Trama di Cartoline dalla fine del mondo: Milano. Durante un esclusivo party all’interno del palazzo dell’Arengario, sede del museo del Novecento, uno degli invitati viene misteriosamente ucciso sotto il quadro Il quarto stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo. Il vicequestore Loris Sebastiani, incaricato delle indagini, capisce subito che in quel delitto qualcosa non torna e che avrà bisogno di aiuto per catturare il misterioso e geniale hacker che si fa chiamare Mamba Nero e tiene in pugno la polizia. Solo una persona può fare al caso suo: il giornalista e hacker Enrico Radeschi. È tempo che rientri in servizio, ovunque si nasconda. Così, dopo otto anni trascorsi da fuggitivo in giro per il mondo, Radeschi viene richiamato a Milano per seguire il complicato caso. Una vera e propria partita a scacchi con Mamba Nero, i cui delitti sempre più efferati sembrano direttamente ispirati da Leonardo da Vinci.
Lo dico senza esitazione, con lo sguardo serio e i pugni chiusi. Antonio Sciamanna mi osserva per un interminabile istante. Il mio informatore nei bassifondi della metropoli è un malavitoso di lungo corso, ma anche una sorta di personale guida per il mondo sommerso che vive e prolifera in questa città.
Ci troviamo nel locale di via Adelchi che da sempre utilizza come ufficio: un avamposto in legno, con luci basse e birre artigianali che portano nomi meneghini doc. Lui sta sorseggiando un’ambrata, lentamente, in attesa che qualcuno si faccia avanti a proporgli un affare e a offrirgli un altro giro. Quel qualcuno oggi sono io.
Stavolta ho saltato tutti i preamboli, tutte le pantomime, tutte le finzioni. Gli faccio scivolare in tasca due banconote da cinquanta euro tanto per mettere in chiaro le mie intenzioni e mostrare subito la mia assoluta disperazione. Ho appena svuotato e chiuso il mio conto in banca, tremilaseicentododici euro; tutti nella tasca anteriore della mia giacca.
«Che succede, ragazzo?»
«Devo andarmene da Milano. Anzi, dall’Italia.»
Sciamanna scuote la testa. È un omone di almeno un quintale, con occhialini dalle lenti fumé e capelli nerissimi e unti con tanto di basette alla Elvis. Non sono solo i soldi che vuole. Ha bisogno di essere persuaso, di un motivo convincente. Deve essere sicuro che non stia cercando il mio solito scoop giornalistico.
«Hanno ammazzato una ragazza, Antonio. L’hanno uccisa al posto mio. Per colpa mia. Capisci? E ora l’assassino è sulle mie tracce…»
Gli basta un’occhiata. Nulla di più.
«Vieni» dice semplicemente.
Ci alziamo e lo seguo fuori, nel freddo della sera di ottobre.
Quando siamo abbastanza lontani da orecchie indiscrete si piega per guardarmi dritto negli occhi.
«Da questa cosa non si torna indietro. Ne sei consapevole?»
«Sì.»
«Ti metterò in contatto con Konstantin, il migliore sulla piazza. Fai quello che dice e pagalo quanto ti chiede. Non trattare sul prezzo, non mentirgli. Con lui devi essere più onesto di quanto tu non lo sia mai stato in vita tua. Confessati come faresti con un prete, se sei cattolico, o come con una puttana se sei come me. Digli tutto e lui ti procurerà un nuovo documento e una nuova vita.»
In un’altra occasione avrei fatto mille domande, sollevato decine di obiezioni. Nella situazione in cui mi trovo, però, riesco solo ad annuire.
«Vai a questo indirizzo. Porta con te tutti i soldi che hai e le chiavi del tuo appartamento. Nient’altro.»
«Ma…»
«Niente ma. Quando si scappa si viaggia leggeri. Buona fortuna.»
Mi stringe la mano passandomi un foglietto ripiegato.
«Penso io ad avvertirlo.»
L’indirizzo è quello di un albergo a una stella in viale Regina Giovanna. Mostro il foglietto al portiere e quello mi spiega di bussare alla stanza 18 al primo piano.
Eseguo alla lettera. Solo che invece di accogliermi con abbracci e sorrisi, appena la porta si spalanca mi ritrovo sbattuto a terra a pancia sotto con un ginocchio piantato in mezzo alla schiena e una pistola puntata alla base della nuca.
«I soldi ce li hai?» chiede una voce dal forte accento straniero.
«Nella tasca della giacca.»
«Prendili, molto lentamente.»
Estraggo la busta piena di contanti che mi hanno dato in banca.
L’atmosfera diventa subito meno tesa: potere del denaro.
«Iuri, aiutalo ad alzarsi. Questo è cliente. Nuostro amico.»
L’energumeno che mi schiacciava sulla moquette fetida si sposta e io finalmente respiro.
