Adesso di Chiara Gamberale è in uscita per Feltrinelli l’11 febbraio 2016, edito nella collana I narratori con un prezzo di copertina di 16 euro. In mobi, ePub e Pdf Adesso, l’ultimo libro di Chiara Gamberale della lunghezza di 208 pagine, sarà invece in vendita al costo di 9,99 euro. Vediamo la trama del nuovo volume della scrittrice romana dedicato all’innamoramento.
Contenuti
Trama Adesso di Chiara Gamberale: il momento dell’innamoramento
La trama di Adesso di Chiara Gamberale verte tutto sul momento che cambia tutto nella vita, il momento dell’innamoramento a cui fa riferimento l'”adesso” del titolo. I protagonisti del romanzo sono Lidia e Pietro; Lidia è una donna in cerca di emozioni forti, Pietro un uomo chiuso, dal passato difficile. I due si incontrano e si fermano.
Lidia è ancora legata, in qualche modo, al suo primo amore, Lorenzo, mentre Pietro continua a chiedere con forza a se stesso il permesso di essere felice. La Gamberale affronta in Adesso la sfida di descrivere l’innamoramento “dall’interno”, di rendere conto degli slanci, degli abbandoni, degli ostacoli interiori che i protagonisti si ritrovano a vivere e affrontare fino a giungere al cambiamento, il tutto mentre intorno a loro si rincorrono personaggi tragicomici che continuano a correre e correre, fuggendo senza sosta da se stessi.
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Adesso di Chiara Gamberale e gli ultimi libri della scrittrice
Ricordiamo quali sono gli ultimi lavori di Chiara Gamberale, vincitrice, tra gli altri, del Premio Campiello nel 2008. Nel 2013 la scrittrice romana ha pubblicato Quattro etti d’amore, grazie, con Mondadori, e Per dieci minuti con Feltrinelli, mentre il 2014 è stato l’anno di Avrò cura di te, libro scritto insieme a Massimo Gramellini ed edito da Longanesi.
Un estratto dall’incipit del libro
“Italiana?”
“Sì. Anche tu?”
“Français. Di Metz.”
“Però parli italiano.”
“Un petit peu: italiano da spiaggia.”
“Prima volta a Santa Cruz?”
Con le mani fa segno ventidue e indica con il mento la tavola da surf, dietro al bancone del bar. “Je suis André. Tu?”
“Lidia.”
“Ti piace Santa Cruz, Lidia?”
“Mi fa schifo.”
“Pourquoi es-tu ici, alors?”
“Perché un mese fa ho firmato la separazione da mio marito, cioè dal mio ex marito, e in un libro stupidissimo – che però mi ha consigliato la mia psicanalista – ho letto che, per abituarsi ai grandi cambiamenti che ci impone la vita, bisognerebbe provare in continuazione cose che non avremmo mai immaginato di fare… Così, la prima è stata dare retta a un libro stupidissimo, appunto… E la seconda è stata venire qui, in un posto che identificavo con il male, perché mio marito – il mio ex, marito – mi aveva messo in testa che la California fosse violenta, dispersiva, ormai sopraffatta da se stessa, ma…”
“Ma?”
“Ma l’ho trovata violenta, dispersiva, ormai sopraffatta da se stessa.”
“Ti piace di bere, eh?”
“È una cosa nuova che sto imparando a fare…”
“Une autre Bud?”
“Merci.”
“Plus tard?”
“Più tardi cosa?”
Più tardi si incontrano in un ristorante messicano, mangiano un burrito in due, ma per finta, già impegnati come sono a spogliarsi col pensiero, finché finalmente: su su, s’arrampicano per le scale della pensione dove André ha una stanza, il numero è 26, perdona il disordine, ma figurati, eau?, giusto un goccio, grazie.
“Viens ici.”
Passano i giorni, più o meno dieci. Lidia gli confida di come ci si senta separati anche dentro, quando ci si separa da qualcuno che abbiamo davvero amato, lui non riesce a capire proprio proprio tutte le parole, ma trova che il timbro della sua voce pieghi onde mai cavalcate; lei gli chiede parlami di te, non capisce proprio proprio tutte le parole, forse a Metz ha un negozio di scarpe ortopediche, forse è nato a giugno, ma è rapita dagli occhi di André che sembrano finestre appena lavate, dalle braccia forti di André, da quant’è naturale André, e intenso, da quanto ha sempre voglia di lei, mentre Lorenzo non ne aveva mai, da come la bacia dalla fronte alle dita dei piedi e poi dalle dita dei piedi alla fronte, mentre Lorenzo non si faceva baciare neanche su una guancia negli ultimi tempi, lei ci provava e lui con la mano faceva quel gesto brutto, scomposto, eddai Lidia, come per cancellare il bacio.
È quasi l’alba del loro ultimo giorno a Santa Cruz e André, un attimo prima di addormentarsi, le fa scivolare una mano fra le gambe, tanto così, perché lei possa tenerla con sé: e a Lidia pare di sentire, sotto le costole, all’altezza della pancia, una pallina che si muove.
“À Paris, dans deux semaines,” promette lui, all’aeroporto, prima di vederla ingoiare dai controlli di sicurezza.
“A Parigi, fra due settimane,” promette lei.
E dopo due settimane, ecco: si incontrano a Parigi.
Sono già nudi quando entrano nella mansarda che un amico ha prestato ad André e che a Lidia sembra sia al Marais, ma potrebbe sbagliare, perché non escono neanche per fare la spesa, mangiano quello che c’è, gaufres al cioccolato, gallette di riso, maionese, bevono succo di mirtillo e Heineken.
Si rivestono dopo tre giorni, quando André le dice mi piacerebbe portarti a casa mia.
“Oui, André. Oui, oui. Andiamo.”
Vanno.
METZ 12 km assicura un cartello.
Lidia chiede ad André di accostare.
“Non mi sento bene.”
“Que se passe-t-il?”
“Non capisco, parla in italiano per cortesia.”
“Che cosa c’è.”
“Niente.”
Non è vero, qualcosa c’è. O meglio: non c’è più. Perché la pallina che quella notte a Santa Cruz, con la mano di André nelle mutande, le si era annidata all’altezza della pancia, una specie di passerotto ancora senza piume, con gli occhietti incollati, via!, sta già volando via. E lascia un buco – il solito buco – dove per un attimo c’era stata, maledizione, sì che c’era stata: una nuova possibilità.
Chi è questo tizio che guida e mi tiene la mano come se fossimo sue – la mia mano e io –, come se la macchina fosse nostra e per di più come se tutto questo non fosse un delirio, ma un presupposto?, si sta chiedendo Lidia, piegata in due a vomitare, sul bordo di una sopraelevata nel Nord della Francia. Chi è? È Lorenzo? No, non è Lorenzo. E allora che ci sto a fare io, qui? Che cosa significa Metz? Perché mai dovrei trovarmi a dodici chilometri da questa città?
No, no no.
Non io, non con lui.
Non a Metz.
Non adesso.
Per la biografia della scrittrice italiana rimandiamo alla pagina a lei dedicata su Wikipedia.
Il mare è delicato. Le sue onde schiumose infrangono le rocce all’orIzzonte. Seguimi! Sono io a chiamarti per nome, Stella. Ti voglio amare per come sei non per quello che hai! Desidero che tu parta da me con un sogno vivido e non un incubo devastante. Grazie a te sono di nuovo io che creò la mia vita.