Pig Marketing. Un romanzo sul potere,
Edito da Edizioni Leucotea nel 2020 • Pagine: 108 • Compra su Amazon
Conoscete il piano PMM-PPP? No? Allora alla Pig Marketing tireranno un sospiro di sollievo perché é il loro progetto segreto per rivoluzionare il mondo così come lo concepiamo.
Pig Marketing è un romanzo di satira grottesca che promette risate in ogni pagina ma che, come sempre accade in questi casi, è anche spunto di riflessione sul presente e su di una società asservita alle strategie di marketing.
Vi innamorerete di Alberto Cromo, perspicace "Maratoneta", fulgido brainstormer il cui regno verrà rapidamente intaccato dalle brame di Gilberto Persichetti, in un’insensata (e spassosissima) corsa verso il potere; sarete anche voi convinti a comprare un "Ipnotizzatore Onirico Ultraman©" alla prossima televendita e, forse, guarderete al mondo che vi circonda con un occhio diverso.(Quarta di copertina).
La multinazionale di cui stiamo parlando occupa tre piani di un edificio moderno con ampie superfici vetrate che riflettono il traffico stradale di una rumorosa via perpendicolare alle grandi arterie, una di quella vie trafficate dove la densità degli affari trattati è così elevata che si sente parlare il linguaggio commerciale in tutti i bar della zona dove gli impiegati si recano a mangiare panini e insalate nella pausa pranzo. All’interno gli uffici sono dei santuari dove si fa di tutto tranne che lavorare seriamente, il che significa che si studiano proiezioni, si pianificano progetti, si immaginano campagne di marketing.
All’interno gli uffici sono dei santuari dove si fa di tutto tranne che lavorare seriamente, il che significa che si studiano proiezioni, si pianificano progetti, si immaginano campagne di marketing.
Il signor Persichetti:
Il signor Persichetti era diventato quello che era diventato grazie a un lungo e meticoloso allenamento il cui scopo era quello di innalzare enormemente la sua capacità di reggere lo stress. Per questo si era servito di un manuale di resistenza psicologica, il Manuale di Titanismo, compilato ad uso degli agenti del KGB per rendere indifferenti i carnefici davanti alle sofferenze delle loro vittime. Il segreto consisteva nell’esercitare la mente a plasmarsi secondo i criteri di un efficiente e fredda indifferenza. Il signor Persichetti partiva dunque dal presupposto che chi gli stava di fronte era un semplice aggregato di ossa, muscoli e tessuti governati da una mente stronza protesa solo al soddisfacimento dei propri benefici personali.
Piattume padano:
Il potente motore della macchina rombava con tranquillizzante rotondità in modo pieno e regolare. La strada diretta verso l’immensità agricola padana ora che era uscito dall’autostrada appariva al signor Persichetti finalmente nella sua verace e più autentica personalità: punteggiata da abrasioni stradali e buche e perimetrata da infiniti campi coltivati di vigneti e verzure selvagge varie.
E da qualche sacchetto dell’ immondizia abbandonato al margine della strada.
Faceva un caldo micidiale, di quel caldo che si incolla perfino ai pensieri e che rallenta financo la digestione procurando appiombanti sensi di pesantezza alle palpebre. Lui guidava mentre il sole delle tre pomeridiane filtrava dal parabrezza sporco della macchina a causa delle macchie schifide lasciate da grossi insetti spiaccicati. Grazie alle bande filtranti ai bordi del parabrezza la luce all’interno dell’ abitacolo aveva qualcosa di blu.
Profilo psicologico del signor Brambilla:
Il signor Brambilla finalmente poteva tirare un sospiro di sollievo ora che il “caso Persichetti” era chiuso. Finalmente era finita quella storia, quella minaccia latente alla sicurezza sua e della Pig Marketing Srl. Ancora una volta aveva vinto lui. A questo pensava mentre viaggiava a bordo della sua Quadrium dai vetri oscurati con alimentazione mista benzo-elettrica. Non era stato affatto facile. No, non era stato affatto facile fare di se stessi un vincente anche se, a dire il vero, era stato agevolato in questo compito dall’aspetto fisico. Tramite un duro addestramento sotto la guida di uno psichiatra materialista patito del titanismo di Skando Avo e di un maestro di arti marziali aveva forgiato un carattere d’acciaio in grado di sopportare immani fatiche e nel contempo di prendere decisioni rapide ed efficaci, se necessario ciniche e spietate ostentando nel frattempo una umanità teatrale che simulava abilmente.
Come è nata l’idea di questo libro?
L’idea del libro è nata a partire da una serie di esperienze che ho fatto nell’ambito del marketing e della psicologia applicata. Mi sono accorto di come alcune tendenze o stili di voto sono profeticamente anticipate dalle strategie pubblicitarie anche molto tempo prima che tali tendenze diventino stili di vita consolidati e che siano formalizzati dal punto di vista giuridico. Si tratta di una vera e propria forma di “profezia” moderna che nella maggior parte dei casi passa inosservata. Il marketing non è solo un mezzo per trasmettere la conoscenza di un prodotto e di invogliarne l’acquisto, ma una forma di pedagogia che ha il fine di educare o meglio di abituare la gente a considerare perfettamente normale ciò che fino a qualche anno prima era considerato anormale, improponibile o addirittura riprovevole o immorale. In questo senso le strategie di marketing agiscono come delle vere e proprie “falangi” avanzate che, per così dire sondano il terreno e lo preparano a essere colonizzato: il terreno da sondare è la mentalità collettiva. Nel romanzo che ho scritto ho cercato di rappresentare tutto questo in modo ilare, ma senza tralasciarne gli aspetti più inquietanti. La psicologia applicata al marketing riesce a persuadere la gente in modo soft e seducente e quindi tanto più efficace laddove i regimi del passato coi loro metodi brutali riuscivano solo a ottenere un’adesione verbale.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
La difficoltà maggiore per me è stato trovare uno stile di scrittura che coniugasse una certa dose di umorismo con la necessità di trasmettere un significato che è tutt’altro che umoristico. Lo stile ilare si giustifica se consideriamo che tutte le forme di potere, come lo può essere il marketing quando utilizza strategie invasive, hanno delle connotazioni grottesche: l’uso fra certi uomini di potere di un linguaggio “tecnico” di derivazione giuridica o certe posture o certe fisionomie facciali prive di increspature emotive le trovo ridicole. Inoltre ho cercato di dotare il romanzo di quel respiro “epico”, quasi apocalittico tipico dei fanatici che si dedicano a una causa da loro considerata sempre grottescamente “nobile”. Nel romanzo i protagonisti in realtà sono dei semplici esecutori di ordini impartiti da altre “eminenze grigie” ben più importanti, ma loro non ne sono consapevoli: da qui deriva la loro arroganza, l’estetismo di certi loro atteggiamenti, la sopravvalutazione narcisistica di se stessi.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Quanto allo stile di scrittura mi piacciono alcuni esponenti dell’avant pop americana, come David Foster Wallace ad esempio anche se ho cercato di essere meno ridondante.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo e ho sempre vissuto nella capitale del marketing: a Milano e limitrofi.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Tra i progetti di narrativa futura c’è un romanzo di fanta-teologia visto che ormai anche la religione ha assunto un profilo commerciale trasformandosi di fatto in un oggetto di consumo low cost.
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