Il Segreto di Montecristo
Edito da Porto Seguro Editore nel 2019 • Pagine: 668 • Compra su Amazon
Un misterioso incidente sconvolge la tranquilla vita di un giovane livornese. Risvegliatosi dal coma, Michele entrerà in possesso di un’antica tela: il primo tassello della mappa per raggiungere il tesoro nascosto del conte di Montecristo. Sullo sfondo di una spregiudicata società industriale, lussuose ville e feste mondane, l’enigmatico erede cercherà la sua vendetta.
Tra una spirale di intrighi, menzogne e azioni spietate, l’autore propone una nuova e avvincente storia che si lega misteriosamente all’indimenticabile romanzo di Alexandre Dumas.
Questo nobile raffigurato sono io al tempo in cui tutti erano ormai soliti chiamarmi “Conte di Montecristo”. In verità non sono sempre stato un ricco aristocratico, anche se il mio cuore è sempre stato nobile di spirito. Prego il Signore perché esaudisca il mio ultimo desiderio, ovvero quello di trovare un degno erede. Nel gioco che è la vita, ho cercato di ingannare la sorte lasciando non una sola mappa e non una sola lettera come indizi per giungere al mio tesoro: tre sono stati i miei principali aspetti, tre i miei nemici, tre saranno i miei volti sparsi per l’Europa. Che disgrazia e fortuna possano di nuovo appartenere a un solo uomo. Solo colui che ha provato le pene della vita regnerà con giustizia in questo mondo. Non deludermi e salva guarda quei principi in fede ai quali ho potuto aspettare, sperare e vivere.
Edmond Dantès, Conte di Montecristo
Leggere quella firma lo faceva sussultare ogni volta. Anche se aveva già provato quell’emozione, l’eccitazione lo assaliva, la voce gli si mozzava in gola e gli occhi gli brillavano increduli. Sotto la lettera l’ultima parte mancante della mappa andava a completare l’intero disegno topografico dell’isola di Montecristo. Vicino a essa una strana immagine ritraeva un volto scolpito nella pietra. Simile a una statua primitiva, non suggeriva niente di specifico alla ragione inquieta di Michele.
In un modo o nell’altro ce l’aveva fatta. Il testamento di Edmond Dantès, ricostruito nelle sue tre parti, era finalmente nelle mani di una sola persona, proprio come Montecristo aveva desiderato.
Dopo qualche minuto di scompiglio, Michele ritornò calmo e fece i conti di quanti soldi avesse ancora a disposizione. Ne risultò un totale di poco inferiore ai centomila euro, cifra più che sufficiente per la sua prossima mossa. Dopodiché prese il telefono e senza esitare chiamò a casa.
Come è nata l’idea di questo libro?
L’idea di scrivere questo libro nasce dopo un brutto incidente stradale, avvenuto a Londra nel 2000, che mi fece cadere in coma per alcuni giorni, e mi costrinse per circa un anno a letto. In quel periodo lessi tantissimi libri di ogni genere, ma sopratutto romanzi, e scoprii che il leggendario Conte di Montecristo, non era solo il frutto della fantasia del celebre scrittore A.Dumas, bensì un personaggio realmente esistito.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Non e’ stato facile portare a termine questo libro, ho impiegato circa 18 mesi, e diversi anni per trovare un buon editore. Volevo che la struttura della mia storia mantenesse un ritmo di lettura alto, invogliando il lettore a voltare pagina per continuare a scoprire il susseguirsi degli eventi.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
I miei autori di riferimento sono stati Ken Follett, Wilbur Smith, John Grisham, ed ovviamente Alexandre Dumas.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Sono nato e cresciuto a Livorno, città di mare e di porto, dove abito e lavoro tutt’oggi.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Il progetto per il futuro, sarebbe quello di scrivere un nuovo romanzo, sullo sfondo di una colossale quanto insolita rapina in banca, dai risvolti internazionali.
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