La notizia della nascita della casa editrice La nave di Teseo ha fatto il giro della rete nella giornata di ieri. Vediamo nel dettaglio chi, insieme a Elisabetta Sgarbi, animerà la nuova realtà editoriale e alcune delle tante, interessanti dichiarazioni rilasciate in merito alla scelta di distaccarsi da Mondazzoli.
Editori, scrittori, intellettuali che rispondono all’affare Mondazzoli, ovvero all’acquisizione del gruppo RCS da parte del gruppo Mondadori (per il quale si parlava di possibile intervento dell’Antitrust che tuttavia per ora non è arrivato). La nascita della casa editrice La nave di Teseo assume un grande valore alla luce dell’attuale situazione editoriale italiana: Elisabetta Sgarbi molla l’amata Bompiani, e insieme a Umberto Eco e molti altri decide di lasciare il potente megagruppo berlusconiano per riprendersi l’indipendenza.
Roberto Calasso era stato il primo a opporsi nettamente all’affare Mondazzoli ricomprandosi Adelphi, di cui è adesso proprietario al 71%, l’opzione di prelazione sfruttata da Calasso non era una via legalmente percorribile da Elisabetta Sgarbi per Bompiani (come la stessa Sgarbi spiegò a suo tempo), ma la risposta dell’editrice non si è comunque fatta attendere. Elisabetta Sgarbi, nella recente intervista collettiva rilasciata a Francesco Merlo e pubblicata su Repubblica, parla di 51 titoli previsti entro l’anno, con pubblicazioni che inizieranno dal prossimo maggio.
Insieme a Elisabetta Sgarbi vi sono Umberto Eco, Sandro Veronesi, Furio Colombo, Edoardo Nesi, Sergio Claudio Perroni, Eugenio Lio, Jean-Claude Fasquelle, Mario Andreose, tra gli autori Mauro Covacich, Michael Cunningham, Susanna Tamaro, Carmen Pellegrino, Vittorio Sgarbi, Pierangelo Buttafuoco e altri ancora. La casa editrice avrà sede a Milano con distribuzione e servizi commerciali a cura di Feltrinelli e Messaggerie.
Niente da dire: è davvero una bella brigata. La mossa per l’indipendenza sancita dalla nascita della nuova casa editrice è tanto più apprezzabile se consideriamo i rischi economici che comporta (che, nonostante i grandi nomi, sono inevitabilmente presenti). Il nome La nave di Teseo è stato ispirato da un passo delle Vite Parallele di Plutarco:
Fino ai tempi di Demetrio Falereo gli Ateniesi conservavano la nave su cui Teseo partì insieme coi giovani ostaggi, e poi ritornò salvo, una trireme. Toglievano le parti vecchie del legname e le sostituivano con altre robuste, saldamente connettendole tra loro, in modo che essa serviva di esempio anche ai filosofi quando discutevano il problema della crescenza, sostenendo alcuni che era la stessa nave, altri che non era più la stessa.
Eco ha commentato: “L’importante è la nave, non Teseo”. Una nave che, nella nostra interpretazione, può cambiare nel corso del tempo, può conoscere rimaneggiamenti, ma che continuerà a muoversi in una determinata direzione, ad affrontare determinati percorsi con la libertà di movimento che le corazzate non hanno.
Per chi volesse conoscere ulteriori retroscena sulla fondazione de La nave di Teseo, rimandiamo all’intervista su Repubblica linkata in precedenza; dal canto nostro non possiamo che augurare un brillante futuro alla nuova realtà editoriale fondata da Elisabetta Sgarbi.
Il cuore palpita, quando la notte é spenta.