Edito da Città del Sole Edizioni nel 2019 • Pagine: 76 • Compra su Amazon
"[...] Va detto in via preliminare che quella di Barberio è una poesia colta, che interpella perentoriamente e costantemente le capacità ermeneutiche del lettore, indotto a confrontarsi con l'ampia e variegata memoria mitico-letteraria e culturale che le è sottesa e ad orizzontarsi in complessi incroci intertestuali che testimoniano la singolare propensione dell'Autore per l'avventura intellettuale. [...] Poesia colta, si diceva, che attinge materia non solo dal repertorio intertestuale per dir così tradizionale, ma anche da forme creativo-espressive a buon titolo ormai entrate nell'immaginario contemporaneo, quali la narrativa fantasy, il fumetto, il videogame. Quanto al gusto citazionista più o meno esibito a seconda dei casi, va collegato evidentemente ad una ben nota tendenza del postmoderno e del post-postmoderno, alla quale va ascritta altresì la commistione dei più diversi stimoli ispirativi, peraltro assunti in una dimensione di originale rielaborazione".
Dalla prefazione di Francesca Neri, critica letteraria.
“Attraverso il colore del passato,
divisa tra malattia e speranza
in tutto il creato,
Shauni, lungo i due mondi, danza,
oltre il bene ed il male. Oltre il cuore
dello straniero e dell’uomo osserva
il suo nuovo ardore.
Shauni non è padrona né più serva;
è madre e guerriera amorevole,
è la verità che ci sussurra
ogni via mutevole
sulla terra bruna ed azzurra.
Shauni conosce il polso del mondo
dove scorre il fiume della vita
violento e fecondo
e vi ha immerso le sue verdi dita,
bevendo dalle vene della terra.
Shauni avvolge il nostro segreto,
senza pace né guerra
e ne fa fonte, dove mi disseto.”
Come è nata l’idea di questo libro?
Inizialmente doveva essere una raccolta di componimenti poetici volta all’idea di canti attorno al fuoco sull’argomento miti e leggende, in rima e in metrica, in modo da evocare l’immagine di un bardo e le sue ballate. Pian piano, nel modellare la raccolta, ho tentato di creare un fil rouge attraverso i componimenti, una sorta di viaggio che partisse da un punto e finisse in un altro, fatto di immagini e suggestioni. Da queste, il titolo.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Non troppo, è stato un processo molto naturale. Di poesie ne scrivo molte, quindi è stato più un lavoro di assemblaggio che non di scrittura in sé, per questa raccolta. Il “difficile” è stato di sicuro dar ai componimenti una certa omogeneità.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Sicuramente i grandi poeti del romanticismo: Shelley e Keats o anche simbolisti decadenti come Trakl e soprattutto il gotico Edgar Allan Poe. Hanno avuto una grande influenza anche i maestri del fantasy come Tolkien, Kay e Sanderson. Sul versante nostrano, una mia grande influenza è il Foscolo.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo a Reggio di Calabria, ma ho studiato a Bologna e a Siena Lingue e Letterature. Sono state tappe molto importanti, che mi hanno formato in più di un modo, dal lato letterario e soprattutto da quello umano.
Dal punto di vista letterario quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ho molti progetti in quell’ambito: ho sempre desiderato scrivere un poema ed è un qualcosa che sto pian piano creando e strutturando, poi sto scrivendo un romanzo high fantasy e, infine, ho già pronta una seconda raccolta di poesie.
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