Il nuovo libro di Paola Mastrocola, L’anno che non caddero le foglie, sarà pubblicato il 21 aprile 2016 da Guanda nella collana Le Gabbianelle. Il libro, lungo 168 pagine, avrà un prezzo di copertina di 13 euro (in ePub e mobi per Kindle L’anno che non caddero le foglie sarà invece in vendita a 7,99 euro). Vediamo la trama del volume per ragazzi della scrittrice torinese divenuta famosa con La gallina volante.
L’anno che non caddero le foglie di Paola Mastrocola: la trama
La trama di L’anno che non caddero le foglie ruota attorno a dei personaggi molto particolari nel Paese in cui non cadono le foglie. Il vento, le foglie e gli scoiattoli sono i protagonisti, insieme agli umani, di questo volume in cui si dipana una “doppia storia d’amore”: un amore che non vorrebbe mai avere fine e uno che vorrebbe avere inizio ma non osa. Il vento intreccia i destini e decide le sorti di molti mentre una coraggiosa scoiattolina porta avanti un’indagine che solleva domande importanti sulla felicità e sulle leggi della natura. Il riassunto ufficiale della trama può essere letto sulla scheda completa del libro su Amazon.
L’anno che non caddero le foglie: anteprima del libro
Era uno strano anno quell’anno: le foglie non cadevano.
Cadevano i piatti dallo scolapiatti, i fazzoletti dallo stendino, i capelli ai signori anziani, le lacrime ai coccodrilli e le stelle nel mese di agosto. Ma le foglie no. Non ne volevano sapere, se ne stavano lassù appese ai rami, gialle, rossastre, marronicce o ancora mezze verdi. Se ne staccava giusto ogni tanto una, ma era ben poca cosa.
Nei viali alberati, nelle piazze, nei praticelli dei parchi e anche nei giardinetti delle case e negli spazi condominiali gli alberi rimanevano con tutte le loro foglie addosso, come nulla fosse. Eppure l’autunno era arrivato, come sempre, e come sempre stava per arrivare l’inverno. Faceva freddo ed era buio, ma per le foglie era ancora estate.
La gente all’inizio non ci fece caso, e il Paese, che era un normale e quieto paese in mezzo ad altri paesi, non andò per niente in subbuglio a causa di questa stranezza. Perché si sa, sono sempre tutti indaffarati a questo mondo: lavoro, palestra, figli, amici, tivù, aperitivo con le olive, shopping, stretching, mail, tasse da pagare, videogiochi, spesa al super, messaggini; le giornate se ne vanno come il fumo, non c’è tempo di stare a vedere se quattro foglie in croce stanno ancora appese o no.
Solo i bambini se n’erano accorti, perché si sa, i bambini hanno il tempo e hanno gli occhi: quindi guardano, e quindi vedono. E lo dicevano ai genitori, ma era proprio inutile che lo dicessero. Per esempio Margherita:
«Guarda, mamma, che le foglie quest’anno non stanno cadendo! Si saranno ammalate?»
«Ma cosa dici? Piuttosto, non startene sempre col naso in su, e fila a fare i compiti che domani hai la verifica! Hai studiato? No che non hai studiato, te ne stai lì a guardare se due stupide foglie cadono o non cadono.»
Anche Benedetta:
«Guardate che non cade una foglia in giardino!»
«E be’?» le aveva detto la madre, leggendo il giornale on line prima che arrivassero gli ospiti per la cena.
«E be’?» le aveva detto anche suo padre, scegliendosi una cravatta a righe elegante.
Per non parlare di Federico, che da giorni tornava a casa da scuola sempre più deluso: non poteva più fare il gioco dello scivolamento. E si teneva questo dispiacere per sé, perché come fare a dirlo? L’avrebbero tutti deriso.
Federico era sempre solo, nessuno dei compagni lo voleva perché non sapeva giocare a niente: né alla Play né ai giochi del telefonino. E non sapeva neanche sciare, e nemmeno conosceva le app giuste, quelle per scaricare i video. Quindi se ne tornava sempre a casa da scuola tutto mogio. E per essere un po’ meno mogio, faceva questo gioco dello scivolamento: strusciava con i piedi nel mucchio delle foglie secche che cadevano nei viali, così s’immaginava di sciare sulla neve, o di fare acrobazie con lo skate. Meglio che niente, visto che i suoi, essendo contro il consumismo di massa, non lo portavano allo sci-club, e nemmeno gli compravano la Play e il telefonino.
Ma adesso che le foglie s’erano messe a non cadere, se ne tornava con le mani in tasca, strascicando i piedi sull’asfalto senza scivolare neanche un po’, perché, diciamocelo, sull’asfalto come si fa?
Rimandiamo i lettori che volessero leggere un’anteprima più ampia della favola di Paola Mastrocola alla pagina dedicata al libro sullo store Kobo.
È bellissimo questo libro e anche la trama indica proprio tutta la storia giusta