Edito da LFA Publisher nel 2020 • Pagine: 134 • Compra su Amazon
Vulìa è, prima di ogni cosa, l’espressione autentica di quanta forza possa incarnare il desiderio dell’altro, al punto da sconvolgere la propria vita.
Un uomo e una donna, due modi diversi di vivere la stessa intensa storia d'Amore. Un fluido di emozioni che scorrono sul filo di una travolgente passionalità, che si snoda con la liricità della poesia e la forza dell'Eros. Un Eros sottile e sinuoso, che fluttua tra le memorie dei sensi e riesce a far fiorire una nuova femminilità, alla luce del desiderio d'Amore.
Una figlia e una madre, donne allo specchio che a tratti si fondono nella stessa anima femminile, fragile e scomposta, moderna e avida.
Vulìa non chiede, ma non aspetta.
‘Quest’anno il Natale è arrivato leggero. Come una brezza delicata sulle mie giornate. Tutte in attesa di leggerti. In montagna non c’è linea internet, la nostra sottile comunicazione ha subito una pausa. Una sosta che mette in luce il mio desiderio di ricevere tue notizie e di dartene. La commozione che da sempre aveva accompagnato queste giornate natalizie, quest’anno mi ha risparmiata. Nella mia testa c’è il solo pensiero di te.
Leggerti e leggere, è la sola cosa che voglio fare in questo momento. Carpire, attraverso le tue righe, qualcosa di te che possa farmi entrare nel tuo mondo. Qualche piccola stilla del tuo modo poetico di vivere.
Eppure, ancora non conosco la tua voce. Il mistero che accompagna il tuo sorriso. La dolcezza del tuo sguardo. Il nervo che percorre la tua mano. Quella leggera smorfia del labbro inferiore, quando non osa chiedere, perché sa che tutto gli è concesso. L’abbraccio che contiene il mio respiro, fino a farmi sentire inutile piega del tempo, senza la morsa delle sue ore. Eppure, la vulìa di aversi è più forte del confine che separa i nostri mondi’.
Quanta complicità in queste parole! Ho da sempre pensato che innamorarsi sia il più soave dei tormenti. Chissà dove avrebbe condotto questo sentimento così incandescente, che stava sbocciando nei cuori di questi due innamorati. È difficile parlare di amore, eppure ogni parola su questi fogli sembrava cercare una risposta al suo mistero. Un amore traboccante di desiderio. Che fantastica storia avevo tra le mani. La vulìa di andare avanti era come un fremito, ma la mia mano indugiava nello sfogliare quel taccuino, come se un sottile timore rendesse il gesto più lento.
Gennaio
‘Gennaio quattordici. Giornata piovosa.
Non è più il tempo di aspettare. La voce mi arriva diritta al cuore. Come un salto da un precipizio, mi lancio nel vuoto, sospesa, leggera, fragile, non c’è l’abisso, solo aria. Aria, che finalmente entra nei polmoni, nella pelle, nelle viscere a ricordarmi che sono viva. Che sono una donna fremente e che ha voglia di amare.
Con Melissa, l’amica con la quale ho condiviso questo timido e innocente segreto, si era concordata una pizza il giorno precedente. Alle quattordici, puntuali, siamo sedute al nostro tavolo. La pizzeria è la solita, sul lungomare di Via Partenope.
La vista che si gode è sorprendente. Una lingua di terra che fa da sponda all’ingresso di Castel dell’Ovo, proprio di fronte a noi. Nelle giornate d’inverno, è possibile osservare il riflesso della luce timida del sole, mentre attraversa le fenditure dei torrioni che lo sormontano.
Il profumo, che porta la brezza marina, si mescola con quello del basilico, adagiato sul manto candido di bufala. Il cameriere conosce i nostri gusti, e anticipando la nostra richiesta, ci porta l’acqua e una bottiglia di Asprinio d’Aversa, il vino che trovo eccellente abbinato alla pizza. La pizza, il calice mezzo pieno, il mare, il Castello… Che magnifica visione!
A entrambe piace passeggiare, così dopo la pizza e il caffè arriviamo fino in cima al Castello, sopra la più piccola terrazza e restiamo in silenzio, a guardare la linea di orizzonte rasente il mare. Un momento di pausa tutto per noi, per godere attimi unici, in un luogo magico. Nessun posto riesce a infondermi pace, come quelle pietre ricche di storia, che sembrano cingere la naturale voce che giunge dal mare.
