Edito da EUROPA EDIZIONI nel 2020 • Pagine: 96 • Compra su Amazon
Un groviglio di emozioni che ti stringe stretto, che ti toglie il respiro, la vista si annebbia e non riesci più a vedere ciò che di bello ti circonda, ma soprattutto non riesci più a vedere te stessa. L’Anoressia e’ come un groviglio che ti attanaglia, ti lega con fili di ferro che ti lacerano corpo e anima. Le ferite non sanguinano, ma le senti bruciare fin da in fondo gli occhi, che come si dice sono lo specchio dell’anima, sin dentro il cuore.
Briciola ha solo 12 anni quando sprofonda inconsapevolmente nel dramma dell’Anoressia, precipitando come dentro ad un’ascensore che la porterà, insieme alla sua famiglia, dritta verso l’Inferno.
Una storia scritta sulla pelle più che sulla carta, con un inchiostro indelebile sul proprio corpo, per cercare di cancellare o quantomeno coprire le cicatrici e i segni delle tante ferite lasciate da una malattia che devasta anima e corpo.
Un elogio al grande amore che lega una figlia ai suoi genitori, ma anche il percorso inverso di un padre, divorato dai sensi di colpa, che non si dà pace finché non rivedrà quel sorriso di cui proprio non sa fare a meno.
Un viaggio complesso, pieno di solitudine, paure, incomprensioni e tanta rabbia, ma altrettanto carico di significati positivi e capace di lasciare un messaggio finale di grande amore, l’unica cosa alla fine che potrà farti evitare di salire in quello strano ascensore per l’Inferno o aiutarti, se già ci sei dentro, a trovare la tua fermata per il Paradiso.
Come è nata l’idea di questo libro?
Sono il padre di una ragazza di soli 15 anni che adesso sta finalmente uscendo da un DCA (Disturbo del Comportamento Alimentare) durato tre lunghissimi anni. La durissima battaglia che mia figlia e l’intera mia famiglia ha dovuto combattere in questo lungo periodo mi ha portato l’anno scorso a cercare uno sfogo nella scrittura. Così la sera, chiuso nella mia amarezza, nei miei sensi di colpa, nel mio dolore, ho cominciato a scrivere la nostra storia per trovare un po’ di sollievo a questo grande malessere.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Io non sono uno scrittore, faccio tutt’altro, ma quando scrivevo era come se il mio cuore comandasse la mia penna, anzi la tastiera piccolissima e difficilissima da usare del mio iPhone, visto che ho scritto il libro nella sezione NOTE del mio telefono… Di certo non credevo che lo avrei pubblicato, neanche lo immmaginavo, solo che, a libro finito, mi sono accorto che provare a pubblicarlo sarebbe stato il più bel gesto d’amore che potessi dedicare a mia figlia e alla sua rinascita.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
È difficile identificare un nome, dipende dallo stato d’animo in cui mi trovo ogni giorno e in questi ultimi anni di stati d’animo ne ho subiti davvero tanti e diversi… Se dovessi citarne alcuni: Margaret Mazzantini, Isabel Allende, Alessandro Baricco, ma ultimamente confesso di aver anche avuto bisogno di cercare un po’ di svago e dissacrante leggerezza in John Niven o Antonio Albanese…
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Con il mio libro avrei voluto uscire di più allo scoperto, non per protagonismo, ma per provare ad aiutare di più chi si è ritrovato imprigionato nel labirinto di questa atroce malattia, ma mia moglie ha voluto che io mantenessi l’anonimato e così mi trovo a dover rispettare questo bisogno di riservatezza, anche per non rischiare di ristravolgere nuovamente quei delicati e precari equilibri che ci sembra di aver raggiunto con così tanta fatica. Dovrà essere mia figlia un giorno, se vorrà, ad uscire allo scoperto. Non può toccare a me.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Con il mio libro vorrei contribuire a far capire che L’Anoressia non è una malattia di cui ci si deve vergognare, bensì una malattia da capire, prevenire, e curare con tanto amore. Quando sarò riuscito nel mio intento, allora potrò dedicarmi più serenamente ad un’altra storia che ho iniziato a scrivere, questa volta non autobiografica, che è una sorta di sliding doors a cavallo del tempo su alcune debolezze umane.
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