Ecco la trama di Prendiluna di Stefano Benni e i dettagli sul nuovo romanzo dello scrittore italiano in uscita per Feltrinelli il prossimo 11 maggio.
Il volume, lungo 224 pagine, avrà un prezzo di copertina di 16,50 euro (in preordine le maggiori librerie online lo propongono con il 15% di sconto), mentre per le versioni mobi, epub e pdf di Prendiluna il prezzo sarà pari a 9,99 euro.
Prendiluna: trama del nuovo libro di Benni
La trama di Prendiluna è ricca di elementi fiabeschi e surreali. Prendiluna, protagonista del romanzo, è una maestra in pensione a cui viene affidata un’importantissima missione da parte di un gatto fantasma. Da questo punto di partenza la storia si dipana in un mondo onirico sempre più imprevedibile, con personaggi che potrebbero essere creature celesti oppure dei fuggitivi da una clinica, un killer-diavolo, altri fantasmi, gatti telepatici e gatti poeti, odiatori cibernetici, scienziati ed ex allievi della protagonista. Il “cammino” di Prendiluna la porterà all’Università Maxonia, dove scatterà l’ora della battaglia.
Dai dettagli finora trapelati è lecito attendersi un’autentica esplosione di fantasia dal prossimo libro di Benni. Per i lettori interessati alla trama ufficiale e alle recensioni dei lettori rimandiamo alla scheda completa del romanzo su Amazon.
Prendiluna: anteprima del libro
Un estratto dalla nuova opera di Benni (primo capitolo):
La vecchia guardava la luna, e viceversa.
Era seduta nella veranda, e le sembrò che l’astro puntasse un raggio splendente sul prato, come per illuminare un palcoscenico.
Sentì un crepitio, simile a quello degli stecchi che bruciano nel fuoco. Poi un tic tac. Le ricordava qualcosa…
Ecco. Il crepitare erano archi o zampette che si accordavano. Il ticchettio era il battere della bacchetta sullo spartito. Il direttore di orchestra avvertiva i musicisti che era ora di esibirsi.
E infatti, un istante dopo, scoppiò un concerto di grilli entusiasti. Cantavano come se festeggiassero qualcosa. Forse un compleanno. E per un grillo un compleanno è una cosa seria, perché vive un anno solo.
Dal profondo del buio risuonò il verso di un uccello notturno.
Né lamento né gioia: un canto filosofico, un dubbio, una domanda.
La vecchia si sentiva un po’ sola. I Diecimici erano tutti nel bosco, ed era strano, a quell’ora di solito dormivano variamente spalmati per la casa. Ma quella notte erano usciti in fretta, come se volessero nascondersi. La vecchia scrutava nel prato, e nel colonnato degli abeti.
Da un momento all’altro si aspettava che un’ombra spuntasse dal buio, portando in bocca un piccolo dono crudele, il cadavere di una talpa o un topo straziato. Ma niente si muoveva.
Lanciò un fischio di richiamo. Le risposero alcune note flebili che presto divennero un miagolio alto, doloroso, ipnotico. Come un rosario davanti al camino. Janua coeli, Stella matutina, Regina felium. Salì d’intensità, divenne un coro selvaggio, e si alzò un vento tiepido…
Poi il buio fu graffiato da un suono stridulo, come se qualcuno avesse urtato la puntina di un vecchio giradischi, e scese il silenzio. Un silenzio innaturale che fermò il brivido delle foglie, la marcia dei vermi e il gemito del ceppo nel fuoco.
La vecchia sentì all’improvviso battere il cuore.
Si accorse così, dopo tanto tempo, che aveva un cuore, che lo aveva ospitato per tutti quegli anni e forse si era un po’ consumato.
Allora cercò di respirare forte e ingoiare il fresco della notte, odor di menta e rugiada e fiato di grilli.
Ma una luce azzurra, come un’alba improvvisa, la sorprese.
Sullo sfondo degli alberi apparve suo figlio immaginario, che portava in una mano una lampada e nell’altra il secchio del pozzo. Sorrise e svanì.
Poi la vecchia rivide un cervo ferito e zoppo che aveva incontrato nel bosco a sette anni.
E tutti i funghi che aveva raccolto nella sua vita, una montagna profumata.
E la volta che vide il fiume diventare pietra, e i pugnali di ghiaccio della cascata.
E una pagnotta gigantesca, calda e fragrante che volava come un’astronave, fatta da lei, da sua madre, da sua nonna…
E quella volta che un fulmine affamato entrò dal camino e rubò una lepre dallo spiedo.
E un ragazzo bello e odoroso di letamaio che la baciava nella cabina della mietitrebbia.
E ricordò che, quando era piccola, vide per la prima volta la luna piena e la sorpresero mentre saltava e gridava perché voleva afferrarla e tirarla giù.
Quel giorno lontano era nato il suo soprannome, Prendiluna.
Poi ricordò una corriera che cigolava e ballava la samba sulle buche, il giorno che era andata a studiare in città.
E la prima volta che era entrata in classe col ruolo di insegnante, e vedendo quei visi curiosi e seri che la scrutavano, aveva fantasticato: adesso mi uccidono e mi mangiano.
E il verde melograno e sempre caro mi fu e il piccolo dolore quando a fine anno lasciava una classe di allievi, ma un’altra già stava per arrivare.
Qui i lettori possono trovare la biografia di Stefano Benni su Wikipedia.
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