Edito da Raffaela Romano nel 2020 • Pagine: 78 • Compra su Amazon
Può un’enorme bugia diventare una stupenda verità?
Rebecca era innamorata di Daniele da più di tre anni, ma lui non aveva mai provato qualcosa che andasse oltre l’amicizia per lei. Ma un giorno, inaspettatamente, Daniele chiede a Rebecca di fidanzarsi per finta con lui per far ingelosire l’ex fidanzata e farla tornare da lui. Rebecca accetta per un solo motivo: forse Daniele, fingendo di amarla, potrà innamorarsi davvero di lei. Ma le cose non saranno così facili come le aveva immaginate. Tra amore, dolore, litigi, voglia di mollare tutto, Daniele e Rebecca vivranno una storia che va oltre le loro capacità di comprensione. Ma il destino è in agguato, e ha scritto un finale che nessuno aveva immaginato. Meno che mai i protagonisti.
Perché, a volte, si accetta di prendere parte a bugie più grandi di sé stessi? Per amore. Oppure per il desiderio che le cose cambino, motivo che può essere strettamente legato al primo. Perciò Rebecca decise di essere parte integrante della più grande bugia mai raccontata in tutta la sua vita.
La sua era diventata un’ossessione. Non riusciva a smettere di pensare a Daniele per un attimo. Se fosse stata innamorata di un suo semplice compagno di classe, sarebbe stato più semplice.
E invece no. Si era innamorata del ragazzo con cui aveva stretto il rapporto più bello che avesse mai avuto, il più vero. Era diventata come una droga: non riusciva più a farne a meno. Ogni volta che lo vedeva, il battito del cuore accelerava ad arrivare fino alle stelle. Ogni sua parola, anche se non diretta a lei, portava migliaia di farfalle allo stomaco. Un suo sguardo le faceva ribollire il sangue. Ma più di tutto amava il loro rapporto, il modo in cui la trattava. Con le persone che conosceva di solito era sempre quella responsabile, quella che pensava agli altri. Invece, una volta tanto, con Daniele si poteva lasciare andare, perché lui la faceva sentire al sicuro. Aveva sempre pensato questo, però: aveva rovinato tutto innamorandosi. Se solo non avesse provato quel che provava, se fosse stata per lui solo una semplice amica, avrebbe avuto uno di quei legami che durano per sempre, oltre tutto e tutti, un’amicizia vera. Ma non lo era, perché lei lo amava.
Per Daniele invece, per quanto lei lo desiderasse, non era lo stesso. Anzi. La considerava un’amica, quello senz’ombra di dubbio, e anche molto importante, ma non era niente di più.
Ed era anche fidanzato, cosa che la scoraggiava molto in ogni caso.
Con Anna, una ragazza di un’altra classe.
Anna poteva sembrare una di quelle ragazze facili, che prendono solo in giro le persone che hanno intorno, ma una volta attirati i ragazzi nella loro trappola si trasformavano, diventando fidanzate modello. Ed era quello che le era successo con Daniele. Ma si sa, chi nasce tondo, non può morire quadrato. Tutti lo sapevano, l’unico a non essersene reso conto era proprio Daniele, accecato da quello che provava per lei.
Una volta aveva anche discusso con Rebecca su questo. In quanto amica, lei voleva solo fargli capire che Anna l’avrebbe fatto soffrire. E non era perché era innamorata e non voleva vederlo con un’altra, ma perché teneva a lui, e voleva vederlo felice. Cosa che, ne era sicura, non sarebbe successa con Anna. Persuasione, tra l’altro, attuata senza molto successo.
Frequentavano entrambi la classe quarta del liceo scientifico. E non avrebbero potuto avere classe più bella. Erano tutti un cuore e un’anima sola, cosa abbastanza difficile. Eppure ci riuscivano. Certo, c’erano i momenti no, qualche litigata, ma comunque riuscivano a dimenticare la lite e ad andare avanti. In classe erano poche le ragazze, solo sette in confronto ai quindici ragazzi, ma molto uniti. Sia Rebecca che Daniele avevano i loro migliori amici. Per lei c’era Antonio, con cui si conosceva fin da piccola, erano praticamente cresciuti insieme. Per lui, c’era Nunzio, col quale, seppure fosse diventato amico in quegli anni di liceo, era molto legato.
Era l’undici novembre duemilaundici. Il giorno in cui ci fu quella “proposta indecente”. Rebecca non riusciva mai a dire di no a Daniele: era come un incantesimo. Anzi, forse era peggio, perché non trovava il modo per scioglierlo. Lui era come una calamita, e lei il ferro che viene attratto. Le piaceva stare accanto a lui, anche se rischiava di essere attratta da quella calamita. E una volta attaccata, non poteva più staccarsi.
‘Ma’, pensava ‘quando non riesci a staccarti dalla calamita, e da una parte ne sei anche contenta, perché quella situazione ti piace comunque, allora deve rimanere così? Non c’è nessuna soluzione? Forse soltanto due, o forse nemmeno quelle; o qualcuno ti allontana dalla calamita, cosa alquanto improbabile perché è troppo forte per chiunque, oppure la calamita deve lasciarti andare. Ma se quella calamita si rinforza ancora di più? Se comincia a volerti? Cosa puoi fare? Niente, puoi solo piegarti e vedere l’andamento delle cose. Tu non puoi fare niente. Puoi aspettare che le cose cambino da sole, ma non sarai tu a farle cambiare.’
Nel caso di Rebecca, non si sapeva quanto sarebbe potuta durare, non si sapeva quanto avrebbe retto, ma quella assurda situazione, poteva essere cambiata soltanto da Daniele. Se non fosse tornato tutto come prima, sarebbe stato soltanto merito suo. Anche se, in realtà, dopo questa storia, niente sarebbe stato più come prima, in ogni caso.
E lei una sola cosa sperava. Che quella situazione potesse cambiare, e a suo favore.
Come è nata l’idea di questo libro?
L’idea è nata quando ero al liceo. Un ragazzo che mi piaceva fu lasciato dalla ragazza, e la mia testa da inguaribile romantica iniziò a fantasticare facendo nascere questa storia.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
In realtà non è stato molto difficile. Adesso ho 24 anni, e quando ero al liceo, in terza, partecipai con il racconto ad un concorso ad Agrigento, e dopo essere arrivata tra i primi 10 finalisti (su 200 partecipanti a livello nazionale), il mio professore di storia e filosofia (autore della prefazione) mi consigliò di allungare la storia e crearne un libro. Fu molto bello farlo.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
All’epoca divoravo tanti romanzi di Nicholas Sparks, e molti del genere romance pubblicati dalla Newton Compton Editori, più erano tragici più mi piacevano. Con il tempo mi sono aperta anche ad altri generi.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Ho vissuto e vivo tuttora a Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Dopo aver abbandonato per un po’ di tempo la scrittura, negli ultimi tempi sono alla ricerca di una nuova idea che mi aiuti a scrivere qualcosa di nuovo. A settembre inizierò a studiare lingue all’università, e spero di poter integrare le due cose, di poter trovare un giorno un lavoro che concili la passione per le lingue e i libri, e di essere allo stesso tempo una scrittrice.
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