
Edito da Samuele Casiraghi nel 27/07/2021 • Pagine: 164 • Compra su Amazon
L’opera è un saggio di filosofia sull’amore, racconta tale sentimento attraverso un viaggio estemporaneo, visto dagli occhi dei ragazzi moderni, circondati dall’sempre crescente tecnologia che ha contestualmente distorto, non solo il concetto stesso di amore, ma più in generale la vita di relazioni odierna e la percezione dell’ideale di sesso. L’opera mira ad illustrare le contemporanee forme di amore che si possono incontrare nel corso della vita quotidiana, partendo dall’infanzia fino all’età adulta, citando alcuni suggerimenti su come possano essere affrontati i turbamenti causati non sono da quello stesso sentimento ma anche da ogni emozione che intorno ad esso vive, prospera e si diffonde. Il saggio cerca infine di delineare, in maniera soggettiva, ossia attraverso la prospettiva dell’autore, un differente concetto di amore, più precisamente l’idea che lo stesso autore attribuisce a tale sentimento.

L’amore esiste?
L’amore esiste? O è solo una fantasia alla quale tutti vogliono credere? Immagino che non sia facile rispondere a questa domanda, eppure se non si pone tale questione, non si può comprendere davvero a fondo il concetto di amore. Bisogna quindi affrontare questo problema complicato per capire un dilemma che coinvolge tutti gli esseri umani e che influenza la vita di ogni persona pressoché dall’inizio alla fine. Prima di rispondere, procederei con l’introduzione del concetto di amore, concetto visto attraverso gli occhi delle persone comuni contemporanee.
Gli esseri umani, generalmente, sono conviti che l’amore sia quel sentimento che ognuno prova nel vedere un’altra persona e nel percepire una sensazione strana, indicibile, qualcosa che non si riesce a spiegare ma che però si avverte pienamente come se fosse quasi tangibile. In molti film romantici, o nella letteratura, viene descritto come quel concetto di “avere le farfalle nello stomaco”, una sensazione che ti prende da dentro, quasi come se l’intestino si stesse attorcigliando su sé stesso. L’amore è quella quasi sensazione di volare, che spinge l’uomo a credere di essere in grado di sollevare una montagna o catturare a mani nude un leone; quell’emozione che non ti fa dormire la notte che ti angoscia costantemente e incessantemente facendoti fissare tutti i pensieri solamente, quasi in modo paranoico, su un altro soggetto, nel caso di specie il soggetto amato. Penso che quasi tutti, se non addirittura tutti gli esseri umani, almeno una volta nella loro vita sono stati sorpresi da queste intense e sconvolgenti emozioni, hanno tutti provato a non dormire per diverse notti penandosi per una persona, magari un soggetto che nemmeno si conosceva o di cui si sapeva a malapena il nome, e che magari nemmeno meritava le attenzioni concessegli. Però era lì, fisso nei pensieri reconditi ad occupare la giornata come se non si avesse di meglio da fare o altri pensieri per la mente.
Tutti sanno quanto quelle sensazioni siano concrete, perché non solo le hanno provate, ma molto spesso sono state la fonte primaria di una forte sofferenza, quanti esseri umani infatti, sono stati più volte rifiutati da quelle stesse persone di cui pensavamo di essere perdutamente e pazzamente innamorati. Sono convinto che sia capitato ripetute volte a tutti, questa condizione di rifiuto è una strana sensazione che fa soffrire indefinitamente, perciò si è costantemente spinti a credere che quel sentimento sia reale, quasi percepibile o palpabile. Ma lo è realmente? Il fatto di averlo sentito, avvertito, a volte sofferto anche fisicamente, causando afflizioni di non poco conto, è sufficiente per spingere a credere le persone che sia accaduto veramente? O forse, è solo frutto di qualcosa che è insito nella natura umana?
