Il romanzo Il prigioniero della notte di Federico Inverni sarà pubblicato da Corbaccio nella collana Top Thriller il 3 marzo 2016. Il volume sarà lungo 480 pagine e avrà un prezzo di 16,90 euro (9,99 euro nella versione in eBook, ePub o Mobi per Kindle). La descrizione ufficiale lo definisce “il thriller italiano che ha conquistato l’Europa”: eccone la trama e un estratto.
Il prigioniero della notte, trama del libro di Federico Inverni
La trama di Il prigioniero della notte vede protagonista il detective Lucas, che si muove tra i delitti come un automa, sconvolto dal suo passato, facendo ricorso al suo intuito “quasi visionario” per risolvere i casi su cui si trova a indagare. Il caso di una donna deceduta senza segni apparenti di violenza lo spinge a chiedere una consulenza alla psichiatra Anna, una profiler che conferma i suoi sospetti: l’omicidio è opera di un serial killer. Anche Anna ha delle esperienze traumatiche nel suo passato, Lucas e la profiler durante le indagini si ritroveranno a muoversi in un labirinto in cui il passato è sempre pronto a riemergere tagliente, fino a trovarsi davanti una verità del tutto inaspettata.
Il prigioniero della notte di Federico Inverni: un estratto dal primo capitolo
Fu la vibrazione del cellulare a riscuotere Lucas dallo stato in cui si trovava.
Mancavano alcuni minuti alle sette di venerdì sera e lui era rientrato a casa da poco più di un’ora, dopo quasi venti ore filate di servizio, ma la sua mente aveva già dimenticato tutto. Il lungo, estenuante interrogatorio dell’uomo, le infinite domande sui suoi trentasette anni di matrimonio, sul suo rapporto con la moglie, le lacrime nei suoi occhi mentre spiegava che non riusciva a rassegnarsi, non poteva vivere senza di lei, non capiva dove e perché se ne fosse andata. L’intuizione. La corsa a sirene spente nel furgone insieme al medico legale, Sasha Grass. Il ritrovamento del corpo, il volto spento della donna murata dietro una parete di mattoni nel cottage in montagna di proprietà del suocero del colpevole.
Lucas aveva messo da parte quei pensieri, come si spegne un proiettore al termine del film, e quando aveva messo piede nel suo appartamento gli era rimasto addosso soltanto un lieve odore rancido e stagnante, come un fosso in campagna, e il peso della pura stanchezza fisica.
L’appartamento era vuoto. Come sempre, gli sembrò che qualcun altro fosse stato lì. Qualcuno che non era lui. Qualcuno che aveva toccato le sue cose, sfiorato i suoi pochi ricordi materiali. Ma sapeva che era soltanto un’impressione, ormai l’aveva imparato.
Aveva pensato brevemente a Kathryn.
Si era liberato in modo frettoloso e distratto degli indumenti, abbandonandoli sul pavimento in anticamera, e si era sdraiato sul letto. Sapeva di dover scrivere un appunto, e l’aveva fatto: poche parole in inchiostro nero sul bloc notes che teneva sempre sul comodino, dove aveva poi appoggiato il telefono e l’orologio da polso.
Voleva soltanto chiudere gli occhi per qualche minuto, rilassare le membra. Sapeva di dover fare una doccia. Sapeva di dover cenare. Sapeva di dover compiere qualche esercizio fisico – quella sera, stando al programma mandato a memoria, erano previste flessioni e addominali – prima di andare a dormire. Sapeva di dover prendere le pillole, e sapeva in che ordine assumerle e a che distanza l’una dall’altra. Sapeva di dover dormire. Non aveva bisogno della presenza di Kathryn per ricordarsi di tutte quelle cose.
Perciò in quel momento aveva tutta l’intenzione di dedicare soltanto qualche minuto al buio dietro le proprie palpebre.
Le aveva abbassate.
E, senza accorgersene, si era perso.
Lucas non rispose al cellulare che vibrava sul comodino.
Era scattato a sedere sul letto, madido di sudore. Si era guardato attorno, con occhi appannati e confusi. Lo sguardo gli era caduto sullo specchio sopra la cassettiera in legno chiaro. Nel riflesso, aveva visto un volto anonimo, dai lineamenti piuttosto regolari. Fronte alta, capelli sale e pepe cortissimi che gli disegnavano il cranio, una pronunciata stempiatura. La barba di un giorno, forse due: era un calcolo che non sapeva più fare perché aveva smesso da tempo di prestare attenzione a quel particolare, come a molti altri dettagli inessenziali. Occhi verdi, scuri, smarriti.
Era certo di non riconoscersi.
La vibrazione riprese, e Lucas abbassò lo sguardo verso la fonte del rumore. Sul comodino c’erano un orologio, un cellulare e un blocchetto di appunti aperto. C’erano delle parole scritte sulla pagina. Avvicinò di poco la testa, lesse, poi allontanò gli occhi, ripeté fra sé quelle parole, le rilesse.
Passò un minuto in totale immobilità, in assoluto silenzio.
I lettori interessati possono trovare un’anteprima più ampia di Il prigioniero della notte di Federico Inverni (pseudonimo dell’autore), a questo indirizzo su Google Libri.