Diego De Silva in Divorziare con stile torna a raccontare le vicende del fortunato personaggio già protagonista di diversi suoi libri: l’avvocato napoletano Vincenzo Malinconico. Il romanzo sarà pubblicato da Einaudi il 13 giugno 2017 nella collana I coralli con un prezzo di copertina di 19 euro (al seguente link trovate la pagina dove acquistare il libro su Amazon con il 15% di sconto). Per gli ebook nelle versioni pdf, epub e mobi per Kindle il prezzo è invece di 9,99 euro.
Vediamo la sinossi del libro e un’anteprima dal primo capitolo del testo.
Contenuti
Divorziare con stile: riassunto della trama
I lettori che volessero leggere il riassunto ufficiale della trama del libro e le recensioni dei lettori possono passare alla scheda completa del libro su Amazon.
Anteprima del romanzo
We can be heroes, just for one day
Quando entriamo in aula, Pestalocchi ha già preso possesso della scrivania e se la tira manco un presidente di Cassazione. Quanto gli piace trattare gli avvocati dall’alto in basso, salutandoli con il vago cenno d’assenso di chi ha fatto troppa carriera per dire Buongiorno, non potete neanche immaginarvelo.
Fra noialtri poveri cristi già non molto entusiasti del contenzioso che ci deporta in questo ufficio, ci scambiamo occhiate di sopportazione condivisa mentre ci prestiamo alla macchietta dell’inflessibile giudice di pace che sta lí a giurisdire in nome del popolo italiano in tema di beghe condominiali, cause relative a beni mobili fino a 5000 euro quando non assegnate dalla legge ad altro giudice, apposizione di termini e distanze legali, immissioni di fumo o di calore, rumori, esalazioni, scuotimenti e altre simili propagazioni eccedenti la normale tollerabilità, controversie stradali del valore massimo di 20 000 euro o, su richiesta di parte, cause fino a 1100 euro per le quali decide secondo equità (non so se mi spiego).
Malgrado faccia un caldo da veranda abusiva, e l’ufficio non disponga di condizionatori (fino a qualche anno fa questo posto era una scuola materna, infatti ci sono ancora in giro un sacco di sedioline e banchi mignon che usiamo spesso come appoggi per scrivere sui verbali di udienza: i colleghi mingherlini addirittura ci si accomodano, e a volte guardandoli pensi che gli manca solo il cestino della merenda), Pestalocchi pretende che le finestre restino chiuse perché – dice – soffre d’asma allergica, e gli sbalzi di temperatura potrebbero nuocere gravemente alla sua salute.
Inutile dire che noi addetti ai lavori siamo convinti che Pestalocchi lo faccia apposta a sigillare l’aula, perché se c’è una cosa che al Signor Giudice piace (ma proprio assai) è far soffrire la gente.
Non so se avete presente il tipo. Ci sono diversi modelli di cattivi – ognuno di noi ne ha esperienza e redige le sue personali graduatorie –, ma Pestalocchi appartiene a quell’edizione limitata che ha il profilo perfetto dell’aguzzino. Il genere di bastardo che non fai nessunissima fatica a immaginare in divisa da SS.
Espedito Lenza, il ragioniere commercialista con cui divido l’affitto dello studio da diversi anni, che ha avuto a che fare con Pestalocchi prima che facesse domanda (purtroppo accolta) come giudice di pace (un’altra caratteristica di quelli come lui è la tendenza a riciclarsi quando falliscono, pretendendo di cancellare i loro imbarazzanti trascorsi contando sulla connivenza degli altri), Espedito, dicevo, che pure lo conosce e ovviamente lo schifa, sostiene invece che Pestalocchi, detto La Merda, piú che quello dell’aguzzino avrebbe il profilo del chiudivagone: il verme, per capirci, che fatta la conta dei deportati chiudeva lo sportello del treno e fischiava la partenza.
Con Espe ci troviamo spesso a confrontarci su questa disputa fra aguzzino e chiudivagone. E per quanto la figura del chiudivagone associata a Pestalocchi mi conquisti (è particolarmente ripugnante, perché sintetizza con efficacia la vigliaccheria sadica del verme che fa il gesto che condanna a morte e poi ritira la mano), ogni volta che vedo La Merda in azione non posso fare a meno di figurarmelo davanti ai cancelli di Auschwitz impegnato a selezionare i prigionieri.
Oh, lo so. Pensate che stia esagerando. Che sia di cattivo gusto fare associazioni cosí macabre in riferimento a qualcuno che sarà anche un po’ stronzo ma non per questo potrebbe scendere tanto in basso. Beh, vi sbagliate. Primo, perché non conoscete Pestalocchi. Secondo, perché la bassezza d’animo e la meschinità (altro che banalità) del male sono piú diffuse di quanto vogliate ammettere, e scommetto che tanto tempo fa, tra i banchi di scuola, qualche profilo aguzzino l’avrete visto. Piccoli arrivisti, calcolatori, anaffettivi e ipocriti, sprezzanti del prossimo e concentrati esclusivamente su se stessi, disposti a qualunque piccineria pur di procurarsi un vantaggio, che nella vita si sarebbero venduti al primo offerente in cambio di un briciolo di potere.
È che poi per fortuna uno li perde di vista e addirittura se ne dimentica (anche se per strada, negli anni, ogni tanto gli passano accanto e li riconosce dalle onde elettromeschine che emanano, pure se non li vede), finché un giorno se li ritrova alla barricata di fronte, magari seduti dietro il banchetto di un ex asilo adibito a ufficio del giudice di pace, e gli torna tutto.
Gli altri libri di De Silva con l’avvocato Malinconico
In ordine di pubblicazione, ecco i titoli dei volumi in cui appare il personaggio di Vincenzo Malinconico:
- Non avevo capito niente
- Mia suocera beve
- Sono contrario alle emozioni
- Divorziare con stile
La bibliografia completa può essere consultata sulla pagina di Wikipedia dedicata a Diego De Silva.