
Edito da Morphema nel 2020 • Pagine: 178 • Compra su Amazon
SINOSSI
I ricordi di Marzia sono un bagaglio pesante da trascinare lungo la sua esistenza. Le emozioni e le sensazioni provate da piccolissima le lasciano tracce profonde che condizionano l’intero corso della sua storia.
Marzia vive nella contraddittoria società del diciannovesimo secolo, nell’era concitata dei cambiamenti radicali, agli esordi della nascita della nazione italiana.
Abbandonata alla nascita presso il Brefotrofio di Santo Spirito in Saxia a Roma, è adottata all’età tre anni dalla famiglia Piersanti e portata a vivere a Roviano nella verde e ridente Valle dell’Aniene.
I genitori adottivi sono freddi e distaccati nei confronti dell’orfanella, sempre preoccupati per le loro condizioni, le ricordano ogni giorno che lei per loro rappresenta solo una sicura, per quanto esigua, entrata economica. Marzia cresce nell’ indifferenza affettiva che la segnerà profondamente, generando in lei diffidenza e distacco emotivo.
All’età di sei anni Marzia viene venduta dai Piersanti al sagrestano del paese e a sua moglie Maria al prezzo pattuito di 30 scudi. La bambina è ben accolta da questa coppia senza figli e trascorre con loro qualche anno di serena spensieratezza. Marzia è finalmente libera di sprigionare la sua brillante personalità e la sua innata capacità di fantasticare e di raccontare storie, impara a essere meno scettica e sospettosa nei confronti degli altri e delle loro azioni, ma l’incanto finisce presto.
Un giorno il suo padrino, bramoso di soldi e illuso da un guadagno sicuro e facile, commette un efferato delitto. L’infausta vicenda catapulta Marzia nella disperazione e nello sconforto. La promessa di protezione e di felicità, assicurata dal sagrestano, è tragicamente e improvvisamente infranta e la bambina in brevissimo tempo è costretta a diventare una donna.
I tragici eventi consolidano il rapporto tra Marzia e Maria. Le due vivono giorni di sconforto e di dolore profondo, si sorreggono a vicenda, affrontano molte umiliazioni, ma riescono a riscattatasi dalla cattiva sorte e soprattutto dalla povertà.
Inaspettatamente la quotidianità degli eventi vissuti nel piccolo borgo di Roviano viene stravolta dalla presenza in paese dei “forestieri”. Sono ragazzi scappati dalle ex regioni appartenenti allo Stato Pontificio: Marche e Umbria, renitenti alla leva che, per sfuggire alla coscrizione obbligatoria delle guerre d’Indipendenza del regno Sabaudo, sono fuggiti dalle loro terre di origine e si sono rifugiati nel Lazio.
Grazie a questa fortuita occasione Marzia incontra Antonio, un ragazzo proveniente dal marchigiano paese di Potenza Picena, Questi trova lavoro presso l’acquedotto dell’Acqua Marcia e sceglie Roviano come luogo dove vivere.

Uno spettacolo si aprì al mio sguardo, era come se le colonne intorno ci avvolgessero in un abbraccio. Mi voltai e vidi il sole tramontare dietro San Pietro. Un cielo limpido e terso sovrastava tanta bellezza, l’aria era fredda, ma limpida.
I raggi dietro la cupola penetravano nelle finestre dei palazzi vicini come fiamme accecanti. Serrai gli occhi per contenere quello spettacolo, volevo trattenerlo con me, portarlo nei giorni futuri, godere di quel momentaneo benessere. Con queste sensazioni raggiungemmo il luogo dove ci attendeva il carretto di Checco e mentre attraversavamo il Lungo Tevere, ebbi la sensazione che la vita mi stesse scoppiando dentro al cuore, tanta era la gioia che provavo, entusiasta della bellezza che mi avvolgeva. Tornammo così verso casa in quella notte fredda. Io ero contenta, perché avevo consegnato la richiesta di grazia per Fortunato.
Ero convinta che il gesto avrebbe acceso una fiammella di speranza in Maria, alla quale avrei raccontato questa stupefacente avventura e le numerose emozioni del viaggio. Pregai il Rosario durante il ritorno, affidando la domanda di grazia per Fortunato più a Dio e alla Madonna che agli uomini. Ero convinta che la preghiera, se non avesse potuto cambiare la sorte di mio padre, avrebbe almeno cambiato me, aiutandomi ad affrontare quello che Dio mi aveva riservato di vivere. Le emozioni di quella giornata rimasero per sempre impresse nella mia mente e nel mio cuore.

Come è nata l’idea di questo libro?
L’idea di questo libro nasce da i racconti della “vulgata” di famiglia, sono fatti realmente accaduti e contestualizzati nella storia della seconda metà del secolo diciannovesimo.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
La scrittura del testo è stata piuttosto fluida, le difficoltà incontrate sono state relative alle fasi di revisione che sono state molteplici.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Oltre ai testi classici della mia formazione di base, e qui, insegnando lettere potrei sciolinare l’intero l’universo letterario italiano e non, prediligo la lettura di autrici italiane e straniere, questi sono solo alcuni nomi: Elsa Morante, Grazia Deledda, Isabel Allende, Margaret Mazzantini, Elena Ferrante, Clasa Sanches, Ruta Sepetys, Etty Hillesum, Romana Petri, Donatella Di Petrantonio, Stefania Auci. L’universo femminile mi interessa molto. Trovo molto originale la visione della storia dal punto di vista delle donne e della loro sensibilità umana.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo a Roviano in provincia di Roma, ho vissuto a Roma.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Nel futuro vorrei proseguire a scrivere il seguito di questa storia.
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