Mistero siciliano è un giallo dello scrittore tedesco Mario Giordano con protagonista la simpatica zia Poldi. Il volume arriverà in nelle librerie italiane il 18 maggio 2017 e sarà caratterizzato da una generosa dose di umorismo.
Il romanzo è pubblicato da Newton Compton con un prezzo di copertina di 10 euro (acquistabile online con il 15% di sconto), che diventano 4,99 per chi acquista l’ebook formato pdf, epub oppure mobi. Ecco il riassunto della trama di Mistero siciliano – Le indagini della zia Poldi e un’anteprima dal testo.
Mistero siciliano: trama del romanzo di Mario Giordano
Come accennato, la trama vede protagonista la zia Poldi, che all’inizio della storia è in cerca di riposo e di buon vino col quale stordirsi, dopo il trasferimento da Monaco di Baviera a Torre Archirafi, in Sicilia. Tuttavia presto la famiglia del defunto marito comincerà ad assillarla e la scomparsa del giovane Valentino (che la aiutava in casa) costringerà la zia ad attivarsi. Figlia di un commissario, Poldi capisce che la scomparsa del giovane non è dovuta alla sua volontà di allontanarsi, e dà inizio a delle vere e proprie indagini.
Tutto si complica quando entra in gioco il commissario Montana, che non dimostra di gradire la presenza della curiosa e affascinante Poldi.
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Mistero siciliano: un estratto dal romanzo
Dove si racconta di come e perché la Poldi arrivi in Sicilia e cosa ne pensino le cognate. Senza parrucca e una bottiglia di brandy non si combina niente. La Poldi invita i parenti a casa per un arrosto di maiale, fa al nipote una proposta che non può rifiutare e conosce i suoi vicini di via Baronessa. Poco dopo, però, all’appello già ne manca uno.
Nel giorno del suo sessantesimo compleanno, mia zia Poldi si trasferì in Sicilia, per ubriacarsi come si deve fino allo svenimento definitivo, ma vista mare. Un gesto estremo che tutti noi temevamo da parecchio, ma qualcosa si mise di mezzo. La Sicilia, si sa, è un posto complicato, perfino morire non è facile, c’è sempre qualcosa che si mette di mezzo. E poi invece accade tutto in un baleno e uno muore ammazzato e nessuno ha visto né sentito niente. Ovvio che mia zia Poldi, testarda e bavarese com’era, dovesse prendere in mano la situazione e fare un po’ di ordine. Ed è lì che sono iniziati i problemi.
Ah, zia Poldi. Un tipo appariscente, quando entrava in scena non passava inosservata. D’accordo, negli ultimi anni aveva messo su qualche chilo e sì, l’alcol e l’amarezza le avevano lasciato addosso qualche segno, ma con la testa ci stava ancora, sempre… o quasi.
Sensibile alla moda, quando era uscito Music di Madonna la Poldi era stata la prima ad andare in giro per Monaco con un cappello da cowboy. In uno dei miei primi ricordi c’è lei ancora insieme allo zio Peppe in un completo giacca-pantalone color arancio quasi fosforescente sulla terrazza dei miei genitori a Neufahrn, con la birra in una mano e nell’altra una sigaretta Roth-Händle, e quella risata a scossoni che le scuoteva tutto il corpo e faceva tremare il mondo, interrotta solo da battute sconce e parolacce, che a ripeterle il giorno successivo fecero di me la star indiscussa del cortile di scuola.
Isolde e Giuseppe si erano conosciuti a Monaco, in televisione, lei faceva la costumista e lui il sarto, un lavoro che in mancanza di altri talenti e idee aveva ereditato dal padre, cioè mio nonno, un tiranno ipocondriaco cui davvero erano mancati altri talenti e idee, al contrario di suo padre, cioè il mio bisnonno Barnaba, emigrato negli anni Venti a Monaco senza spiccicare una parola di tedesco per mettere su un’attività di commercio di frutta esotica – cioè mediterranea – che lo aveva reso milionario. Accidenti, sto già rischiando di perdermi in chiacchiere.
Tra la Poldi e lo zio Peppe fu grande amore. Poi, purtroppo alcune cose non andarono per il verso giusto. Due aborti, l’alcol, le tresche di mio zio, il divorzio da mio zio, la malattia di mio zio, la morte di mio zio, la storia del terreno in Tanzania e altri spiacevoli cambiamenti, deviazioni e smottamenti della vita hanno velato di amarezza l’esistenza della zia. Eppure lei ha continuato a ridere, amare e bere, e a farsi scivolare addosso le cose che non le andavano a genio. In pratica tutte.
La Poldi aveva amato molto il suo lavoro di costumista, ma negli ultimi anni aveva perso sempre più commesse per colpa di colleghe più giovani. Il mondo della televisione aveva iniziato a navigare in cattive acque, e con il tempo lei aveva perso pure la voglia di lavorare; sfortunatamente quella maledetta storia della Tanzania le aveva prosciugato il conto, o quasi. Poi però i suoi genitori erano morti e le avevano lasciato la casa alla periferia di Augusta. Mia zia odiava quell’abitazione e tutto ciò che era legato a essa, quindi perché non investire i risparmi e la modesta rendita per realizzare il suo più grande desiderio? Svenimento definitivo con vista mare, appunto. E con la famiglia.
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