
Edito da Gilgamesh Edizioni nel 2021 • Pagine: 82 • Compra su Amazon
Tutti questi scritti sono parte di quel periodo in cui avevo nostalgia di molte cose, perché nella mia vita presente stavano cambiando o, forse, più precisamente, io stavo cambiando e tutto ciò mi spaventava…
Sogni di carta è una suggestiva raccolta di racconti brevi, all'insegna di esperienze che ci portano a crescere; episodi di vita quotidiana, nei quali ritrovarsi e confrontarsi. Letture da scoprire e nelle quali l'amore e i sogni possono rivelarsi pagina dopo pagina.

Guidava.
Guidava e non sapeva dove andava. Forse solo per scappare oppure per non sentire più niente. Sta di fatto che nel cuore portava con sé un inverno caldo.
Melissa pensava che tutto quello che aveva non gli appartenesse. Ma come poteva essere così, dal momento che se l’era costruito lei stessa?
Eppure certe volte ognuno di noi crea attorno a sé un universo per sentirsi meno solo e coccolato, ma non sempre quell’universo è parte della galassia che ci appartiene.
Siamo come tartarughe, abbandonate a noi stesse dalla nascita, in un mondo pieno di avversità; ma per sopravvivere dobbiamo correre al mare e superare la paura dei predatori. Giocarsi sempre il tutto per tutto contro una vita ostile, apparentemente lunga ma così fragile da potersi accorciare in qualsiasi momento.
Lei sì che aveva giocato il tutto per tutto ma anche stavolta era stata divorata. Anche se in amore, colui che ha combattuto di più, avendo visto la sofferenza, è il vero vincitore. Infatti da tutti quegli errori aveva imparato la lezione e forse era pronta per ricominciare un’altra vita che se ne stava andando.
Eppure più percorreva quelle strade intricate, più le sembrava di sapere dove stava andando, anche se ancora non lo sapeva. Melissa ferma a un semaforo della metropoli milanese. Era partita dalla tranquilla campagna per ritrovarsi in un posto caotico, come se lei non fosse già abbastanza ingarbugliata in se stessa come le molteplici svolte che aveva fatto fino a lì, talvolta passando più volte dalla stessa strada.
Eppure guidare per lei era uno svago. Seppur pericoloso, da quando aveva preso la patente per riuscire a fermarsi a pensare sentiva sempre il bisogno di fare un giro in auto per sbollire la rabbia, il rancore e i dolori. Però quella volta tutto era diverso. Lei non provava nulla di tutto questo.
Da quando era partita, con la musica alla radio che l’accompagnava, come il vento sostiene gli uccelli in volo nei cieli di tutto il globo, sentiva che per un pezzo di tempo non si era ascoltata. Per la prima volta credeva di aver fatto una scelta sbagliata. Lei che era così orgogliosa di esser sempre prudente e ridurre la percentuale dei suoi sbagli era stata da sempre una sfida personale.
Come aveva potuto tradirsi da sola?
Eppure molte cose non gli erano chiare.
Forse aveva paura di essere di nuovo un pesce in mezzo a un oceano di squali?
Oppure era veramente pentita di aver mollato qualcosa a metà del tempo, per rifugiarsi nella sicurezza di un amore che era iniziato sbagliato e che si era portata dietro per anni con sempre peggiori risultati?
Il semaforo era tornato a essere verde, infatti non era lì che avrebbe dovuto fermarsi. E più si avvicinava all’incerta meta, più sentiva di stare meglio. Come se quel caldo inverno che si portava appresso stesse sciogliendo il ghiaccio che si era tenuta dentro per lasciare spazio a una temperata primavera. Dopotutto era ancora viva, perciò avrebbe potuto provare a seminare, nonostante l’arido terreno che avrebbe trovato.
Non le restava che provarci.
Ma cosa stava pensando?
Quante volte, ancora, avrebbe dovuto sentirsi dire che meritava di meglio e il meglio non le si era ancora presentato?
Dove si sbaglia nel voler sbocciare come un fiore per un’altra persona e metterci tutto il meglio di sé, se poi, tutte le volte, il risultato è che quando sei a un passo dal sole ogni tuo petalo viene bruciato e vieni spogliato di tutto?