Metto a fuoco le scarpe di pelle di un uomo seduto a poca distanza da me.
«Sono tutti soldi che hai?»
Lo osservo indeciso.
«Sì, li ho ritirati due ore fa in banca. C’è anche l’estratto conto.»
«Sei un poveraccio» ribatte quello stizzito. «E mancano cento euro dal totale che leggo qui.»
«Li ho dati a…»
L’uomo alza una mano con un gesto eloquente.
«Niet! Niente nomi. Ho capito. Siccome garantisce lui per te ti prenderò solo duemilacinquecento euro per miei servizi.»
«Ma…»
«Un’altra parola e ti faccio sbattere in mezzo alla strada senza un soldo. Da?»
Non replico. Non sono più sicuro di nulla, ormai.
Osservo il tizio che dovrebbe salvarmi la vita.
Konstantin ha un’età indefinita fra i cinquanta e i settanta. Capelli grigi rasati corti, occhi dello stesso colore, anelli d’argento su tutte le dita e un completo nero stile Blues Brothers. Sta seduto su una sedia di legno e fuma una sigaretta senza filtro.
«Io ti spiegherò come cadere in un buco nero e non ricomparire mai più.»
«Mai più?»
«Questo dipende da te. Non in tempi brevi, comunque. Ora tu racconta me tua storia. Non mi interessano i dettagli ma sostanza. I nomi di quelli che ti stanno a cuore e di quelli che ti vogliono fare la pelle. Il resto a grandi linee. Ci siamo intesi? Hai tre minuti. Sii conciso e non ti perdere in spiegazioni inutili. Via.»
Attiva il cronometro sul suo orologio da polso e io, imbarazzato e piuttosto disorientato, gli racconto di Hurricane, il pazzo che vuole uccidermi, del mio assistente Diego Fuster che ho tradito, di Delia, la ragazza morta ammazzata per colpa mia…
Mi sale il magone e mi si inumidiscono gli occhi.
Konstantin non muta espressione. Ferma il cronometro compiaciuto: non ho straparlato.
«Non abbiamo tempo per le lacrime. Avanti.»
Si alza in piedi enumerando sulle dita della mano destra.
«Ora dimmi quali sono le cose che ti stanno più a cuore.»
«Così su due piedi?»
«Tempo corre.»
«Be’, i miei genitori, il mio cane Buk, la mia Vespa gialla, il mio ficus beniamino e la mia casa. È tutto quello che possiedo.»
Konstantin prende nota su un foglietto di carta che prima memorizza e poi strappa in mille pezzi e getta nel water. Mentre tira lo sciacquone inizia a impartirmi ordini.
«Ecco cosa faremo: la Vespa la chiuderemo in un’officina di via Padova, conosco un tizio.»
«Forse lo conosco anch’io…»
«Tanto meglio. Per cento euro la custodirà a tempo indeterminato. Il cane lo lascerai a questo tuo assistente di cui mi raccontavi anche se dopo quello che è successo non vorrà più vederti. Glielo porterà Iuri. Tu scriverai biglietto. Ama gli animali?»
«Li adora. Ha adottato anche Camilla, la labrador di Delia.»
«Allora non vedo problemi.»
«Il ficus?»
«Prego?»
«Il mio ficus beniamino: se me ne vado morirà.»
«Dammi chiavi di tuo appartamento.»
«Le chiavi di casa? Per farne cosa?»
«Prima le useremo e quando avremo finito nostre attività le spediremo in una busta a tua madre, le scriverai che vuoi fare il giro del mondo e che il tuo appartamento può affittarlo. Il nuovo inquilino si prenderà cura anche di ficus.»
«Giro del mondo?»
«Non mi sembri molto sveglio, ragazzo. Scrivile che andrai in Cambogia.»
«Ma non andrò mai laggiù!»
«Perfetto, meglio ancora. Ora noi va: abbiamo parecchio da fare.»
«Dove?»
«A casa tua. C’è da fare pulizia.»
«Pulizia?»
«Hai un microonde?»
«Be’ sì, ce l’hanno tutti… Vi servirà per pulire?»
«Niet.»
«Per cucinare?»
«Non essere stupido. Dammi tuo cellulare.»
«Il telefonino?»
«Avanti.»
Gli passo il mio vecchio Motorola e Konstantin se lo infila in tasca.
«Adesso scrivi due righe per cane. Noi consegna lui insieme a biglietto a tuo amico.»
Per la biografia dello scrittore mantovano rimandiamo i lettori alla pagina di Wikipedia dedicata a Paolo Roversi.
Altri libri con protagonista Enrico Radeschi
- La confraternita delle ossa
- La marcia di Radeschi (comprendente la riedizione ampliata di Blue Tango – noir metropolitano e altri racconti)
- L’uomo della pianura
- Niente baci alla francese
- La mano sinistra del diavolo
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