In Pdf e ePub I Malavoglia di Verga possono essere comodamente scaricati dal link nell’articolo, grazie a Google Libri. La versione completa del romanzo per cui è possibile effettuare il download è quella Treves del 1907, che consta di 341 pagine.
Il romanzo I Malavoglia in ePub e Pdf, scaricabile da questa pagina, è uno dei capolavori dello scrittore siciliano. La prima edizione del libro risale al 1881. Il romanzo, ambientato ad Acitrezza nella seconda metà del 1800, vede come protagonisti i membri della famiglia Toscano, ovvero i Malavoglia: Padron ‘Ntoni, Bastianazzo (figlio di ‘Ntoni) e sua moglie Maruzza, nonché i figli di questi ultimi due, Mena, Lia, Alessi, Luca e ‘Ntoni di Padron ‘Ntoni.
I Malavoglia in ePub, Mobi, Pdf: i link per scaricare l’eBook da Google Libri
Per chi vuole scaricare I Malavoglia in Pdf, ecco il link per il download del libro.
Per chi volesse invece scaricare – in modo perfettamente legale – I Malavoglia in ePub, può farlo attraverso questo link per il download. Il formato ePub, lo ricordiamo, è ottimo per chi possiede un e-reader non Kindle e vuole leggere I Malavoglia sul proprio dispositivo elettronico. Per far partire il download basta cliccare sulla rotellina in alto a destra e scegliere “Scarica in Pdf” oppure “Scarica in ePub”.
I Malavoglia in Mobi per i Kindle può essere letto con l’ausilio dell’utilissimo software gratuito Calibre. Per ottenere il file Mobi vi basta scaricare I Malavoglia in ePub, quindi trasformare il file da ePub in Mobi con pochi click come illustrato nella nostra guida.
Incipit I Malavoglia di Giovanni Verga: la prima pagina del romanzo
Di seguito riportiamo l’incipit de I Malavoglia di Verga, le prime memorabili righe del romanzo.
Un tempo I Malavoglia erano stati numerosi come i sassi della strada vecchia di Trezza; ce n’erano persino ad Ognina, e ad Aci Castello, tutti buona e brava gente di mare, proprio all’opposto di quel che sembrava dal nomignolo, come dev’essere. Veramente nel libro della parrocchia si chiamavano Toscano, ma questo non voleva dir nulla, poichè da che il mondo era mondo, all’Ognina, a Trezza e ad Aci Castello, li avevano sempre conosciuti per Malavoglia, di padre in figlio, che avevano sempre avuto delle barche sull’acqua, e delle tegole al sole. Adesso a Trezza non rimanevano che i Malavoglia di padron ‘Ntoni, quelli della casa del nespolo, e della Provvidenza ch’era ammarrata sul greto, sotto il lavatoio, accanto alla Concetta dello zio Cola, e alla paranza di padron Fortunato Cipolla.
Le burrasche che avevano disperso di qua e di là gli altri Malavoglia, erano passate senza far gran danno sulla casa del nespolo e sulla barca ammarrata sotto il lavatoio; e padron ‘Ntoni, per spiegare il miracolo, soleva dire, mostrando il pugno chiuso — un pugno che sembrava fatto di legno di noce — Per menare il remo bisogna che le cinque dita s’aiutino l’un l’altro.
Diceva pure, — Gli uomini son fatti come le dita della mano: il dito grosso deve far da dito grosso, e il dito piccolo deve far da dito piccolo. —
E la famigliuola di padron ‘Ntoni era realmente disposta come le dita della mano. Prima veniva lui, il dito grosso, che comandava le feste e le quarant’ore; poi suo figlio Bastiano, Bastianazzo, perchè era grande e grosso quanto il San Cristoforo che c’era dipinto sotto l’arco della pescheria della città; e così grande e grosso com’era filava diritto alla manovra comandata, e non si sarebbe soffiato il naso se suo padre non gli avesse detto «sóffiati il naso» tanto che s’era tolta in moglie la Longa quando» gli avevano detto «pigliatela». Poi veniva la Longa, una piccina che badava a tessere, salare le acciughe, e far figliuoli, da buona massaia; infine i nipoti, in ordine di anzianità: ‘Ntoni, il maggiore, un bighellone di vent’anni, che si buscava tutt’ora qualche scappellotto dal nonno, e qualche pedata più giù per rimettere l’equilibrio, quando lo scappellotto era stato troppo forte; Luca, «che aveva più giudizio del grande» ripeteva il nonno; Mena (Filomena) soprannominata «Sant’Agata» perchè stava sempre al telaio, e si suol dire «donna di telaio, gallina di pollaio, e triglia di gennaio»; Alessi (Alessio) un moccioso tutto suo nonno colui!; e Lia (Rosalia) ancora nè carne nè pesce. — Alla domenica, quando entravano in chiesa, l’uno dietro l’altro, pareva una processione.