
Edito da Alessandro Saluzzi nel 2021 • Pagine: 85 • Compra su Amazon
Cinque racconti avvolti dal mistero:
La Piuma Il Cappello Il Sogno La Grotta Il Ragazzo che correva.
Il primo parla di Adele, una bambina che gioca, scopre una piuma in circostanze misteriose, con l’aiuto di una persona riesce a risolvere il mistero.
Il secondo racconta di Thomas, il quale si imbatte in un cappello apparentemente innocuo, con il passare del tempo scoprirà il segreto che nasconde.
Il terzo introduce il sogno di un narratore, il quale si troverà ad affrontare le sue paure più nascoste.
Il quarto parla di quattro ragazzi che partono per un’avventura, trovano una grotta marina, nuovi luoghi e una creatura misteriosa.
Il quinto e ultimo parla di un ragazzo e della sua paura di essere inseguito da qualcosa o…

Si spostarono parecchio rispetto al punto dal quale erano partiti. Con le pinne era facile fare alcuni chilometri senza stancarsi. A un certo punto videro l’insenatura di una grotta. Si scambiarono dei cenni con la mano e decisero di entrare. Erano a pelo d’acqua, fino a che il terreno sotto di loro si fece sempre più alto, tanto che dovettero alzarsi e camminare all’indietro per qualche metro, avendo le pinne ai piedi. Trovarono uno scalino abbastanza alto da sedersi, e le tolsero. Il terreno era pura roccia, come le pareti circostanti. Sopra la loro testa filtrava della luce. C’era un’apertura nella roccia, circondata da foglie simili a quelle del salice piangente che creavano una fitta tenda.
«Forte!» esclamò Enzo. Poi tese una mano, prese dei rami e avvicinò la testa oltre la tenda di foglie, per vedere cosa ci fosse dall’altra parte. Vide il proseguirsi di una galleria semibuia, ci entrò e fece cenno anche agli altri di seguirlo. Non c’era niente di pericoloso, solo un lungo corridoio di roccia. Anche in quel punto la luce non mancava, filtrava da piccoli buchi posti sul soffitto, ma più avanti si andava, più ci si addentrava nella piena oscurità.
I ragazzi accesero le torce – erano sempre ben organizzati per ogni evenienza –, e continuarono per diversi metri, finché non arrivarono a un bivio. La grotta aveva due biforcazioni, una a sinistra e una a destra; il suolo era secco, e scendevano entrambe con una bassa percentuale di pendenza. I quattro si guadarono.
«Dobbiamo provare a scendere a coppie, per sicurezza» disse Alex.
«Lasciamo perdere raga, torniamo indietro» rispose Aldo.
Luca là pensava allo stesso modo: «Per me dobbiamo ritornare con dell’attrezzatura adatta».
Enzo li guardò tutti e tre e chiese: «Avete paura, forse? Noi viviamo di avventure, non possiamo arrenderci alla prima difficoltà. Proviamo a scendere, al massimo dopo aver dato un’occhiata generale risaliamo, ok?».
Gli altri si convinsero. Così Luca e Aldo scelsero il bivio di destra, di conseguenza Alex ed Enzo quello di sinistra. Sincronizzarono gli orologi: erano le quattro in punto. Poi iniziarono a scendere. I primi due si fecero forza l’un l’altro; non avrebbero voluto entrare subito, ma, d’altronde, cosa sarebbe potuto succedere? Bastava stare attenti a dove mettere i piedi. Ma più scendevano e più notavano che la temperatura cambiava, diventando fredda.
«Forse ci sono delle terme sulfuree. Sono note delle grotte con cavità sotterranee in queste zone» ipotizzò Luca. Il suolo era ancora roccioso, ma sopra c’era un velo di terra, o polvere, chi lo sa… Si chiesero degli altri due amici, e se magari le grotte si sarebbero unite in qualche punto, dove li avrebbero ritrovati. Poi notarono che la pendenza si faceva sempre più ripida, e la temperatura sempre più fredda. A piedi nudi quasi si scivolava, quindi, senza pensarci due volte, risalirono e aspettarono.
Alex ed Enzo, invece, erano abbastanza coraggiosi. Entrambi erano un’esplosione di adrenalina allo stato puro, e non si sarebbero fermati facilmente.
Parlando del più e del meno scesero per la galleria di sinistra, che pian piano diventava sempre più stretta, tanto che dovettero proseguire uno davanti all’altro. Iniziarono a sudare, faceva molto caldo; più scendevano più la galleria si rimpiccioliva e il calore diventava opprimente. Anche loro sapevano che si trattava di una zona termale, e dedussero che fossero presenti delle cavità sulfuree nascoste.
All’improvviso, videro una parete di terra e roccia, con un foro del diametro di circa cinque centimetri. Enzo, che era davanti, si chinò, appoggiò l’orecchio e sentì il suono dell’acqua che gocciolava da qualche parte. Così poggiò un occhio per guardare attraverso, ma non vide nulla. Solo buio. Allora Alex gli fece un cenno per passare, quindi fecero retromarcia, fino a quando la galleria si allargò a sufficienza, poi si scambiarono di posto e ridiscesero. Anche Alex provò a mettere l’orecchio, e sentì gocciolare dell’acqua; poggiò l’occhio e vide tutto scuro. Mise un dito al suo interno e percepì molto calore, poi sentì qualcosa toccarlo, d’istinto lo ritrasse e lo guardò: dalla punta stava colando una melma color verde e arancione. Disgustato, cominciò a sfregarlo sulla parete rocciosa.

Come è nata l’idea di questo libro?
Avevo delle storie già scritte le ho riprese e riscritte, tranne la grotta che a qualcosa di veritiero, nel senso che mi sono imbattuto personalmente in una grotta simile a parte le creature mostruose ovviamente.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Alcune volte è stato semplice e alcune volte più complicato a far quadrare bene l’intreccio delle storie. Mi sono divertito a raccontare i miei racconti poi menomale che l’ho affidato ad una professionista per la correzione e l’editing.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Gli autori che mi piacciono ce ne sono tanti ne scelgo 3 casuali: Stefano Benni, Stephen King e Gleen Cooper. Non ho preso nessuno spunto da loro purtroppo.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Sono nato a Milano e lì ho vissuto per 30 anni, ora vivo a Bagnolo San vito in provincia di Mantova.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Attualmente sto scrivendo altri racconti ma non vedo una fine.
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