con altre organizzazioni, momenti relax alle acque calde
Cap.10/3-1974/3- Lavoro e attività politica in cantiere e sindacato edili, lavoro politico per messa fuorilegge Msi, seminari Cresm, morte di mio padre e periodo a Milano di grande attività propaganda e contatti vari, ritorno Belice, qualche dubbio, dom Franzoni
Come è nata l’idea di questo libro?
Come dico nella presentazione, sono particolarmente disgustato della realtà sociopolitica attuale, così mi sono rifugiato nel mio passato molto ricco d’esperienze, che ho potuto ricostruire recuperando i diari.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Abbastanza per quanto riguarda la necessità di tagliare e ridurre il numero delle pagine, senza rinunciare a momenti e fatti significativi.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Oltre a quelli citati della letteratura americana, Kerouac e Bukowski, moltissimi altri di diverse culture e lingue. Sono anche un fedelissimo di Camilleri.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Proprio i miei continui vagabondaggi sono il tema anche del libro. Ora vivo stabilmente in Sicilia, vicino a Palermo.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ma, non saprei dire, vista la mia non fresca età. Forse se va bene il libro potrei scrivere il seguito, altrettanto ricco di vicende, dal 1975 in poi.
Grazie veramente ottima presentazione. Purtroppo la vedo solo oggi.