Il libro di Marco Milani L’inverno del pesco in fiore uscirà per Piemme il prossimo 23 febbraio. Il romanzo, lungo 480 pagine, sarà presentato al costo di 20 euro per la versione tradizionale cartacea, e al prezzo di 9,99 euro in eBook. Vediamo la trama e un’anteprima dal volume.
L’inverno del pesco in fiore, la trama
La trama di L’inverno del pesco in fiore di Marco Milani vede tra i personaggi principali Ernesto Bondoli, a cui dovrebbe andare l’eredità del patriarca Filiberto. Per esserne all’altezza, secondo il nonno, Ernesto deve diventare un uomo, ed è la guerra ciò che può farlo maturare. Ernesto si ritrova a Pechino nell’anno 1900; tutto quel che gli resta dell’Italia è una foto della sua famiglia. Nonostante al ritorno in Italia lo attenda un’eredità, Ernesto non torna dalla Cina. A tornare nella Penisola sarà invece l’amico Mario, che si recherà a casa Bondoli per riconsegnare la fotografia alla famiglia di Ernesto.
Tra i Bondoli Mario troverà una donna da amare, con molte difficoltà, nonché segreti difesi a costo del sangue, e capirà come nella fotografia a cui Ernesto era tanto attaccato si nasconda un intero universo.
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L’inverno del pesco in fiore di Marco Milani: un estratto dal capitolo ‘Lo scatto’
«Fermi… State fermi, per favore» supplicò il fotografo, scomparendo sotto il panno nero della gigantesca Voigtländer.
Una bava di vento accarezzò le cime degli alberi e i presenti sperarono in un po’ di refrigerio. Ma a terra non ne giunse un alito, lasciando tutti nelle proprie camicie bagnate, nelle vesti umide; ognuno nei pensieri svogliati e insofferenti di un pomeriggio estivo, troppo caldo anche solo per vivere.
«Chi gradisce una limonata?» chiese un’anziana cameriera scendendo dalla scalinata di marmo. Reggeva con entrambe le mani un vassoio d’argento sopra il quale svettava una brocca colma di succo di limone e ghiaccio. Sulla superficie esterna della caraffa le goccioline d’acqua si rincorrevano tuffandosi in una minuscola pozza scintillante.
Tutti si voltarono verso di lei e si udì levarsi la voce esultante di un bimbo.
«Fermi, perdio!» ringhiò l’anziano uomo dai baffi folti al centro del gruppo di famiglia in posa. «Perdio! Nessuno si muova!» E sbatté a terra il bastone da passeggio.
Il fotografo riemerse da sotto il panno. Alcuni uccelli neri sorvolarono la corte. Questa volta il vento attraversò il roseto e raggiunse i presenti.
«Che si faccia questa dannata fotografia!»
Il bambino che poco prima aveva urlato di gioia si strinse alla madre e non osò più gettare neppure uno sguardo alla brocca. La domestica riparò all’interno della sontuosa dimora, risalendo le scale a ritroso.
«Immobili… basterà poco…» disse con voce suadente il fotografo, anch’egli intimorito dalla severità del patriarca di quella ricca famiglia «…rimanete fermi fino a quando non ve lo dirò io, per favore…»
Il grosso cane dal pelo nero e folto, sdraiato davanti a tutti, alzò svogliatamente la testa, lanciò uno sguardo lontano, oltre la fila di abeti allineati come soldatini, dietro la grande stalla, e si rimise a dormire.
«Guardate l’obiettivo. Immobili!» urlò da sotto il panno il fotografo.
Trascorse un tempo che a tutti parve infinito. Il cinguettio degli uccelli e il frusciare dell’acqua del ruscello che scorreva poco distante rigavano con delicatezza la patina di silenzio stesa ovunque. Persino i domestici, sparsi qua e là ma ciascuno distante dal gruppo di famiglia, quasi che la loro semplice presenza potesse rendere meno armonioso quel quadro, trattenevano il respiro.
Di tutto il gruppo, solo due donne in prima fila erano sedute, su grandi sedie di vimini, più simili a troni che ad arredi da giardino. Quella a sinistra portava un crocifisso di legno sul petto. Dietro di loro, in piedi, il patriarca baffuto e dallo sguardo protervo fissava l’obiettivo come se intendesse sfidarlo.
Alla sua sinistra una giovane donna dai lineamenti gentili sembrava assorta in pensieri malinconici. La sua mano sinistra era posata sulla spalla del figlioletto in piedi davanti a lei; il bambino, sebbene avesse smesso di tremare, sentiva ancora rimbombare nelle orecchie la voce tonante del nonno.
Di fianco a lui e alla madre, un uomo alto e massiccio. Assomigliava al patriarca, ma soltanto negli occhi e nei tratti del viso, perché in altezza lo sovrastava di almeno venti centimetri. Il suo sguardo era vacuo.
Ultima della fila, una giovane donna dall’aria quasi sfrontata: il braccio sinistro piegato, la mano appoggiata sul fianco, lo sguardo rivolto al padre, il patriarca. Uno sguardo insolito, forse colmo di sfida, certamente di ribellione.
Alla destra del capofamiglia, un giovanotto sui sedici anni sorrideva con soddisfazione. Dopo di lui, un anziano dallo sguardo perso nel vuoto sembrava non sapere perché si trovasse lì e chi fossero tutte quelle persone attorno a lui. La sua mano destra poggiava sulla spalla di una ragazzina castana, graziosa, in piedi davanti a lui, di fianco a una delle due donne sedute in prima fila. Vicino alla fanciulla, un ragazzo teneva gli occhi puntati sulla nonna, l’anziana con il crocifisso. La manica destra era agganciata al risvolto della giacca, ripiegata all’altezza del gomito. Dietro di lui, visibile solo perché alto diversi centimetri più degli altri, un uomo sorrideva; il suo sguardo enigmatico e inquietante perforava l’obiettivo, arrivando a gelare il cuore del fotografo.
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