Ritorno a Venezia di Roberto Seggi è un romanzo pubblicato da Silele edizioni nel corso del 2015, che verrà peraltro presentato il prossimo 23 gennaio 2016 alla Scoletta dei Calegheri di San Tomà. Vediamo la trama del volume di Seggi, un estratto dal testo e il link alla scheda completa del libro.
Ritorno a Venezia, la trama del romanzo di Roberto Seggi
“Ritorno a Venezia” è un romanzo che si sviluppa su quattro storie diverse e diverse collocazioni temporali, ma unite da un filo conduttore che fa da collante nella parte finale del racconto. Un vecchio pescatore, un ragazzino, un brigatista rosso, un partigiano.
Una storia di guerrieri contemporanei tra le strade di periferia di Venezia negli anni settanta, e fra le montagne nel corso del secondo conflitto mondiale. Storia di popolo, storia degli ultimi.
Ritorno a Venezia, un estratto dal libro edito da Silele
Barena si era messo in cammino come da programma, dopo aver salutato con un gesto della mano il bambino, si era voltato in direzione della laguna, a sudest di bussola, tappa in una casa del primo paese.
Sempre attento a tutto ciò che lo circondava, l’abito lo portava a nuovi virtuosismi filosofici, corrompendo l’atteggiamento tipico del soldato che avanza, dimenticò per un tempo indeterminato le recenti cose vissute, sentì il rumore di un ruscello e si innamorò dell’idea di spogliarsi nudo ed immergersi nella gelida acqua a temprargli l’indole, quando sentì improvvisamente una calda e leggera pressione sulla cima delle dita, senza strappare, abbassò lo sguardo e fece fatica a capire, tanto era lo sbalordimento, che la bella sensazione, altro non era che la tenera e delicata mano del bambino che stringeva la sua.
Non si fermò, non parlò, tornò a guardare diritto, paralizzato dallo sconcerto, cosa gli stava succedendo, non si era mai sentito così bene, così vicino al Dio di un qualche posto che probabilmente non esisteva. La parola amore, non gli sfiorava il pensiero, ma ne sentiva interamente gli effetti e non sapeva dargli una spiegazione, un Davide buono che vince un Golia con la sola forza della fiducia incondizionata, manifesta con un semplice gesto, una mano che ne stringe un’altra.
Ma lui non è un padre e il piccolo non è un figlio o forse si. Lui è il temuto Barena, il freddo Barena, Barena il partigiano, Barena il disertore, Barena il prete travestito.
Camminò a lungo, lasciando il braccio steso e sciolto sul fianco per facilitare la presa della manina, aveva persino rallentato l’andatura per facilitarne il passo, non gli aveva parlato, non lo aveva guardato, il tempo non fu più tempo ancora, e le ore della suddivisione, della cadenza, si scomposero e si dilatarono come un limbo, poi ad un certo punto, la presa che stringeva il suo dito venne meno, il bimbo si era accasciato, stremato, il sonno aveva avuto ancora la meglio sulla sua imberbe ma ferrea volontà. Toni allora se lo caricò sulle spalle con movimenti delicati, sopra lo zaino come si fa con le pecore, afferrandolo per una gamba ed un braccino, riposti sul suo petto, povero piccolo, pesava niente.