Sembra sempre che ogni volta che riesce ad arrivare vicina a un sogno, questo le venga negato.
Era per colpa di questa condizione che stava viaggiando in lungo e in largo per strade che ancora le sembravano ingarbugliate e sempre più di prima.
A un certo punto però eccola accostare vicino a una vetrina. Un bar come tanti potremmo pensare; ma per lei quello non era un bar qualunque, era il bar in cui tutto era iniziato e finito alla velocità con cui nasce e muore una farfalla.
Poggia la testa sul volante e come quando si scatena un temporale in piena estate, ecco solcare il suo viso da un’innumerevole quantità di acqua salata, come il mare, ma infinitamente dolce nel ricordo di un tempo passato che non tornerà, con la sua luce a rischiarare un cammino di cui l’oscurità si è impossessata.
Scende dalla macchina, chiude la portiera e appoggiandosi alla vettura volge il viso verso il cielo; chiude gli occhi e annusa i profumi nell’aria della città. Sente un odore strano ma che conosce, mischiato all’odore di toscano e di pioggia e di pane appena sfornato. Sempre con gli occhi chiusi abbassa il volto e avverte una mano dolce accarezzarle gli zigomi. Crede di aver sognato, ma mentre apre gli occhi, con quell’odore sempre più persistente nella sua mente e nell’aria, eccola travolgerla un’innumerevole quantità di sensazioni che volano come coriandoli pieni di colori e di vita, la morbidezza delle sue labbra che viene violata da un cuore desideroso di rivederla, abbracciarla e che inconsapevolmente la sta ancora aspettando per ripartire dall’inizio.
Nel momento in cui lo vede, ecco che le lacrime riprendono il loro corso e anche se non sente le farfalle volare, tutto è perfetto così com’è, perché sa che la persona che ha di fronte è rara tanto quanto lei e si sente una stupida a non essersene accorta. Per tutto quel tempo in cui ha sempre sognato di arrivare a toccare il sole, non si è resa conto che è il sole a venirti a cercare quando arriva il tuo momento.

Come è nata l’idea di questo libro?
L’idea di questo libro nasce dalla presenza di una serie di racconti brevi che ho scritto in questi anni, dopo la pubblicazione del mio primo libro: “Ophelie potresti essere tu!” Volevo raccoglierli tutti in un’unica raccolta. Opere premiate e non. Non voglio spoilerare troppo. Nella prima parte del libro, precisamente nel prologo mi dilungo abbastanza su questa idea ma soprattutto sulla dibattuta scelta del titolo.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Per portare a termine questo libro mi ci è voluto circa un anno di stesura e poi la ricerca dell’editore, che fortunatamente è arrivata dopo poco tempo dall’invio a varie case editrici dell’opera. Ma il percorso, come ben saprete, non si ferma qui, per un libro. Ci è voluto poi circa un altro anno prima di riuscire a vederlo pubblicato e questo è stato dovuto anche al tragico periodo di cui siamo parte. Ho deciso di pubblicarlo in Gennaio perché speravo vivamente in un anno migliore per tutti, questa cosa mi da speranza.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
In questi anni ho letto molti testi differenti. Autori come Jane Austine, più contemporanee come Helen Fielding e anche più moderne come Jojo Moyse.Mi piacciono anche autori e autrici come Jamie McGuire e Stephen Chbosky. Il solo fatto che ho deciso di scaricare e leggere Agatha Christie può farvi capire quanto non abbia un autore di riferimento ma cerco di captare tutte le sfaccettature degli autori e dei loro scritti.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo ancora nel paese natale con la famiglia anche se ho l’aspettativa di andare a vivere da sola prima o poi. Spero più prima che poi.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Mi reputo una persona molto attiva sotto il fronte dei progetti sul futuro. Sicuramente, sotto il punto di vista letterario, l’intenzionalità è quella di pubblicare un romanzo. Come molti autori aspiro ad un Best Seller; mi piace avere grandi aspettative per il futuro nonostante mantengo i piedi ben saldi a terra.