
Edito da Literary Romance nel 2019 • Pagine: 356 • Compra su Amazon
Cosa c’è di più bello dell’ultimo anno di liceo? E con quanta ansia si attendono i fatidici esami di maturità? Alessandra non vede l’ora di leggere il proprio nome sui tabelloni affissi alle vetrate della scuola per capire se il suo sogno di andare all’università possa avversarsi o meno. Il giorno del verdetto, assieme a Leo, il suo più caro amico, incontra Marco, il ragazzo di cui è sempre stata stracotta, peccato che lui le preferisca Marzia, la sua migliore amica. Decisa ad andare oltre, Ale resta ammaliata dai modi gentili di Raffaele, il cugino maggiore di Marco e, a ridosso delle vacanze estive, le nuove coppie partono per una crociera in Croazia. Sul panfilo, Ale scopre di essere stata tradita dai suoi stessi sentimenti. È in mare aperto, quando capisce di essere innamorata di Leo… Leo che nel frattempo sta per trasferirsi lontano da lei…

Capitolo 1. Martedì, 18 luglio
Panico: I risultati
Lo scooter sgangherato scoppietta mentre sterzo sul ghiaino e m’infilo nel parcheggio del liceo, sotto le fronde di platani secolari. Salto giù in ansia, sono in ritardo, i miei amici saranno arrivati da un pezzo.
La maglietta s’incastra nel freno e con uno strattone la sfilo, sporcandola di grasso. Sfrego la patacca con l’indice, ma peggioro il risultato, pazienza, non ho tempo da perdere.
Sotto coriandoli di luce che filtrano tra le foglie, trotto sino al gruppo disordinato dei miei compagni in cima alla scalinata, in attesa degli esiti degli esami di maturità.
In punta di piedi mi avvicino alla porta a vetri: davanti a me ci sono almeno tre file di teste che si muovono scompostamente quando, finalmente, intravedo le ciocche del caschetto blu di Enna; agita un braccio per avvisarmi che i risultati non sono ancora usciti, è troppo presto.
Indietreggio di qualche scalino e scorgo Leonardo, migliore amico nonché vicino di casa, che svetta fra tutti nel suo metro e novanta. Al contrario del marasma generale, lui è tranquillo e se ne sta appoggiato al corrimano rosso giocando con il cellulare, mentre un ciuffo biondo cenere gli penzola dritto sul naso evidenziando i suoi lineamenti decisi e il viso affilato.
Neanche si volta mentre mi avvicino, e per attirare la sua attenzione lo riprendo indicando il telefono. «Ma ti pare il momento?»
«Che devo fare? Scapicollarmi come quei cretini?» risponde serafico senza staccare gli occhi dal display.
Mi appoggio alla sua spalla in cerca di conforto. «E se mi bocciano?»
Leo, scaramantico, si tocca. «Ma va! Non portare sfiga.»
«La fai facile tu che hai tutti dieci. All’orale ho fatto la figura della cretina per colpa del prof. di latino. Nilota mi odia proprio.»
«D’altronde è dalla prima liceo che vi pungete, non mi ha stupito che ti abbia messo in difficoltà anche nell’ultima occasione che ha avuto.»
Game over. Leonardo infila il cellulare nella tasca laterale dei bermuda verde militare, cercando di rassicurarmi. Devo stare tranquilla, quindi inspiro profondamente e incrocio le dita senza aggiungere altro.
Fisso il vuoto, mentre gli schiamazzi aumentano, rigida contro la stessa ringhiera che mi ha visto cazzeggiare durante l’anno scolastico anziché studiare, e mi accuccio, stringendo forte le ginocchia al petto.
«Andiamo?» Leo mi prende per mano, ma non lo seguo, anzi, punto i piedi, non ho il coraggio di affrontare il tabellone. Allora lui mi sorride, bonario, e non posso fare altro che attenderlo impaziente sulle scale.
Le sue Nike consumate spariscono, mentre, in preda all’ansia, non stacco lo sguardo dagli scalini coperti di polvere; tutto intorno il delirio aumenta, i ragazzi corrono su e giù urtandomi, ma non mi muovo, resto immobile come una pietra.
