Marcello Simoni, come recita la dicitura sulla copertina di L’eredità dell’abate nero (Newton Compton), è l’autore italiano di thriller storici più letto del mondo. Il nuovo capitolo della saga Secretum sarà pubblicato il 19 giugno 2017 con un prezzo di copertina di 9,90 euro (ma qui lo potete trovare con il 15% di sconto). Per l’edizione in ebook nei formati pdf e mobi per Kindle, il prezzo sarà di 4,99 euro. Ecco la sinossi del romanzo storico di Simoni.
Contenuti
L’eredità dell’abate nero: riassunto della trama
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Anteprima del libro di Marcello Simoni
Firenze, abbazia di Santa Trìnita
21 febbraio 1459
Il monaco guardiano sollevò la lanterna e contemplò l’arazzo, un ordito in lana di Fiandra che dava forma a una scena marina. Indugiò sui ricami, alla ricerca delle creature mostruose seminascoste tra le onde e lo scafo di una galea in procinto d’inabissarsi, poi si lisciò la barba, forse chiedendosi cosa ci facesse un simile paramento nella cripta di un’abbazia. Continuò a osservarlo, in preda a un trasporto quasi infantile, finché la voce di un confratello non lo richiamò al dovere. Gettò allora un ultimo sguardo e sparì nell’ombra.
Non appena fu tornato il silenzio, l’arazzo oscillò. Due dita spuntarono da dietro il bordo, afferrarono un lembo di tessuto e lo scostarono con cautela, permettendo al ladro di uscire dal nascondiglio.
Intrufolarsi nei recessi di Santa Trìnita era stato facile, per lui. Esclusi i soliti rischi del mestiere, si era trattato anzitutto d’infischiarsene della dannazione eterna promessa a chi depredava i beni dell’Ecclesia. E di accettare che l’inferno fosse destinato a tutti, inclusi i monaci assuefatti allo sfarzo. Ho ragione buon Signore?, meditò ghignando. In fin dei conti, al mondo si commettevano scelleratezze ben peggiori dell’alleggerire messeri ed eccellenze delle loro scarselle. A voler poi fare i pignoli, prelevare lo stercus diaboli da un edificio sacro equivaleva quasi a una missione salvifica. Anzi, provvidenziale.
Continuando a rimuginare sulle sue teologie mordaci, il ladro sfilò una fiaccola da un anello di metallo e prese a esaminare l’ambiente dal punto in cui era stato interrotto. Vestiva interamente di nero, la faccia scurita con la pece da calafato e i piedi fasciati di sparto per non produrre rumore. Sarebbe stato un peccato, si disse, negare una sortita a un luogo sorvegliato da soli religiosi. Un peccato mortale, visto che il luogo in questione celava una camera in cui i monaci di Vallombrosa custodivano i loro tesori.
Trovata quella camera, l’unico problema sarebbe stato trasportarne il contenuto all’esterno. Ragion per cui il ladro si era assicurato la complicità di un furfante di strada, un nano di nome Caco appostato davanti a una finestra che separava la cripta dal piano della strada. Le inferriate, in quel punto, erano abbastanza larghe da potervi far passare fiorini, pietre preziose e forse anche qualche candeliere.
Meglio spicciarsi, però, dacché l’officio dei vespri non sarebbe durato in eterno e i sotterranei dell’abbazia erano più estesi di quanto avesse immaginato. Riprese pertanto ad aggirarsi tra le colonne di marmo fino a scorgere il contorno di un portone borchiato. Sfilò uno stiletto e un sottile calamo di cui si serviva per scassinare i chiavacci, poi si avvicinò, ansioso di scoprire cosa proteggesse quel battente.
Un risuonare di voci lo mise in allerta.
Ripose in fretta la torcia e si rannicchiò dietro una Madonna di legno, poco prima che due persone facessero il loro ingresso. Non erano monaci, stavolta.
«Lo sapete, lo sapete bene!», stava sbraitando il più basso. «Ci sono navi sciagurate, destinate al naufragio».
«E persone ancor più sciagurate», lo rimbeccò l’altro, «nate apposta per sfiancare la pazienza altrui». Avanzava a mento alzato, il profilo aquilino sormontato da un cappuccio a foggia. Il fisico alto, asciutto come una verga, era fasciato da un lucco di panno abbottonato fino al collo.
Sbirciando da dietro la statua, il ladro riconobbe messer Giannotto Bruni, banchiere e mercante fiorentino. L’altro invece gli era sconosciuto. A giudicare dall’accento e dal turbante avvolto intorno al capo si trattava di un forestiero.
«Non capite?», insisteva quest’ultimo con foga. «Sono rovinato!».
«Affari vostri».
«Affari della vostra compagnia, piuttosto, dal momento che mi ha garantito un risarcimento in caso di disgrazia».
La risata di Giannotto Bruni echeggiò sotto le volte della cripta. «Non state alludendo a una mia compagnia, bensì a una filiale associata. Rifatevi su di essa e lasciatemi in pace».
L’uomo col turbante l’afferrò per un braccio. «Siete uscito di senno?», protestò. «Vorreste che m’imbarcassi per Famagosta? In questa stagione dell’anno?»
«Ve l’ho già detto, affari vostri», esclamò il banchiere, liberandosi con uno strattone. «Se avessi saputo che intendevate assillarmi con simili fanfaluche, mai e poi mai avrei accettato d’appartarmi con voi».
«Duemila fiorini d’oro!», lo sferzò il forestiero. «Risarcitemi almeno di questa somma, che è nemmeno un terzo del valore di quanto ho perduto».
Altre saghe di Simoni
Marcello Simoni è autore di due trilogie e di romanzi a sé stanti. Le due trilogie più famose, a oggi, sono quella del Mercante di Reliquie, composta dai seguenti volumi:
- Il mercante di libri maledetti
- La biblioteca perduta dell’alchimista
- Il labirinto ai confini del mondo
e la trilogia Codice Millenarius, composta invece dai seguenti romanzi:
- L’abbazia dei cento peccati
- L’abbazia dei cento delitti
- L’abbazia dei cento inganni.
Tra gli altri volumi ricordiamo, in particolare, I sotterranei della cattedrale (un romanzo breve) e La cattedrale dei morti (una raccolta di racconti. Tutti i libri citati in questo articolo sono editi da Newton Compton e di facile reperibilità.
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