Edito da VJ Edizioni - Milano nel 2020 • Pagine: 180 • Compra su Amazon
Un uomo e una donna.
L'Amore, come dice il sottotitolo, "Oltre la vita".
Una vita in cui i personaggi sono investiti da ogni sorta di avversità, come un piccolo veliero in mezzo ad una burrasca sorta improvvisamente da un mare piatto e un cielo limpido
Quel cielo limpido che Annastella e Marcello, ma anche Teresa e Angela, riusciranno sempre a trovare dentro e fra loro, a dispetto, appunto, della vita.
La vita dura e implacabile, che presenta sempre il conto, scompare di fronte alla forza che i protagonisti creano e della quale si servono: l'Amore.
Questo romanzo racconta la storia di un ideale immortale - Oltre la vita - perché un ideale non ha bisogno della vita, non teme la vita, sconfigge la vita.
Questa è la storia del più grande ideale di sempre!
Annastella viveva ormai stabilmente incapsulata nel sarcofago della sua solitudine. All’imbrunire, una cupa tristezza si addensava intorno a lei, come creta dimenticata al sole. Osservava con trepida partecipazione l’agonia delle residue luci, che sembravano aggrapparsi con disperata caparbietà alle punte delle stelle appena comparse. Le vedeva arrendersi, sfrangiarsi, inghiottite inevitabilmente dal buio della notte. Attendeva quel momento con ansia, poiché da lì iniziava la sua attesa, nella speranza di riconquistare la vita perduta, anche per un solo istante, solo per concedersi la possibilità di chiedere perdono, se colpa avesse commesso, e ottenere salvezza. Era tutto ciò che le restava e che poteva desiderare. Assisteva alla lotta eterna e sempre uguale – luce contro tenebre – dalla piccola terrazza del suo appartamento, letteralmente incastonato nel labirintico centro storico della città…
Capitolo III – L’incontro
Quell’anno, la primavera non era ancora riuscita a intiepidire il lungo strascico invernale sebbene le giornate cominciassero a essere radiose e finalmente asciutte. Era il mese di aprile. Annastella viveva con fulgore il suo ventiquattresimo anno compiuto da poco e frequentava il quinto anno di medicina nella prestigiosa Università di Bologna. Le promesse dell’adolescenza si erano confermate in lei, modellando un purissimo gioiello di grazia e armonia femminile, valorizzato dalle diversità, caratteristiche dell’età infantile, che avevano causato motivi di scherno e tanta pena alla gracile bambina. Da alcune ore, la stregabrutta-stregarossa, faceva tutt’uno, con il Trattato di Anatomia Patologica nella sala lettura della grande biblioteca universitaria. I rintocchi perentori della vicina torre dell’orologio annunciarono mezzogiorno e la strapparono dall’osservazione dell’immagine di un fegato ingrossato. Ancora prima di vederlo ne avvertì la presenza e, obbedendo a una sorta di attrazione magnetica, simile a polvere di ferro impotente a resistere al richiamo, ruotò la testa verso quella forza…
Capitolo VI – M
In uno stato di torpore farneticante, Annastella si sentì fluttuare leggera e incorporea. Si abbandonò totalmente a un volo privo di affanno, nudo di limiti. Planava tra volute di trasparenze azzurre che le venivano incontro dischiudendosi morbide, carezzevoli. Senza nessun preavviso, venne attratta in basso, irresistibilmente risucchiata da un vortice turbinante. Si vide precipitare verso le fauci spalancate del gorgo. Precipitò… Affondò nella certezza crudele e irrevocabile che il giorno ventiquattro settembre millenovecentottanta volle portarle in dono con incancellabile fatalità. Ritornata appena alla coscienza, realizzò che il fragore persistente nelle sue orecchie non fosse l’effetto graffiante della voce del vento, mille volte amplificato nella dimensione semi onirica, ma il fruscio proveniente dall’apparecchio stereo. Il telefono cominciò a trillare che era da poco giunta allo studio affollato di pazienti in attesa. Angela alzò la cornetta e dopo alcuni attimi di ascolto disse in tono concitato: – Dottoressa, il professore – si riferiva a Marcello – è stato ricoverato d’urgenza nel reparto di
neurologia al San Martino. È svenuto mentre faceva lezione! – Provveda al necessario, Angela, mi scusi con i pazienti, – rispose terrea Annastella – io corro in ospedale. Tutte le indagini e i più approfonditi accertamenti clinici effettuati nei giorni immediatamente successivi, evidenziarono una condizione chiara e inequivocabile di stadio terminale e irreversibile…
Come è nata l’idea di questo libro?
Il romanzo nasce dall’osservazione del mondo e dalla triste constatazione che l’Amore sia interpretato dall’umanità sempre più come un bene di consumo effimero, transitorio e intercambiabile! Da qui una storia d’Amore “esemplare” che affonda idealmente le sue radici nel “Mito di Platone”.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
La storia si svolge in un arco temporale di mezzo secolo. Le difficoltà maggiori risiedono sia nella tecnica narrativa affidata ai ricordi e quindi in continuo movimento spazio/temporale; sia nella definizione dei personaggi attraverso il loro dialogo interiore accomunato alle loro azioni esistenziali.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Da Tomasi di Lampedusa a Proust, Kafka, Pavese, Joice, Eco, Ungaretti, Montale…
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo a Genova da molti anni con brevi soggiorni in Lombardia e Francia.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Proseguire la ricerca e la sperimentazione di nuovo linguaggio poetico e misurarmi nella narrativa thriller.
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