Quando Leo appoggia la mano sulla mia schiena, stringo le palpebre e trattengo il fiato, sono talmente nervosa che le orecchie ronzano mentre mi comunica gli esiti della maturità. Spalanco gli occhi, incredula, temo di aver capito male e deglutisco quando lo obbligo a ripetere, ma lui conferma entusiasta: «Vicina, sei passata, siamo passati tutti.»
«Smettila di sfottere» protesto, ma insiste, per una volta è serio. Corro verso la porta a vetri sporca di ditate, scorro l’elenco con l’indice finché non trovo il mio nome e la gioia divampa.
Marzia, la mia amica di sempre, mi corre incontro e ci abbracciamo strette, i suoi boccoli biondi mi solleticano il naso mentre saltiamo euforiche, ripetendoci come un disco rotto che abbiamo passato l’esame.
Leonardo ci raggiunge proponendoci di lasciarci alle spalle il liceo per festeggiare in centro. Mi butto addosso a lui per tenerlo stretto e con una carezza leggera mi sfiora la testa.
«Sei il solito secchione» commento, dandogli un pugnetto sul fianco, «sei passato con il massimo dei voti.»
Minimizza, sostenendo di non essere poi tanto bravo, eppure gongola mentre mi fa il solletico. Mi svincolo dalla presa e scendo di corsa gli scalini con lui che mi segue, volando verso il parcheggio.
Marco, il ragazzo che mi ha fatto girare la testa dalla prima liceo, è seduto sulla sua lucidissima Vespa rossa proprio vicino al mio scooter grigio topo. Non appena lo vedo, le gambe smettono di correre, anzi, tentennano a ogni passo. È la mia occasione per parlargli e forse anche l’ultima visto che la scuola è finita…

Come è nata l’idea di questo libro?
Questo romanzo è nato dal desiderio di raccontare uno spaccato di vita, la storia di una ragazza semplice, una come tante, una di noi, alle prese con i cambiamenti della vita, che, in un susseguirsi di errori, è diventata responsabile e di un grande amore silenzioso, che ha saputo aspettare.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Prima o poi mi capisco è il mio terzo lavoro. Ho pubblicato i precedenti romanzi (una normale e strana vita e imperfetta) presa dalla smania di lasciarli andare, dandoli in pasto alla critica senza un adeguato periodo di riflessione; con la storia di Alessandra, invece, ho assaporato ogni istante, farla crescere e maturare è stato il frutto di un lungo cammino, fatto di idee, ore volate davanti al computer, costanza e tanta fantasia. Ho iniziato la stesura del manoscritto nell’agosto del 2015, l’immaginazione ha preso il volo, plasmando i personaggi, che ho curato nel dettaglio, perché in ciascuno ho inserito spicchi di realtà. Desideravo che tutti, dai protagonisti alle comparse fossero reali, vivi. In questi quattro anni ho letto il manoscritto infinite volte, aggiustandolo, finché ogni cerchio era stato chiuso.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Amo leggere fin da quando ho ricordi. Mi piace spaziare fra i vari generi letterari, cogliere le sfumature di ciascun’opera. Nella scrittura mi hanno molto aiutato le letture di trattati di psicologia, che mi hanno fornito spunti per sfaccettare i caratteri dei miei personaggi. Ad esempio i libri di Alberto Alberoni e Giulio Cesare Giacobbe. Per quanto riguarda la narrativa invece ho divorato i romanzi di Federica Bosco e di Fabio Volo e potrei continuare per ore, elencando i libri/autori che mi sono piaciuti.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Abito a Treviso, la città dove è ambientato il romanzo, un signorile borgo medievale. Mi sono divertita a inserire dettagli della mia città nel romanzo, è stato come dipingere un quadro.
Dal punto di vista letterario quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Nel cassetto c’è già una prossima opera. Ho voluto sperimentare un nuovo genere, il giallo… ma questa è tutta un’altra storia… ;)
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