Il sale va a destra
Edito da LuoghInteriori Edizioni nel 2019 • Pagine: 96 • Compra su Amazon
La domanda che mi viene rivolta più spesso riguardo al mio romanzo si riferisce alla trama. Di cosa parla?
Bene, “Il sale va a destra” è una storia d’amore.
Una storia d’amore diversa, che ci porta a riflettere sulle tante sfaccettature di questo sentimento. Amore, amicizia, affetto c’è una linea di confine che li separa o sono piuttosto confusi, caotici e tanto disordinati da scombussolarci l’esistenza?
La vita ci coglie sempre di sorpresa, proprio come accade a Margherita, la protagonista del romanzo, che s’innamora di un giovane universitario allievo del marito, affetto dalla Sindrome di Asperger, disturbo dello sviluppo neurologico rientrante nello spettro autistico. Margherita è una donna matura, realizzata e intelligente, che si troverà a compiere scelte che cambieranno il corso della sua vita. Insieme agli altri personaggi, la protagonista porterà a chiederci se avremmo preso le stesse decisioni o se invece avremmo percorso strade del tutto differenti.
È una storia d’amore diversa, perché culturalmente siamo più abituati ad accettare e a giustificare un uomo maturo che si innamora di una donna più giovane, mentre il contrario quasi ci infastidisce.
È una storia d’amore diversa perché quando parliamo di autismo e di disturbi dello spettro autistico, spesso ci focalizziamo sui bambini e le loro difficoltà, dimenticandoci che questi bambini poi crescono, diventando adulti che non devono essere lasciati al loro destino, ma avere un posto nella società.
Qualche mattina dopo, il cellulare continuava a vibrare.
S: «Ho voglia di vederti».
M: «Oggi è un casino amore».
S: «Dai, ho voglia di te».
M: «Ho molto da fare. Domani recuperiamo, ok?»
S: «Mi avevi detto oggi alle 10.30!»
M: «Ho un contratto in ufficio. Soldini che entrano».
S: «Le cose che si dicono andrebbero rispettate».
M: «È entrato qualcuno, devo andare. A più tardi».
Non era vero, ma quando Samu iniziava a fare così, non aveva senso continuare a discutere; non se ne ricavava più nulla.
Entrata in agenzia si era chiusa nel suo ufficio, non lo faceva mai, ma sentiva la necessità di stare sola con i suoi pensieri e ancora non ci era riuscita.
Buttò il telefono sulla scrivania e si appoggiò con la testa tra le mani.
Samuel non accettava i contrattempi, per lui orari e appuntamenti erano tassativi, non riusciva proprio a capire che a volte può succedere un intoppo: gli avvenimenti nella sua
vita si rincorrevano schematicamente, uno dopo l’altro, secondo un ordine preciso che non andava mutato in alcun modo.
Quando questo succedeva, il suo cervello si ribellava.
Sorrise ricordando una mattina passata insieme al Porto Antico.
Per tutto il giorno precedente avevano organizzato la visita al Galeone dei Pirati.
Lei aveva inventato un appuntamento in centro con un notaio:
«Dirò a Lucia di non prendermi altri impegni per la mattinata, poi il notaio m’inviterà a pranzo e naturalmente non potrò rifiutare. Così avremo un po’ più di tempo».
Samuel era felicissimo, non capitava spesso di avere tante ore da passare insieme. Aveva programmato tutto:
«Alle 10.30 tu parcheggi l’auto dietro ai cantieri navali, io ti carico per le 10.35 e considerando un po’ di traffico in sopraelevata alle 11.00 arriviamo. Andiamo a vedere il Galeone e poi mangiamo qualcosa».
Tutto era deciso.
La mattina era arrivata all’appuntamento alle 10.34 e Samuel gliel’aveva fatto notare con un’aria da “vabehquestavoltatiperdono”, poi tutto era proseguito senza intoppi.
