L’artista dei veleni di Jonathan Moore arriva nelle librerie italiane il 18 febbraio 2016, edito da Newton & Compton nella collana Nuova narrativa Newton. Il romanzo, lungo 336 pagine, sarà proposto a un prezzo di copertina di 12 euro, mentre L’artista dei veleni in ePub e Mobi per Kindle sarà scaricabile a 4,99 euro. Vediamo la trama del thriller di Jonathan Moore e un’anteprima del primo capitolo.
L’artista dei veleni, trama del libro di Jonathan Moore
La trama di L’artista dei veleni di Jonathan Moore vede protagonista il tossicologo Caleb Maddox, studioso degli effetti chimici del dolore. Caleb si lascia con la propria ragazza e mentre è intento a bere in un locale viene avvicinato da una donna di nome Emmeline, una donna tanto affascinante quanto misteriosa. Caleb cerca di ritrovarla ma si ritrova presto coinvolto in un’indagine su una serie di omicidi: uno dei cadaveri ritrovati dai poliziotti a San Francisco appartiene a un uomo scomparso nelle immediate vicinanze del luogo in cui si trovava il tossicologo nella notte del primo incontro con la donna.
Nulla salta fuori dalle analisi del corpo e Caleb decide di collaborare con il medico legale, sua vecchia conoscenza, per cercare delle tracce chimiche che possano rappresentare degli indizi sull’assassino, ma con l’avvicinarsi alla verità (e al ritrovamento di Emmeline), Caleb andrà incontro a pericoli sempre maggiori.
L’artista dei veleni di Jonathan Moore, un estratto dal primo capitolo del romanzo
Dopo essersi registrato ed essere salito in camera, Caleb si mise di fronte allo specchio a figura intera fissato alla porta del bagno e si guardò la fronte. Durante il viaggio in taxi aveva fermato il sangue premendosi il polsino della camicia sul taglio, ma sotto la pelle aveva ancora qualche piccola scheggia di vetro del bicchiere che lei gli aveva lanciato contro. Le staccò con le unghie e le lasciò cadere sulla moquette.
Il sangue riprese a uscire, un rivoletto che gli colò tra gli occhi e si divise all’attaccatura del naso per poi discendere in due scie simmetriche fino agli angoli della bocca. Per un attimo osservò il sangue sul suo viso e il livido che cominciava a formarsi sulla fronte. Poi andò al lavandino e bagnò un asciugamano, lo strizzò e si tamponò, infine andò a sedersi sul pavimento con la schiena contro la porta dell’armadio. Le piccole lame di vetro rotto scintillavano nel tessuto rosso della moquette.
Era vetro di qualità, forse cristallo di Murano. Avevano comprato un set di quei bicchieri nel negozio di Macy’s di fronte a Union Square un anno prima, a Natale, appena lei si era trasferita a casa sua. Sotto l’albero illuminato c’erano dei pattinatori che giravano in tondo e loro erano rimasti lì per un po’, l’uno accanto all’altra, a guardarli. Lei era così calda allora, sembrava che le avessero cucito della brace nel vestito.
Era radiosa.
Quella era la parola che gli balzava alla mente quando la ricordava. Perfino in quel momento. Era un sentiero pericoloso da imboccare, ma in fondo non era così anche per tutto il resto?
Raccolse una scheggia da terra e la tenne sulla punta di un dito.
Al loro terzo appuntamento, avevano fatto una passeggiata sulla spiaggia dall’altra parte della strada rispetto al margine ovest del Golden Gate Park. Lei si era tolta i sandali, li aveva sbattuti tra loro e li aveva infilati nella borsa. Il mulino a vento olandese e alcuni grandi cipressi sbucavano oltre la cortina di nebbia che strisciava dall’oceano. Bridget gli teneva la mano e guardava la tetra distesa grigio-blu del Pacifico. A un tratto le cedette il ginocchio destro, lei lanciò un grido e gli cadde addosso.
«Ahi. Cazzo».
«Che c’è?», le chiese. «Che succede?».
Lei cominciò a saltare su un piede solo, passandogli un braccio intorno alla vita.
«Un vetro, penso, oppure una conchiglia».
L’aiutò a salire una scala di cemento che portava dalla banchina al marciapiede. Lei si sedette sul terzo gradino, lui s’inginocchiò nella sabbia e prese il suo piccolo piede nudo tra le mani. Era abbronzato, snello, e si vedeva il segno bianco a forma di Y dove le infradito avevano nascosto la pelle al sole. Per un attimo il suo sguardo risalì lungo la gamba, seguendo la pelle liscia e perfetta fino alle mutandine rosa. Lei si accorse che la stava guardando e arrossì, poi con una mano si infilò la gonna tra le cosce.
«Scusami», le disse.
Gli sorrise. «Occupati del piede, stupido».
«Giusto, il piede».
Il frammento di vetro si era infilato nella pelle chiara dell’arco plantare. Non sanguinò finché non la estrasse, ma poi il sangue prese a fluire, colando verso il tallone e poi sull’ultimo gradino. Bridget emise un basso rantolo. Quando lui la guardò, si accorse che si stava mordendo il labbro inferiore e aveva gli occhi chiusi.
Il thriller L’artista dei veleni di Jonathan Moore ha favorevolmente impressionato Stephen King: in copertina troviamo infatti una citazione del re del brivido: “Non leggevo nulla di così scioccante dai tempi di Red Dragon”. Rimandiamo i lettori che volessero leggere una più ampia anteprima del romanzo alla pagina dedicata al volume su Google Libri.