Lo squillo del telefonino mi lancia nel vortice di un batticuore sfrenato e complice. Mi allontano, abbandono la pizza fumante. Melissa mi guarda interdetta. Golosa di pizza come sono, per nulla al mondo avrei interrotto il mio rito con la “bufalina”. La pizza per me più buona in assoluto. Esco allo scoperto, con la pioggia sul capo, ma non la sento. ‘
Pronto sono io’, ’Sì, lo so!’
Cosa ci siamo detti, non importa. Da lui mi arriva un suono soave e familiare, distante e prossimo, che si lega anche al mio respiro. La mia voce si stende come su un letto di foglie d’autunno. I colori delle nostre parole sono come quelli delle foglie, intensi e pastello.
Melissa mi dirà della mia aria trasognante. La mia aria languida, senza dire nulla di particolare, se non l’impressione che qualcosa d’intimo (per ora quasi a nostra insaputa) si stia generando tra noi. I nostri incontri corrono su un filo sospeso, che sembra tracciare un confine tra il sogno e la realtà. Un sospeso confine, che mi porta a congedarmi da lui, col saluto della buonanotte, soltanto alle cinque del pomeriggio. Sonnambula di giorno e vigile di notte, ecco come passo le mie ore. Pervasa da un leggero peso che in modo delicato si fa spazio nel mio stomaco. La fame e la sete inducono ad altri desideri.
Gennaio è un mese meraviglioso, quando promette e poi mantiene. Il gesto di appartenersi è come un filo sottile, chiede senza pretesa. Entrare nella vita di qualcuno in punta di piedi, è come aspettare l’autobus alla fermata sbagliata. L’incontro d’amore è sempre un appuntamento diretto, colpisce a segno, raggiunge il centro, non indugia in tentativi pleonastici.
Eri tu l’uomo che aspettavo da sempre? Ero io la donna che avresti voluto? Ancora non era il tempo per rispondere, eppure quel momento della nostra vita, aveva cominciato a scorrere in un modo nuovo, sincrono al mio desiderio. La frizzante allegria che cosparge questi giorni, racconta una gioia infantile di altri tempi. Questo mese che inizia, mi giunge come un’epifania di rinascita. Sarà un anno dalle tre ‘P’: pari, palindromo e prodromo di successi. Così come mi hai scritto. E in me aumenta ogni giorno, come la panna liquida che montata diviene solida, la smania, sempre più insostenibile, di sentire la tua voce.
Come è nata l’idea di questo libro?
L’idea è nata dalla voglia di raccontare una grande storia d’Amore, travolgente e intrigante. Volevo mettere in luce la sensibilità di un uomo e la sua capacità di esprimere i suoi sentimenti attraverso la liricità della poesia. Un linguaggio nuovo che si snoda lungo i tratti dell’Eros e ne scopre la forza. Vulìa è un romanzo dalle sottili trame psicologiche. Affronta il tema del desiderio, della passione, del tradimento e dell’Amore da punti di vista insoliti. In questo romanzo ci sono narrate infinite storie, storie di donne e di uomini. Le dinamiche dell’Amore vengono narrate con un vissuto differente nell’uomo e nella donna, attraverso meccanismi mai del tutto svelati, intimi e profondi e spesso anche dolorosi.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Lo stile è nuovo, mettere insieme prosa e poesia in una narrazione fluida, non è stato semplice. Ogni parola ha il suo posto, perché deve accompagnare il lettore nelle pieghe più profonde del desiderio.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Sono una psicologa, i miei autori sono i miei “maestri”, che mi hanno aiutata ad entrare nel mondo della psicologia e a comprenderne i sottili meccanismi.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Attualmente vivo ai Castelli Romani, ma le mie origini sono partenopee. Napoli è il luogo dove la storia di Vulìa trova le sue radiose pieghe di voluttà.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
I miei progetti sono tanti. Non è esclusa una seconda parte di Vulìa, perché una vera storia d’Amore non finisce mai. Poi un nuovo romanzo a cui sto già lavorando, dalla trama sempre intrigante e colorita di spunti psicologici a cui il lettore può riferirsi.
Ho letto VULI’A e l’ho trovato semplicemente fantastico. Lo stile è nuovo e mi sono subito sentito trasportato nella lettura, l’ho letto tutto d’un fiato,poi sono tornato ad una seconda lettura, più minuziosa, dove in tanti punti ho provato una grande emozione. Un libro che rileggerò ancora, perché non finisce di stupire.