
Edito da BookSprint nel 2018 • Pagine: 80 • Compra su Amazon
Scrivo perché non so parlare è un viaggio. La poesia risponde a chiamate d’emergenza ed è per rispondere a queste esigenze, a queste chiamate che ho sentito il bisogno di esprimermi. Il libro è diviso in tre capitoli : Movimento della social poesia, che tratta di tematiche sociali, l'emarginazione, le tragedie che affliggono i nostri tempi. Il filo conduttore che lega gli scritti è la speranza che, nonostante le brutture, si possa aprire uno squarcio, uno spiraglio di luce che conduca al riscatto. Il secondo capitolo, Terra Mia, introduce il lettore nelle bellezze e nelle forti contraddizioni del Sud. Il terzo ed ultimo capitolo, D'amore, di me ed altre sciocchezze, é un viaggio introspettivo. Le poesie toccano tutte le sfumature e le varie emozioni che nel corso della vita ha provato l'autore.

Come è nata l’idea di questo libro?
Il libro non è nato da un’idea, ma da un’esigenza. Chi scrive, secondo me non ne può fare a meno. È una necessità, un bisogno primario come lo è respirare. Sentivo qualcosa premere per uscire, lo sentivo chiaramente ed indistintamente, tra cuore e anima, tutto il resto è venuto di conseguenza.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Di per sé non è stato difficile. Semmai è stato difficile decidere di pubblicare, perché non necessariamente chi scrive poi, ha altre velleità. Io, ad esempio, non mi sarei mai sognato di pubblicare, mi hanno convinto a farlo, ma ci sono voluti anni.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Non ho veri e propri autori di riferimento, almeno per quanto riguarda la poesia. Mi piace leggere e leggo di tutto, forse il mio “stile” è il prodotto di tutte queste letture oppure no. Non ho mai cercato di “imitare” nessuno, proprio perché io credo che tutti dovrebbero somigliare a se stessi. Questo per quanto riguarda la poesia, perché per i racconti, mi ispiro senza ombra di dubbio ad Edgar Allan Poe, Stephen King, Lovercraft, ed è inevitabile che qualcosa del loro modo di scrivere mi sia rimasta impigliata alla “penna”. Molto probabilmente il pathos.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Ho sempre vissuto a Pozzuoli in provincia di Napoli, ed è stato un bene. La mia terra, i Campi Flegrei, sono la terra del mito. Praticamente impossibile non ispirarsi a questi luoghi, ad iniziare dalle porte dell’Ade, il lago D’averno, dove Dante Alighieri colloca l’inferno.
Dal punto di vista letterario, quali sono i vostri progetti per il futuro?
Dopo Scrivo perché non so parlare è uscito un altro libro, scritto a quattro mani con un rifugiato dell’Afghanistan. Una storia durissima, con un buon lieto fine. Attualmente sto “lavorando” a due libri. Quello a cui tengo di più però, e che uscirà per primo in ordine temporale, è composto da quattro storie di donne. Storie vere, romanzate, ma assolutamente vere ed uscite purtroppo alla cronaca nazionale.
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