
Edito da Fides Edizioni nel 2020 • Pagine: 142 • Compra su Amazon
I Muse hanno scritto la storia della musica contemporanea e lo hanno fatto distinguendosi per stile e per varietà della potenza del loro suono, con delle scelte che celano una storia controversa e ricca di segreti, più di quanto si possa immaginare, raccontata nel primo libro con illustrazioni a colori dedicato alla band. Un'osservazione alternativa e una visione dinamica delle interconnessioni tra testi e scelte cromatiche, messaggi e immagini, temi scenografici dei loro concerti e congetture per realizzarli. Un viaggio che evita i sentieri delle canoniche biografie e predilige circuiti per far correre il lettore e lasciare spazio alle sue deduzioni e alla sua fantasia. Prefazione di Daniele Corradi.

Coordinate per il viaggio
Esistono poche situazioni in cui ci si sente davvero vivi e parte di qualcosa di più grande, che riesce a dare un senso alla propria identità in funzione di ciò che la circonda. È una questione di percezioni soggettive, vero, ma esistono delle circostanze uniche, emozioni perpetue, ricordi indelebili che ogni volta che vengono rievocati fortificano la consapevolezza di essere stati nel luogo giusto, al momento giusto, con le persone giuste: probabilmente una di queste è proprio la presenza attiva in un concerto. Se si riflette attentamente, i live sono da considerarsi come una delle rarissime occasioni della vita in cui si è al centro di qualcosa da cui non si può fuggire e, nel cui contesto, si convive con un senso dell’attesa che, correlato all’evento stesso, sprigiona emozioni positive, che permettono uno scarico di ansie, stress e paure difficilmente riscontrabile in altre situazioni. È anche giusto però specificare che tale alchimia prende vita soltanto quando la partecipazione è genuinamente attiva; per intenderci, non come quella di genitori o fidanzati incupiti perché costretti ad assecondare le volontà dei loro cari. Una presenza attiva è una presenza attiva. Chi scrive, oltre ad aver già analizzato, seppur in estrema sintesi, una parte della carriera dei Muse in un altro scritto, ha assistito a tantissimi eventi dal vivo. In particolare, quando si parla del trio rock inglese, può vantare una dignitosa presenza a due eventi. Il che non è da considerarsi una dedizione di carattere eccezionale, ma assume i contorni di qualcosa di straordinario quando associata a una band dal carisma e dalla tecnica, quelli sì, eccezionali, una formazione che è riuscita negli ultimi decenni a caratterizzare l’intera scena Rock dando una nuova voce e un nuovo suono a un’intera generazione. Il lavoro che qui si presenta però non è un’apologia dei Muse e non vuole configurarsi come un definito e onnicomprensivo orientamento alla lettura dell’intera opera della band inglese, né una pubblicazione biografica, che si limiti a evidenziare caratteri e pregi della stessa. Almeno l’obiettivo principale non è questo.
L’intenzione è piuttosto quella di intercettare i numerosi aspetti che mi hanno indotto a intraprendere un viaggio quantomai singolare, ad assumere uno sguardo laterale rispetto alla visione canonica delle cose quando si parla di Muse, sulla base di un ascolto associato a un’analisi visiva e a una lettura interpretativa; in sostanza, attraverso una serie di approfondimenti, al termine del viaggio in cui cercherò di coinvolgere il lettore, spero di conferire un’aura differente al di per sé indiscutibile carisma della band.

Come è nata l’idea di questo libro?
L’idea di questo libro è nata a seguito di una riflessione di carattere personale rispetto al percorso artistico intrapreso dai Muse analizzato secondo la loro curatissima arte iconografica.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Il libro è stato concepito e scritto durante il lockdown, sicché il tempo libero a disposizione mi ha consentito di approfondire quelli che a mio parere sono dei legami che congiungono gli artwork delle copertine dei dischi, le spettacolari coreografie dei loro concerti, e alcuni videoclip chiave della loro carriera.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Per questo libro ho dovuto approfondire “1984” di Orwell ma anche testi più di nicchia firmati da filosofi e scienziati come R. Dawkins o il fisico J. Brandenburg. Le loro idee, prese e contestualizzate, hanno rafforzato l’identità di “Simulation of Muse”.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo in Puglia e spero di continuare a vivere qui per molto altro tempo.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
L’anno prossimo pubblicherò un testo narrativo, un “romanzo” (termine che non mi piace molto) di natura sociologica. In qualche modo la sfera sociale torna nelle mie idee, fin dagli esordi del primo libro “Internet Ha Ucciso Il Rock”.
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