Edito da Urban Apnea Edizioni nel 2018 • Pagine: 190 • Compra su Amazon
Inserendo nella trama riferimenti al Re Giallo di R.W. Chambers e la città di Carcosa di Ambrose Bierce, la serie tv True Detective, ha avuto anche il grande merito di riportare l’attenzione su due straordinari scrittori di cui la casa editrice Urban Apnea Edizioni ha tradotto i racconti “Alla corte del drago” e “Un cittadino di Carcosa”, da qualche settimana disponibili insieme ad altri racconti, già pubblicati nella versione gratuita in formato eBook, nel volume cartaceo Teoria Oleografica | Dark.
Tra gli altri racconti “Il rito” di Lovecraft al cui Necronomicon si dice si sia ispirato lo stesso Chambers. L’atmosfera gotica e inquietante del villaggio posto in alto alla collina dove giunge il protagonista del racconto per le festività di Yule, è la stessa nella quale vi immergerete leggendo “L’Horla, dopo l'uomo” di Guy de Maupassant, dove gli incubi diventano sostanza, “La versione del peccatore” dell'irlandese Sheridan Le Fanu dove i vizi mortali sono puniti come in un girone infernale, e lo stesso “Un cittadino di Carcosa” che dalle prime battute vi affida alle suggestive profezie del leggendario sciamano Hali, trascinandovi tra le nubi nere e il vento che sibila segreti. Nella raccolta anche due racconti di maestri italiani del gotico ormai dimenticati, Igino Ugo Tarchetti con “Le leggende del castello nero” e Camillo Boito con “Il santuario”, in una versione riadattata a un registro contemporaneo con modifiche al testo originale soprattutto riguardo ai costrutti grammaticali, alleggerendo il testo rispetto a quegli aspetti che il lettore moderno considera un appesantimento.
Un estratto da “Il rito” di H.P. Lovecraft
Mi trovavo lontano da casa e la magia dell’oceano orientale aleggiava su di me: al tramonto l’ho sentito infrangersi sugli scogli e sapevo che era appena oltre la collina, dove i salici curvi tremavano contro il cielo e le prime stelle della notte. Dato che i miei famigliari mi avevano richiamato nella vecchia città, mi inoltrai sulla neve appena caduta attraverso la strada che conduceva solitaria verso lo scintillio di Aldebaran, in alto, tra la foresta e il vecchio borgo che non avevo mai visto ma sognato più volte.
Era Yuletide, il giorno che tutti ormai chiamano Natale, sebbene sappiano in fondo ai loro cuori che è più antico di Betlemme e di Babilonia, più antico di Menfi e del genere umano. Era Yuletide e io ero arrivato all’antica città sul mare dove la mia stirpe aveva sempre vissuto e da secoli presiedeva ai riti quando i riti erano ancora un tabù, e li tramandava di generazione in generazione affinché il segreto non andasse perduto. La mia gente aveva colonizzato quella terra da più di trecento anni. Erano uomini bizzarri che prima di imparare la lingua dei pescatori dagli occhi chiari parlavano un antico idioma. Ormai si erano ambientati in quel territorio e custodivano sempre i misteri che nessuno era in grado di comprendere. Quando tornai alla città dei pescatori ero da solo perché non avevo più nulla e sapevo che loro mi avrebbero accolto.
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