La donna che sembrava Greta Garbo di Sjöwall e Ross è un thriller ambientato a Stoccolma che sarà pubblicato il 17 marzo 2016 da Sellerio, nella collana La memoria. Il volume, lungo 336 pagine, avrà un prezzo di copertina di 14 euro, mentre in ePub e mobi per Kindle La donna che sembrava Greta Garbo sarà posto in vendita al costo di 9,99 euro. Vediamo la trama del romanzo e un’anteprima del testo.
La donna che sembrava Greta Garbo, trama del libro di Sjöwall e Ross
La trama di La donna che sembrava Greta Garbo vede protagonista il giornalista Peter Hill, che ha perso il lavoro da quando la sua rubrica di cronaca è stata chiusa dopo le accuse di affari poco puliti mosse a Sven Olsson, responsabile affari interni del ministero della giustizia. Hill sta ora scrivendo un romanzo, o meglio dovrebbe, in realtà si sente vuoto e inutile finché il suo amico Bloom, un poliziotto ora in pensione, lo convince a tornare al giornalismo investigativo per una storia strana su cui vale la pena indagare. Olsson, nemico di Hill, ha dato ordine ai servizi segreti di seguire una ragazza dalla straordinaria somiglianza con Greta Garbo; i suoi uomini l’hanno seguita per giorni, ma la ragazza si è dileguata senza lasciare tracce. Deciso a scoprire cosa nasconda Olsson, Hill comincia la sua indagine che si incrocia con quella di Kroonen, un commerciante di auto olandese arrivato a Stoccolma per cercare la figlia. I due, per quanto diversi, si trovano sulla stessa barca e devono sfuggire ai servizi che li tallonano mentre continuano le ricerche della donna che somiglia a Greta Garbo.
La donna che sembrava Greta Garbo, un estratto dal libro
La donna che saliva la gradinata che portava all’atrio del Grand Hotel sembrava una giovane Greta Garbo. I capelli biondo cenere le cadevano sulle spalle in un morbido casco alla paggetto, il cappello nero dalle ampie falde metteva in ombra la parte superiore del viso, mentre gli occhi erano celati da un paio di occhiali da sole. Nonostante il tepore del clima, indossava un lungo soprabito nero completamente abbottonato, che le arrivava a metà polpaccio. Portava calze grigie e scarpe nere con tacchi alti e cinturino. Poteva essere diretta a un cocktail party come al funerale del proprio marito.
Sulla spalla sinistra reggeva una grande borsa di tela grezza, accessorio che appariva un po’ stonato con il resto dell’abbigliamento.
Avanzò nell’atrio dell’hotel come se fosse di casa, si diresse con sicurezza verso la reception dove scambiò qualche parola con due uomini, uno giovane e l’altro di mezza età, entrambi calati in ineccepibili completi di sartoria, rigorosamente uguali. Dopo una breve conversazione, prese uno degli ascensori che si trovavano a lato della reception.
Due minuti più tardi la giovane donna, senza essersi tolta cappello, occhiali o soprabito, era seduta in una suite del quinto piano, davanti a una scrivania in stile gustaviano su cui aveva posato, dopo averlo estratto da un astuccio in simil cuoio, un piccolo registratore Sony. Dall’altra parte della scrivania sedeva un uomo di mezza età, magro, che la scrutava al di sopra degli occhiali da lettura.
– Così parla olandese… – disse l’uomo, accennando una risatina di stupore e gettando un rapido sguardo al suo addetto stampa, in piedi accanto alla finestra.
La giovane donna abbozzò un sorriso a sua volta, scoprendo una fila di denti sorprendentemente bianchi.
– Io sono olandese, signor Rüter. Nata e cresciuta a Purmerend.
Sempre sorridendo, si sporse in avanti e accese il registratore.
– Ma guarda un po’ – commentò l’uomo magro. – E lavora qui in Svezia…
– Sì, a Stoccolma. Scrivo per diversi periodici femminili e di tanto in tanto mi capita di lavorare anche per qualche quotidiano.
La spia luminosa del Sony si accese di un rosso vivo allorché la donna schiacciò il tasto di registrazione.
– Così, adesso, le è capitata questa occasione…
Rise, e i suoi denti rivelarono una scarsa pulizia. Come i capelli del resto, sottili e opachi, che conferivano al suo viso un profilo ancora più scarno. All’inizio della sua carriera politica, uno dei responsabili della campagna elettorale gli aveva consigliato di portare la parrucca, accorgimento che lo avrebbe fatto sembrare più giovane dei suoi cinquantun anni, ma lui, Rüter, riteneva che tale soluzione non si accordasse all’immagine di uomo di Stato che tanto gli premeva comunicare. Era invece convinto che gli occhiali con le mezze lenti, calzati sulla punta del naso aquilino, rafforzassero il suo pensoso carisma, dunque si sforzava di toglierseli il meno possibile. Osservò con gli scialbi occhi arrossati la donna che stava armeggiando con il cursore del volume.
– Dica qualcosa – lo invitò lei, avvicinandogli il microfono.
È possibile leggere un’anteprima più ampia del romanzo sulla piattaforma Google Libri.