
Edito da Alessia Borgia nel 2021 • Pagine: 132 • Compra su Amazon
Londra, sul finire dell'età vittoriana. James è il secondogenito del marchese Louis De Bethencourt e desidera ardentemente diventare un artista, ma il suo sogno viene ostacolato dal genitore, il quale la considera un'aspirazione futile ed infantile. Una sera, durante un ricevimento dell'alta società, incontra il Conte William Borthwick, un artista molto rinomato in Scozia, il quale gli propone uno scambio vantaggioso che non può assolutamente rifiutare: se James acconsentirà di posare come modello per i suoi ritratti, in cambio, William gli impartirà delle lezioni di arte. Il giovane Lord, però, non è consapevole delle strane voci che circolano nei salotti inglesi sul suo conto.

Dopo qualche attimo di stordimento, sussultò nel sentire quegli occhi profondi su di sé e distolse lo sguardo, come la prima ed unica volta che li aveva incrociati, colto dalle medesime sensazioni di turbamento e disagio.
Poggiò il calice da cui stava bevendo e si allontanò dal salone, approfittando della presenza di un balcone laterale per uscire a prendere una boccata d’aria fresca e tentare di calmarsi.
Fortunatamente gli altri invitati erano troppo assorti nelle loro faccende sociali per potersi accorgere della sua assenza.
Qualche attimo dopo, però, il rumore di alcuni passi raggiunse le sue orecchie e la figura di un uomo lo affiancò.
« L’inverno è alle porte, eppure il tempo questa sera non è affatto male, non trovate? »
L’intruso indesiderato scalfì il silenzio della sera e per qualche istante non si sentì altro nell’aria, se non il brusio proveniente dalla sala principale ed il soffio lieve del vento.
La sua voce era calda e rassicurante e nonostante James non si fosse ancora voltato per scoprire chi fosse il suo interlocutore, dal modo in cui il suo cuore batteva all’impazzata ed il suono di quella voce giungesse ovattato alle sue orecchie, non aveva dubbi che si trattasse dello sconosciuto che inspiegabilmente lo sconvolgeva tanto.
« Siete molto popolare Lord De Bethencourt, sapete? Sto cercando da tutta la sera l’occasione perfetta per rivolgervi la parola, ma siete sempre circondato sia dai gentiluomini che dalle giovani dame. »
James cercò di darsi un contegno e quando si sentì finalmente di nuovo padrone di se stesso, si voltò per affrontarlo a viso aperto.
« Voi chi sareste? Non mi sembra di avervi mai incontrato prima d’ora. »
L’uomo, evidentemente sorpreso, dilatò leggermente le pupille, ma poi si ricompose immediatamente, assumendo un’espressione che volesse quasi suggerire che in realtà apprezzasse la caparbietà del giovane Lord.
« Avete perfettamente ragione. Perdonatemi per non essermi ancora presentato. Io sono il conte William Borthwick. Non avete mai avuto occasione di conoscermi perché finora ho vissuto in Scozia, ma adesso le circostanze hanno voluto che facessi ritorno in Inghilterra. Anche se non concordo con voi, quando dite che questo è il nostro primo incontro. »
Il conte Borthwick lanciò un’occhiata divertita e maliziosa all’altro, prima di proseguire con il suo discorso, notando lo stupore sul volto del ragazzo.
« Sbaglio o l’altro giorno, mentre eravate in città ad osservare i passanti, mi stavate ritraendo? »
James assunse immediatamente un’espressione che lasciasse ben intuire quanto fosse sia indignato che imbarazzato dalle sue parole.
Il primo sentimento era in risposta all’insolenza dell’uomo per potergli aver rivolto un’insinuazione simile con così tanta arroganza; mentre, il secondo era dovuto al fatto di essere stato colto letteralmente con le mani nel sacco.
« Mi state sicuramente confondendo con qualcun altro. Vi ripeto che è la prima volta che vi incontro. », ci tenne a ribadire il giovane Lord, volendo rimanere fermo sulla sua affermazione: mai e poi mai avrebbe ammesso una cosa del genere, ancor meno al diretto interessato.
William sembrava essere piuttosto incuriosito dal carattere vivace e deciso dell’altro, quindi pensò bene di non girarci troppo intorno ed essere diretto.
« Forse avete ragione, evidentemente devo avervi confuso con qualcun altro. Eppure sono certo che un viso come il vostro non mi sarebbe passato facilmente inosservato. Vedete, sono anch’io un artista piuttosto esigente e sono pochi i volti che riescono davvero a catturare il mio interesse. Arriverò dritto al punto, Lord De Bethencourt. Vorrei che voi faceste da modello per i miei prossimi dipinti. »
James rimase abbastanza sorpreso da quella richiesta inaspettata, tant’era che esitò qualche attimo prima di rispondere: « E secondo voi, per quale motivo dovrei accettare la vostra proposta? »
I loro sguardi si incrociarono di nuovo, immergendosi l’uno in quello dell’altro; in particolar modo, quello del conte era piuttosto intenso.
« Perché se accettaste di posare per me, io in cambio potrei darvi delle lezioni d’arte. Non è di certo un segreto che vostro padre sia contrario alla vostra inclinazione artistica e se voleste apprendere qualcosa in più al riguardo, vi assicuro che sono perfettamente in grado di insegnarvi. I miei quadri riscuotono parecchio successo in Scozia. Vi prego di pensarci bene. »
Lord Borthwick certamente sapeva essere piuttosto persuasivo; oltretutto, era riuscito anche a catturare l’interesse del giovane Lord, il che era abbastanza raro, ma per qualche strana ragione, nonostante quella fosse una proposta piuttosto vantaggiosa per entrambi, vi era qualcosa che lo tratteneva.
« Perché prima di darmi una risposta non valutate voi stesso con i vostri occhi? Venite nel mio atelier. Vi mostrerò alcuni dei miei ultimi lavori, così sarete in grado di rifiutare oppure di accettare la mia offerta. »
Perché stava esitando così tanto? In fin dei conti che cosa aveva da perdere?
Era un’ottima opportunità per apprendere qualcosa di nuovo e confrontarsi con un altro nobile che come lui era interessato all’arte.
Avrebbe fatto visita al suo atelier e valutato scrupolosamente le sue opere e se fossero state di suo gusto, da un uomo più grande di lui non avrebbe avuto altro se non da imparare.
« D’accordo. Mi avete convinto, Lord Borthwick. Verrò a far visita al vostro atelier, dopodiché avrete la mia risposta. »

Come è nata l’idea di questo libro?
Amo scrivere e raccontare storie, l’una diversa dall’altra. Il pittore di stelle nasce dalla volontà di narrare qualcosa di diverso, collocato indietro nel tempo, distante dai tempi moderni. Ho sempre voluto cimentarmi nella scrittura di un libro con ambientazione storica.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Volevo scrivere questa storia da tempo. Era già tutto quanto nella mia testa, quindi ho riordinato le mie idee e mi sono messa subito al lavoro. Ci ho messo impegno, passione e determinazione, perciò spero che chiunque legga Il pittore di stelle possa coglierlo.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Sono un’amente dei classici e del teatro inglese del ‘900. Tra gli autori contemporanei, sicuramente uno dei miei preferiti è Stephen King.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Finora ho sempre vissuto in Italia, in un piccolo paese in provincia di Frosinone, però mi piacerebbe molto tornare a viaggiare, non appena la situazione pandemica lo renderà possibile.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ovviamente tra i miei progetti futuri c’è sempre la scrittura. Vorrei realizzare altri libri e cimentarmi nei generi più disparati. Non voglio porre limiti alla mia creatività.