Gli esseri umani sono spinti a credere solo a ciò che percepiscono, la società moderna, particolarmente quella occidentale, ha perso gli antichi valori della fede e della religione, la scristianizzazione della società contemporanea è un fatto oramai certificato; il progresso e la scienza sono riuscite a spiegare quasi ogni fenomeno, che solamente fino a qualche secolo fa era oscuro alla razza umana. La conoscenza ha spinto l’uomo a credere unicamente a ciò che la scienza stessa riesce a dimostrare e, con il passare degli anni e grazie agli enormi balzi scientifici, è andato scomparendo quell’anelito di fede che ha spinto e mutato la società stessa per milioni di anni. Tuttavia c’è ancora una cosa che la scienza non è riuscita a dimostrare, cosa sia realmente l’amore, questo è l’unico vero atto di fede che ancora oggi circonda la popolazione umana. Una fede incrollabile in quasi tutti gli esseri viventi, infatti difficilmente si può incontrare qualcuno fermamente convinto che l’amore non esiste; sarebbe etichettato come un folle, un uomo perso e sconfitto dalla vita.
Bisognerebbe in realtà riflettere con più attenzione e non lasciarsi trasportare dalle facili emozioni. Credere ciecamente in qualcosa che non è stato scientificamente dimostrato, perché l’amore non è ancora stato comprovato che esista, è un errore fatale, soprattutto se per amore si intende quell’avere “le farfalle nello stomaco”, e tutto ciò che ho descritto in precedenza. Quello che si può apprendere dalle scoperte scientifiche è che l’amore degli esseri umani ha un equivalente tra il regno animale, o meglio quello che gli esseri umani scambiano per amore, negli animali altro non è che un istinto; l’istinto biologico della conservazione e il progresso della propria specie. Gli animali sono costretti ad essere attratti l’un l’altro per poter garantire la continuazione del proprio genere, questo è l’istinto biologico della conservazione della specie. Ciò può essere assimilato a quello che nel regno animale viene descritto come amore, amore che provano gli esseri umani vicendevolmente, ossia avere semplicemente la necessità di riprodursi. Si potrebbe tranquillamente trasfondere questa teoria pure per l’uomo, ossia affermare che l’uomo sente la necessità di amare in quanto ha il bisogno fisiologico di conservare la propria specie; tale esigenza può essere soddisfatta solo tramite la riproduzione, quindi l’uomo è, diciamo, in qualche modo “costretto” ad amare. Se non fosse per questa fatale attrazione provata da ogni essere umano, la nostra razza non sarebbe esistita, o meglio, si sarebbe estinta milioni di anni fa. L’uomo deve amare per riprodursi, solamente tramite l’atto sessuale l’uomo è in grado di generare dei figli, i quali porteranno avanti la specie umana.
Bene, paragonare l’amore al concetto di istinto riproduttivo, risulta essere ancorché troppo riduttivo, gli esseri umani si sono distinti dal regno animale, fortunatamente sono stati in grado di fare un passo evolutivo in avanti, si sono sviluppati e, dunque, come tali non si possono più considerare animali in senso stretto, anche se biologicamente ancora lo sono. La differenza però è dovuta dal fatto che l’uomo è riuscito a sviluppare una coscienza, quella sensazione che tutti provano dentro di sé, quella che fa sentire gli esseri umani in colpa e che gli fa provare pietà o compassione. Anche se la coscienza trova diversi livelli di sviluppo in tutti noi, ogni essere umano ne è dotato, e questo porta con sé delle complicazioni non irrilevanti. Infatti lo sviluppo della coscienza può essere visto come un grande passo dell’evoluzione, ma forse tale coscienza

Come è nata l’idea di questo libro?
L’idea di questo libro è nata dopo che ho avuto diverse esperienze amorose, positive ma anche negative, ho scelto quindi di intraprendere un viaggio, visto dagli occhi di un ragazzo di 25 anni, del concetto di amore che si può incontrare nel mondo moderno.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Le difficoltà non nego sono state parecchie, ma le ho incontrate maggiormente nella decisione relativa alla pubblicazione, se con una casa editrice o in auto pubblicazione.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
I miei autori di riferimento sono per lo più i filosofi e saggisti da Seneca a Socrate, ma il mio autore preferito di cui sono innamorato è Erich Fromm, non uno scrittore convenzionale ma sicuramente fenomenale.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo a Maresso, piccolo paese della Brianza lecchese, ho sempre vissuto qui però ho avuto la fortuna di viaggiare molto.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Personalmente mi piacerebbe diventare uno scrittore, fin da piccolo ho avuto la passione per la scrittura, volevo diventare un giornalista, ma, ahime, i tempi cambiano e quella professione non è semplice da intraprendere.
Libro letto e devo dire molto interessante. Complimenti all’autore