
Edito da tremulalibri nel 2019 • Pagine: 320 • Compra su Amazon
Un delitto atroce che sembra sfidare le leggi della fisica. Un commissario con un gran brutto presentimento, una giornalista giovane e in carriera e uno scrittore che vive isolato con i propri demoni. Un libro che blandisce e accarezza e poi frastorna con la sua ambiguità, con il suo essere sempre sull'orlo di un precipizio fra surrealismo, accenni dadaisti e il futurismo evocato nelle sue ultime - davvero insostenibili - pagine. Curioso, disturbante, sincero fino all'autoflagellazione "Ti aspetti spettri?" è l'asticella ulteriormente alzata nella gara divertente e folle che lo scrittore ha deciso di intraprendere con se stesso.

Di colpo si sentì un silenzio come quando nel Saloon un cowboy ordina un bicchiere di latte al posto del Whisky…mi guardarono tutti con biasimo misto a presa per il culo. Si vedeva che pensavano che io non avessi mai vangato in vita mia,lo deducevano dalla mia camicia alla Robespierre e dai miei modi raffinati e gentili, secondo me avanzavano dubbi anche sulla mia virilità. Io avrei voluto dire loro che in realtà qualche volta avevo pure vangato anche se nella mia mente ero convinto di stare usando una pala,che in un mio passato neanche molto lontano avendo avuto io un periodo che poi avrei storicizzato come periodo “Michael Douglas”, assodato che Massa è molto piccola e associando questa constatazione topografica alla teoria dei sette gradi di separazione, era quasi certo che io e una loro sorella o un’altra congiunta ci fossimo in passato in modo appagante innestati e congiunti ma poi pagai, uscii e non dissi niente.
Alle 15 dello stesso giorno Tippete riposava sotto una camelia del giardino. Io non sapevo se avessi vangato o usato una pala ma la buca mi era venuta bene: larga il giusto e abbastanza profonda. Lo avevo adagiato in una scatola di scarpe insieme all’ultima carota che non aveva fatto in tempo a mangiare e poi una volta messo il coperchio avevo ricoperto il tutto con la terra appena smossa. Nessuna lapide, solo un vaso di gerani. Mentre vangavo o zappavo sentivo occhi femminei scrutarmi.
<<Ehi.>>
Alzai lo sguardo. Dalla casa di fronte, specificatamente dal terrazzo, una bella donna sui trenta anni mi stava chiamando. Mai vista prima. In effetti ero lì da tre giorni e non avevo ancora conosciuto e tantomeno socializzato con qualcuno.
<<Mi dispiace. Era il tuo gatto?>>
<<Sì.>> Mi piace sempre iniziare un qualsiasi rapporto con una bugia.
<<Poverino. Come si chiamava?>>
Pure da una distanza considerevole noto la sua quarta abbondante.
<<Aristogatto.>>
<<Ti dispiace se vengo lì? Non mi va di urlare.>>
<<D’accordo, ti apro il cancellino.>>
Sparisce. Riappare davanti al cancello. Le apro. Prima , quando era rientrata dalla finestra del terrazzo mi sono passato una mano sotto le ascelle per appurare che lo sforzo appena fatto non mi avesse giocato un brutto scherzo e poi me la sono annusata attentamente. Niente. Solo profumo di borotalco.

Come è nata l’idea di questo libro?
Da un sogno stranissimo che ho fatto : me ne stavo tutto nudo dentro una voliera gigantesca e nonostante la gabbia fosse aperta non riuscivo ad uscire.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Scrivere mi riesce facile, il giorno che mi risulterà difficile allora smetterò perché sono pigro.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Andrea Nuti, è il migliore scrittore italiano ma nessuno lo sa.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Dopo una perigliosa, meravigliosa e disgraziata parentesi brasiliana sono tornato nella mia città natale Massa dove tutto sommato mi trovo bene. Probabilmente morirò in esilio all’Elba ma solo per assecondare il mio ego.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Il mio prossimo, quinto e penultimo romanzo sarà un giallo con una protagonista femminile dalle caratteristiche davvero particolari. Ce l’ho già tutto in testa, devo solo scriverlo.