
Edito da Michele Ricetti - Youcanprint nel 2021 • Pagine: 205 • Compra su Amazon
"Questa raccolta de Gli Spunti del Venerdì mi evoca, prima di ogni cosa, il diario di bordo di un equipaggio impegnato in un viaggio di esplorazione. In molti anni di attività di consulenza ho conosciuto poche équipe educative che hanno trovato il modo di lasciare traccia scritta dei loro pensieri e delle loro pratiche oltre le forme consuete e canoniche (spesso obbligatorie) delle relazioni di servizio o dei report di progetto, testi certo necessari ma, non di rado, piuttosto freddi e impersonali, la cui circolazione è tutta interna ai sistemi che li producono (uffici pubblici, cooperative, istituzioni).
I testi raccolti in questo libretto hanno l’ardire di valicare questi confini e provano a uscire nel “mare aperto” della comunicazione pubblica, messaggi in bottiglia che cercano lettori attenti e curiosi. Nella loro eterogeneità di forme, stili e contenuti hanno il merito di restituire, come in un caleidoscopio, racconti e teorie, aneddoti e provocazioni, proposte e bilanci. Ne esce un prodotto “ibrido”: che trova in questa natura tutto il suo valore, una ibridazione che può restituire al lettore, in presa diretta, il sapore e l'intensità di quella magnifica vicenda umana che è l’educazione, un’avventura che, in un modo o nell’altro, ci chiama in causa tutti e intorno alla quale non si riflette mai abbastanza".

È ancora necessario scrivere e raccontare esperienze educative?
Esistono storie che non riescono a essere viste perché si chiudono nella relazione tra educatore e utente, tra Chiara e Tommaso, tra un adulto che sa che cosa sta facendo e un “utente” che ha bisogno di quel sapere che trasforma un gesto in cura, di educazione che trasforma un’azione casuale in un pensiero e lo inserisce in un progetto.
Ma spesso il sapere si ferma in quell’azione, in quel gesto.
Il sapere studiato, conosciuto e pensato, il sapere di un gesto che cura, che educa, che si occupa di altri riesce a connettere situazione e bisogni differenti e a trovare nuovi modi per far stare bene le persone che abitano quel contesto, quella casa, quel territorio, quella scuola, quel Centro di Aggregazione…
Il sapere educativo che parla di come da un pensiero e da un progetto scritto si riescano a realizzare buone pratiche educative che siano azioni dirette con bambini e famiglie o buone pratiche di coordinamento di un’équipe, di pensiero e innovazione attorno a un determinato fuoco, oggetto intenzionale, mandato della committenza, è pane quotidiano nei servizi educativi che incrociamo.
Le buone prassi educative e il sapere pedagogico sono importanti per la società perché è la parte professionale che si cura delle persone: è la declinazione pratica dei servizi che hanno come mandato il creare contesti per una crescita favorevole dei soggetti della nostra comunità.
Ecco la sfida: narrare, trovando luoghi e tempi, modi e parole è un’opportunità perché il sapere di ciò che si insegna e si impara diventi un bene collettivo, della comunità, della società!
È possibile narrare ciò che gli educatori e i pedagogisti immettono con le loro pratiche quotidiane al “servizio” della comunità? È possibile mostrare ciò che gli utenti dei servizi apprendono e insegnano a loro volta?

Come è nata l’idea di questo libro?
Perché scrivere di educazione? Quando tutto questo è iniziato nell’autunno del 2018, nessuno di noi avrebbe pensato che saremmo riusciti in questa nostra sfida. Ecco la sfida di “mettere su carta” quello che tramutiamo nella quotidianità del nostro lavoro educativo con i bambini e i ragazzi che incontriamo quotidianamente.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Gli spunti del venerdì sono il frutto di un lavoro durato tre anni (2018-2021) e che ha accompagnato i lettori, che avevano piacere di leggere la nostra rubrica, per quasi tutti i venerdì dell’anno. Da qui il nome dell’opera.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
La teoria appresa sui libri, ma maturata sul campo…
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