Edito da EUROPA EDIZIONI nel 2015 • Pagine: 136 • Compra su Amazon
Una telefonata. È sufficiente una semplice, terribile telefonata per trasformare la tranquilla giornata di un Commissario di una piccola città di provincia in un incubo dai risvolti imprevedibili. Suo figlio, infatti, è stato investito da quella che apparentemente sembrava un’auto pirata ma che già poche ore dopo l’incidente si rivela essere in realtà lo strumento di un piano ben preciso. Una verità sordida e marcia emerge con rapidità, portando alla luce una realtà troppo a lungo nascosta dal fango della perversione e del Male. SPETTRI è un romanzo noir intrigante e avvincente, uno studio attento sugli aspetti più cupi dell’animo umano, ma anche sulla forza del Bene, che sembra non fermarsi né davanti al tempo né davanti lo spazio.
CAPITOLO 13
“Non c’è fuoco, né gelo tale da sfidare ciò che un uomo può accumulare nel proprio cuore”
(Francis Scott Fitzgerald)
“A volte basta un attimo per scordare una vita, ma a volte non basta una vita per scordare un attimo”
(Jim Morrison)
La notte fonda ha girato l’angolo. È un’alba immota, irreale, i cui primi bagliori dischiudono l’aurora. È l’ora delle retate. Il ricercato, svegliato di soprassalto, non ha il tempo di pensare, di reagire. E su questo che conta l’uomo che sta insistentemente bussando al campanello di Domenico Piacentino, ha scelto questo momento a bella posta.
«Ma che cazzo!!!».
«Polizia, deve venire in Questura!».
La sorpresa e la miopia non impediscono all’incanutito semi-gigante nero di prendere visione dell’indubbio tesserino di Pubblica Sicurezza esibitogli sotto il naso.
«Ma il mio avvocato…» non ha il tempo di finire il reclamo.
L’uomo di fronte a lui intasca il tesserino e fa apparire una mazza da baseball tra le mani: «Poi un giorno incontri uno che ti chiede il conto e sei costretto a pagarlo. Con gli interessi…». La mazza si abbatte di taglio sui piccoli occhi sgranati di Piacentino, che emette uno stridulo grido femmineo, stramazzando al suolo, più per proteggersi e per paura, che per il colpo. Si tiene gli occhi e grida istericamente e pateticamente minaccioso: «T’accide, chitemmu’rte» (Ti uccido, per l’anima dei tuoi morti!). Un calcio in bocca pone fine ai suoi strepiti e quindi prende a mugolare quasi incosciente. L’aggressore, allora, lo trascina fuori. Si trova in una stecca di villette a schiera. Nessuno all’orizzonte. Apre il portellone del portabagagli, ha già reclinato i sedili posteriori del suo SUV, vi scaraventa l’ammasso umanoide che guaisce e grugnisce come un animale consapevole di essere avviato alla macellazione.
Più tardi, in una sperduta e nascosta zona collinare della provincia, un ipotetico testimone, dotato di binocolo, potrebbe osservare un uomo (o almeno quello che sembra un uomo)sanguinante che tenta di sfuggire ad un altro uomo (in questo caso più una furia umana) con un bastone che lo insegue e, sollevandolo per il bavero del pigiama, gli grida qualcosa nelle orecchie, sembrerebbero delle domande di cui già conosce le risposte. Una, due, tre, quattro volte, fino a che sembra soddisfatto. L’altro, la bestia, l’animale, l’uomo regredito, urla, piange, supplica, ma l’uomo con il bastone è implacabile, gli abbassa il pigiama dalla cintola posteriore e gli conficca la parte più sottile del bastone tra le chiappe. La bestia stuprata è ormai allo stremo, latrati strazianti disturbano persino il vento e fanno scartare il placido volo di uccelli mattinieri che assistono ignari e quasi infastiditi. Alla minaccia di ricevere un altro colpo di manico nel culo, l’uomo – ridotto ormai ad uno sconcio umano che farebbe rabbrividire persino un diavolo assiro – comincia a snocciolare (ma l’osservatore può solo intuire…) nomi e cognomi, addebitando a questi tutte le colpe di ciò che veniva berciato nelle orecchie e dichiarandosi (ma anche questo può essere solo dedotto dal nostro osservatore…) strumento incolpevole di tutto ciò che è stato perpetrato dai suoi abiurati e presunti complici.
Come è nata l’idea di questo libro?
Rabbia e sogni nel cassetto.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Molto, soprattutto per mancanza di tempo, lettori e editori.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Camilleri, Manzini, De Giovanni… anche se qualche mio affezionato lettore ha citato Svevo…
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Foggia, purtroppo ho rifiutato di trasferirmi per lavoro, moglie, figli e lavoro mi hanno legato a questa terra…
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Sceneggiare per NetFlix…
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