Edito da Maria Tenace nel 2019 • Pagine: 130 • Compra su Amazon
Marta è una ragazza fragile e problematica, Stefano un uomo che ha dovuto rinunciare all'amore della sua vita,Greta è una lucida e fredda calcolatrice, accusata di omicidio. Personalità che hanno apparentemente un unico punto in comune: sono stati testimoni di avvenimenti al limite della comprensione razionale. Amore, magia e mistero si contrapporranno alla violenza, insita in ognuno di loro.Stella, la protagonista, cercherà di elaborare un' esperienza traumatica vissuta da bambina con l'aiuto di uno psichiatra.
Ma il risultato di quella elaborazione, la destabilizzerà a tal punto da far emergere in lei le antiche credenze e leggende yoruba, del villaggio cubano in cui è nata e vive con la madre e la nonna.Quattro storie che si intersecano tra loro in maniera straordinaria, quattro personaggi che portano il lettore a pensare che la loro realtà sia uno specchio che rifletta più o meno accuratamente il mondo esterno senza rendersi conto, al contrario, che la mente stessa è l’elemento principale della creazione.
– Credo di essere già stata qui.
La ragazza, camminando lungo il corridoio, sfiorò la parete bianca e ne seguì il percorso con due dita della mano destra.
Si ricordò della sensazione del pavimento freddo, della sensazione dei suoi piedi nudi staccarsi e sollevarsi lentamente, alternandosi in passi.
Sentì anche la lunga camicia da notte bianca, sfiorarle leggermente le caviglie, così come il peso leggero delle trecce scure che le cadevano sulle spalle, proprio come le portava da piccola.
Avvertì la presenza di una persona al suo fianco, ma non riuscì a capire chi fosse.
Tutto quel bianco la disturbava parecchio.
Il riverbero della luce fredda dei neon attaccati al soffitto, non le permise di avere una visione chiara ma proseguì ugualmente, abbagliata e confusa, con lo sguardo fisso davanti a sé.
– Ti è mai capitato di fare sogni ricorrenti e dettagliati, così realistici da non riuscire a capire se stai dormendo o sei sveglio? – Chiese la ragazza.
– Credo che tu non debba fare confusione tra il sogno e la vita.
Rispose la voce calma e rassicurante.
Poi continuò:
– Ti faccio io un’altra domanda e so che mi perdonerai: ti è mai capitato di essere su un treno e dal finestrino vedere quello di fianco muoversi?
La ragazza annuì con un cenno della testa.
– Beh, vedi, tutti noi abbiamo avuto almeno una volta, la percezione falsata che sia il nostro treno a partire. Invece è fermo lì, immobile.
Fermi noi e il nostro treno.
È un po’ come la vita, crediamo che sia qualcosa di personale in costante movimento e in evoluzione, ma solo quando si palesano i binari vuoti, al di là del vetro, finiamo per accorgerci che siamo bloccati ancora nello stesso posto.
Allo stesso modo, solamente quando percepiamo il vuoto che abbiamo nell’anima, ci possiamo rendere conto di quanto profondamente siamo impantanati nelle nostre pozze, fatte di paure e rimpianti, delusioni, rabbia e tutta la zavorra di sentimenti negativi che ci portiamo dietro.
Spacciamo per nostro qualche episodio trafugato dalla vita altrui, lo mettiamo insieme a parti sbriciolate della nostra ed abbiamo l’illusione di un vissuto autentico.
Ma quella non è la nostra vita.
È la vita che vorremmo ma che non abbiamo, ed è questa mancanza a creare quel vuoto.
Forse non esiste nemmeno un rimedio a quel buco nero dell’anima e l’essere umano, troppo ingordo e curioso di tutto non dovrebbe perdere tempo prezioso a cercarlo.
– Che vuoi dire? Non capisco…
La ragazza si fermò a pensare.
– Voglio dire che in fondo se ogni persona, uomo o donna che sia, si guardasse dentro, nel profondo, chi ammetterebbe mai di essere completamente appagato o felice, al cento per cento, della vita che conduce?
Una macchina, un lavoro, una famiglia, un frigo pieno, un divano nuovo, un cane o un gatto.
Non importa se si possiede tutto questo, tutto ciò che serve e anche il superfluo.
L’uomo sentirà sempre che manca qualcosa, ci sarà sempre un buco, piccolo o grande che sia che non saprà come riempire. Per alcuni è il male di esistere, altri lo chiameranno dolore psichico, altri con nomi ancora diversi. È arrivato il momento che tu capisca come riempire quel vuoto. Prova Stella, forse è la volta buona.
Arrivati in fondo al corridoio, di fronte alla quarta porta, la presenza le porse una chiave piccola e dorata che afferrò con qualche titubanza.
– Apri e guarda chi o cosa c’è all’interno, proprio come hai fatto con le altre tre porte prima.
Così, come se si trovasse proiettata all’interno di uno schermo, si ritrovò a vivere la vita di qualcun altro.
Come è nata l’idea di questo libro?
L’idea di questo romanzo thriller psicologico è nata dal mio interesse, sia in ambito letterario che scientifico per i meccanismi meravigliosi e a volte oscuri che possono agitare la mente umana, fin tanto da spingere l’essere umano ( affetto da malattia psichiatrica quale il disturbo di identità) a diventare egli stesso creatore di personalità diverse. Il più delle volte, essendo egli stesso incosciente di questo processo creativo, architetta e costruisce in maniera affascinante e orrorifica, come nel caso della protagonista del mio libro, una realtà parallela, ma altrettanto valida, tanto da poter sfociare addirittura nel tangibile e nel quotidiano di altre persone.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Portarlo a termine è stata veramente una impresa. Proprio per via degli intrecci tra le storie dei vari personaggi, tra ciò che veniva percepito alla lettura come reale e l’irreale nella testa della protagonista , queste “matasse narrative” dovevano avere basi di storia solide e costrutti psicologici tali da sembrare verosimili e credibili sempre, aumentando da principio la confusione nel lettore, per poi dipanarsi e fornire un quadro chiaro nel finale.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Autori di riferimento per me sono stati sicuramente King, Hemingway ed Hesse, scrittori che hanno fatto descrizioni delle personalità dei protagonisti dei loro libri, delle vere e proprie opere d’arte, ognuno di loro con una tecnica e uno stile narrativo diverso.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Sono nata in un paese della provincia di Foggia, San Marco in Lamis, per poi trasferirmi nel Lazio per motivi di studio prima, e di lavoro poi, in città meravigliose come Roma, Viterbo e Tivoli, e da ognuna di queste ho attinto e immagazzinato nel tempo, storie particolari e dettagli che mi hanno dato spunto ad esempio per le descrizioni di alcuni personaggi o luoghi particolari.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
In ambito letterario,nell’immediato sicuramente c’è in progetto la continuazione della storia di Azuleya e Stella, le protagoniste, che nel finale, anche se autoconclusivo, ho lasciato volutamente aperta la prospettiva di un eventuale seguito, qualora la storia fosse piaciuta ai miei lettori e l’avessero richiesta.
Bellissimo articolo.
Il thriller in questione è veramente scritto bene ed è molto bello, quindi un ringraziamento alla redazione per la segnalazione.
Bellissimo.
Vale la pena leggerlo