
Edito da CTL (Livorno) nel 2021 • Pagine: 142 • Compra su Amazon
L’amore a colpi di messaggi su WhatsApp è possibile? Danzare insieme, giorno dopo giorno, i passi di un tango malinconico, tra momenti di intenso silenzio e altri di risate gioiose sembra il gioco più intrigante che si possa desiderare. E se a ogni ballo segue, giunti a casa, un messaggino sul telefono intriso di mistero e poesia, il tutto diviene ancora più coinvolgente ed eccitante.
Dafne e Andrea, una studentessa universitaria e un architetto bohémien, nel tempo libero coltivano la passione per il teatro e per l’arte scenica. Sono attori di una piccola compagnia teatrale romana e si trovano a dover interpretare sul palco un tango argentino, simbolo di un corteggiamento appassionato tra i due personaggi della commedia “Una dozzina di rose scarlatte” di Aldo De Benedetti.
Ognuno dei due, affronta quotidianamente la vita “reale”: lavoro, studio, famiglia, tasse, fidanzato annoiato o amici invadenti. Ma quando arriva il momento delle prove a teatro, la realtà sembra svanire per lasciare il posto all’illusione.Rose scarlatte è il racconto di un tentativo fallito di fuggire dalla realtà. Laura Mancini svela al lettore fin dalla prima pagina che non c’è da aspettarsi un lieto fine e la sua scommessa è proprio quella di riuscire a coinvolgerlo ugualmente nella narrazione, pagina dopo pagina. Quanto è facile immedesimarsi nel mondo di aspettative e malintesi che caratterizzano l’inizio di una relazione, soprattutto quando i due amanti non fanno che proiettare l’uno sull’altro i propri desideri irrealizzati anziché darsi l’opportunità di conoscersi! Forse l’autrice punta proprio su questo, per mantenere viva l’attenzione di chi legge fino alla fine del racconto.

«Tu ci credi nel destino?»
«Sì, ci credo molto»
«Pensi che fosse destino che ci incontrassimo?»
«Beh… penso di sì, non credo sia un caso»
«Pensandoci bene, in effetti, io stavo per rifiutare la parte in questa commedia. Sai, mi dicevo che, siccome la prima volta che avevo recitato era stata una bellissima esperienza, la seconda non sarebbe stata all’altezza. Però sapevo che c’erano Marco, Monica che sono miei amici, allora alla fine ho detto di sì»
«Vedi? Io invece non conoscevo Silvana ed è stato un caso che, non potendo recitare con Raul, l’abbia contattata»
«Ma quindi se avessimo detto di no, credi che in qualche modo ci saremmo incontrati lo stesso?»
«Non so… se era veramente destino, forse sì!»
«E dove? Abitiamo in zone diverse, facciamo cose diverse… forse non ci saremmo incontrati mai. Chi lo sa».

Come è nata l’idea di questo libro?
Gli spunti sono stati tanti, in primis l’osservazione delle relazioni di coppia di oggi, fatte spesso di comunicazione indiretta e malintesi. Per l’ambientazione e per gli interessi coltivati dai due protagonisti, sicuramente ho attinto al mio mondo: amo il tango argentino e il teatro e trovavo che l’inclinazione artistica di Dafne e Andrea fosse molto congeniale alla tendenza di entrambi a fantasticare molto.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Sentivo gravare su di me il grande peso della responsabilità di scrivere un romanzo! Avevo già pubblicato racconti brevi e poesie e come giornalista e blogger scrivo da sempre. Ma un romanzo mi sembrava un atto di maturità professionale. Per questo mi è sembrato più difficile che mai e mi ha richiesto diversi anni di rimaneggiamenti e revisioni… Non mi sentivo mai davvero sicura.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Sono un’avida lettrice e mi piace spaziare e variare. Non amo molto i gialli e il genere fantasy mentre prediligo la letteratura classica e non mi stanco ai di rileggere i romanzi di Verga o le poesie di Leopardi. Tra gli autori contemporanei apprezzo Niccolò Ammaniti ma, perché no, so anche divertirmi con la leggerezza di Sophie Kinsella!
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Mi attende un anno particolarmente florido. Già alla fine del 2020 lo stesso editore, CTL Livorno aveva pubblicato il mio saggio accademico “L’italiano e gli italiani nell’era di Instagram”. In questo anno prevedo ancora di lavorare alla promozione del saggio breve nelle università. In estate, invece, l’editore milanese Ego Valeo farà uscire la mia silloge poetica intitolata “Brucia” con la quale conto di concorrere a dei premi letterari dedicati al genere.