Percorrendo la sopraelevata avevano cercato di cantare Eminem, ripiegando poi su una più semplice Counting Stars degli One Republic, e scattato qualche selfie, subito cancellato.
Arrivati al Galeone, la sorpresa: quel giorno era chiuso per restauri urgenti e questo proprio non era nei piani.
A fatica era riuscita a convincere Samuel a sedersi al tavolino di un bar già apparecchiato per il pranzo.
«Questo non va bene».
Gli occhi erano diventati vacui, chiarissimi e aveva iniziato a spostare piatti e posate secondo il suo strano ordine mentale.
Pronta a riconoscere queste avvisaglie, era intervenuta mettendo la sua mano su quella del ragazzo.
«Ehi, Samu, non è successo nulla di grave, ci andremo un’altra volta».
Ma lui non ci stava.
«Dovevamo essere al Galeone alle 11.05 e dopo venire qua. Queste cose non mi piacciono. Non mi piacciono».
Ondeggiava avanti e indietro sulla sedia e la voce si era alzata, a un occhio qualunque sarebbero sembrati capricci.
«Il Galeone dei Pirati si chiama “Neptune” ed è stato costruito nel 1986 in Tunisia appositamente per il film Pirati di Roman Polanski. Nel 2001 fu usato come ambientazione per la trasposizione televisiva della Jolly Rogers di Capitan Uncino nella mini serie Neverland – La vera storia di Peter Pan».
Guardava nel vuoto, ma era più calmo.
«Sembri un’enciclopedia. Come sai tutte queste cose?»
«Le ho lette su Wikipedia, mi sono documentato. Le ho lette su Wikipedia».
Ci aveva riprovato.
«Magari è meglio così. La prossima volta avremo più tempo mentre adesso possiamo passeggiare e chiacchierare, no?»
Continuava ad accarezzargli la mano sapendo che in quella fase ancora poteva toccarlo.
«Va bene, passeggiamo».
Aveva messo il sale sulla destra e si era alzato.
Quello era solo uno dei tanti episodi cui lei aveva posto rimedio.
Come aveva potuto innamorarsi di una persona tanto più giovane e tanto diversa? La risposta fu banale: Samuel era unico.
Faticoso, impegnativo, snervante. Ma speciale.
A volte si sentiva risucchiata da qualcosa più grande di lei, i dubbi di non riuscire a essere all’altezza la assillavano, soprattutto in quelle notti dove la mente non trovava riposo. Eppure non poteva più tornare indietro.
Quel ragazzo l’aveva legata a lui in modo indissolubile.
Come è nata l’idea di questo libro?
Da sempre il mio sogno più grande è pubblicare un libro mio. Da quando ho memoria, scrivo. Dopo il diploma ho frequentato un corso di giornalismo e ho scritto per alcuni quotidioani, ma la scrittura giornalistica e quella narrativa sono differenti. Volevo raccontare storie, riuscire a mettere emozioni nero su bianco. L’idea di questo libro è nata dopo aver conosciuto una persona affetta da Sindrome di Asperger, che mi ha fatto capire come si vede il mondo con i suoi occhi.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Molto. Revisioni su revisioni. Ma credo sia normale. A parte il lato “tecnico”, anche l’emozione ha giocato un ruolo importante; penso che questo libro tocchi argomenti scottanti e soggetti a pregiudizio.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Mi piace moltissimo leggere. Garcia Marquez, Wilde, Baricco sono tra i miei preferiti, ma non li chiamerei riferimento. Li adoro e basta!
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo a Genova da più di vent’anni, mi sono trasferita per amore. Sono però originaria di Torino.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Tra pochi mesi uscirà il mio secondo romanzo “Adriana mia carissima” molto diverso diverso dal primo, che si svolge tra presente e passato. Poi sto scrivendo una raccolta di racconti totalmente al femminile, che narrerà anche storie vere di donne che mi hanno dato fiducia aprendomi il loro cuore. Ci tengo molto. Viva le donne!
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