I segreti di mia sorella di Nuala Ellwood, edito in Italia il 18 gennaio 2018 da Nord, è un thriller che ha riscosso un notevole successo in Inghilterra. Vediamo la trama di I segreti di mia sorella e un estratto dall’incipit del romanzo.
I segreti di mia sorella: trama del libro
È notte quando Kate arriva in stazione. Sua sorella Sally non è venuta a prenderla e, forse, è meglio così; Kate non avrebbe avuto la forza di affrontare l’ennesimo litigio. Dopo gli ultimi mesi trascorsi in Siria come corrispondente di guerra, ha già accumulato troppi brutti ricordi. E incubi. Ecco perché, mentre è a letto nella vecchia casa di famiglia, Kate pensa che il grido disperato che l’ha appena svegliata sia frutto della sua immaginazione. Eppure lo sente ancora. C’è qualcuno, nel giardino accanto. Un bambino che chiede aiuto. Kate si precipita fuori per soccorrerlo, ma il bambino è sparito. Il giorno successivo, va a bussare alla porta della vicina, la quale sostiene di non avere figli. Kate allora prova a parlarne con Sally, però nemmeno lei le crede, anzi l’accusa di essere sull’orlo della follia, schiacciata dal senso di colpa per un incidente avvenuto in Siria, per un bambino che non è riuscita a salvare. Possibile che Kate stia impazzendo? O è l’ennesima, crudele manipolazione di Sally? Cosa si nasconde dietro le tende perennemente chiuse della casa di fronte? Si tratta solo di un fantasma del passato o Kate è l’unica ad aver intuito la verità?
ACQUISTALO CON IL 15% DI SCONTO LEGGI RECENSIONI SU AMAZONdomenica, 19 aprile 2015, ore 10.30
«Vuole che le rifaccia la domanda?»
La dottoressa mi parla, ma le voci non mi permettono di sentire quello che dice.
«Kate?» Seduta davanti a me, attende nervosamente che le risponda.
«Mi scusi, potrebbe ripetere?» Cerco di concentrarmi.
«Vuole che chiuda la finestra? C’è parecchio rumore, fuori.»
Fa per alzarsi, ma la fermo subito allungando una mano. Lei sussulta, e mi rendo conto che potrebbe aver preso il mio gesto come un’aggressione. «No. Non si preoccupi. È solo che credevo di aver sentito… Niente. Lasci perdere.» Non devo dirle delle voci.
Lei accenna un sorriso. Questo è un territorio conosciuto. Allucinazioni uditive; voci nella testa. Una manna, per una psicologa clinica come lei. Prende il taccuino e lo apre su una pagina bianca. «Va bene, Kate.» Mentre scrive, un raggio di sole del mattino colpisce la penna, mandando un luccichio argentato. «Potrebbe descrivermi quello che sente, per favore? Si tratta di voci vere e proprie?»
«Non so di cosa parli.»
«Riesce a capire quello che dicono?»
«Senta, so benissimo cosa cerca di fare. Ma non ci riuscirà, perché io non sono quella che crede.»
«Cosa credo che sia?»
«Una pazza che sente le voci, che vede e s’immagina cose. Lei pensa che sia tutto nella mia testa.»
Mentre parlo, le voci tornano, vanno e vengono, come una radio sintonizzata male. La dottoressa Shaw sta dicendo qualcosa, però io non riesco a sentirla, perché le voci sono assordanti. La vecchia che piange; il giovane padre che corre in strada con in braccio il corpo martoriato della figlia. Sono vecchi amici, vengono a trovarmi ogni volta che sono sotto stress.
Non resisto. Mi copro le orecchie con le mani. Le voci diventano un’eco ovattata, come quella che si sente dentro le conchiglie. Vedo mia madre, con la guancia premuta contro la mia. Ascolta, amore. La senti? È la voce del mare. E io le credevo. Credevo davvero che dentro quella conchiglia ci fosse il mare, ma in realtà quello che sentivo era solo la vibrazione dell’aria contenuta tra le sue pareti curve. Ci credevo perché non potevo fare altrimenti. Lei era mia madre e una madre non mente.
«Kate?»
Ho visto le sue labbra muoversi. Ha detto il mio nome. La fisso e lei fa lo stesso. Ha gli occhi verde scuro, mi ricordano il colore del mare d’inverno. È sempre più forte adesso, il rumore delle onde che s’infrangono sugli scogli.
«Kate, la prego.» La dottoressa Shaw fa per alzarsi. Vuole andare a chiedere aiuto.
Mi costringo a togliere le mani dalle orecchie e le incrocio in grembo. Il bracciale di peridoto che Chris mi ha regalato per il nostro ottavo anniversario scivola lungo il braccio e ricade sul polso. Lo accarezzo, strofino le sue pietre come fossero la lampada di Aladino. Esprimi un desiderio. Ricordo la sera in cui Chris me l’ha dato. Eravamo a Venezia e c’era il Carnevale. Mentre passeggiavamo per le calli ammirando i costumi elaborati della gente, lui mi ha infilato una cosa in tasca. «Ai prossimi otto anni insieme», mi ha sussurrato poi, allacciandomi il bracciale. Chiudo gli occhi. Fallo tornare da me.
«Come dorme, ultimamente? Ha incubi?»
Scuoto la testa e cerco di concentrarmi, ma riesco solo a pensare a Chris e al nostro viaggio a Venezia. Mi sembra di sentire ancora l’odore dei canali.
«È molto carino.» Indica il bracciale.
«Il peridoto dovrebbe proteggere dagli incubi», rispondo con un filo di voce.
«E funziona?»
Continuo ad accarezzare le pietre. È come se mi confortasse.
«Funziona, Kate?»
Non molla. Bevo un sorso d’acqua dal bicchiere di plastica che mi hanno portato un’ora fa. È tiepida e ha un cattivo odore, ma è sempre meglio della puzza dei canali. Mi asciugo le labbra col dorso della mano. «Mi capita di fare brutti sogni. Ma non mi sembra una cosa strana, considerato tutto quello che è successo nelle ultime settimane.»
Mentre lei prende appunti, guardo a terra e vedo pezzi di corpi coperti di fango, come in un macabro puzzle. Mi ha chiesto se ho incubi, ma da dove vuole che cominci? Vuole forse che le racconti delle fosse in cui mi sono ritrovata, coi piedi che affondavano nel terreno e nei liquidi organici? Che le parli di quelle notti interminabili in cui mi svegliavo pregando di poter sentire un rumore, una voce, qualsiasi cosa che non fosse il silenzio incessante della morte? No, perché altrimenti non farei altro che confermare i suoi sospetti. Devo rimanere concentrata e stare un passo avanti a lei, altrimenti è la fine. Continuo ad accarezzare le pietre del bracciale, come se davvero potessero proteggermi.
Lei smette di scrivere e alza lo sguardo. «E direbbe che questi incubi siano peggiorati da quand’è tornata a Herne Bay?»
Poso il bicchiere sul tavolo e raddrizzo la schiena. Devo smetterla di distrarmi; devo restare concentrata, all’erta. Ogni cosa che dico potrebbe essere usata contro di me. Mi sforzo di tenere la voce salda. «No, non sono peggiorati. Sono solo diventati realtà.»
Per ulteriori informazioni sull’autrice rimandiamo al sito ufficiale di Nuala Ellwood.
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