Il libro di Georges Simenon, Il sorcio, sarà ripubblicato in Italia da Adelphi, dopo tantissimi anni di assenza, a partire dal 22 giugno 2017. Il romanzo, della lunghezza di 160 pagine, potrà essere acquistato al prezzo di 18 euro (che diventano 15,30 se lo si acquista scontato online). Per quanto riguarda gli ebook in formato pdf, epub o mobi, il prezzo del libro sarà di 9,99 euro. Vediamo ora la sinossi di Il sorcio.
Il sorcio: trama del libro
Nel riassunto della trama da poco apparso sulle librerie online scopriamo che Il sorcio, definito “un Maigret senza Maigret” vede protagonisti dei personaggi già noti ai lettori di Simenon, ovvero Lucas, divenuto commissario, e lo sfortunato ispettore Lognon.
Per la trama ufficiale e le recensioni dei lettori rimandiamo alla scheda di Il Sorcio su Amazon.
Anteprima dal libro
I SILENZI DELL’ISPETTORE SCORBUTICO
Erano appena passate le undici e dieci quando la porta del commissariato si aprì. I due agenti che giocavano a dama alzarono la testa. Anche il brigadiere che fumava la pipa dietro il bancone di legno nero si drizzò, ma tutti, ancor prima di aver visto in faccia il nuovo arrivato, capirono di chi si trattava sentendo una voce ben nota che protestava:
«Le ripeto, giovanotto, che non c’è bisogno di spingere! Lei non sa con chi ha a che fare! To’! È di servizio proprio il mio brigadiere!».
Il turno di giorno stava per finire. Nel giro di tre quarti d’ora sarebbero subentrati quelli che facevano la notte. Il brigadiere, un omone corpulento, si era sbottonato la giubba e l’ispettore Lognon, in borghese, seguiva con sguardo spento la partita a dama.
Dalle otto cadeva una pioggia torrenziale, una di quelle piogge persistenti che sembrano bagnare uomini e cose più delle altre, come spesso accade al termine di una tiepida giornata primaverile. All’Opéra c’era una serata di gala. Lo si capiva dal gran numero di auto e soprattutto di autisti in livrea che si sentivano chiacchierare sul marciapiede.
In compenso, nessun poliziotto del commissariato, che pur si trovava nello stesso edificio dell’Opéra, sapeva cosa ci fosse in cartellone.
Quello che contava invece era che aveva piovuto e continuava a piovere, che gli agenti rientravano con la mantellina grondante e, come sempre accadeva quando il fondo stradale era scivoloso, ben tre incidenti si erano verificati solo su boulevard des Italiens.
D’altra parte, c’erano anche meno ambulanti in circolazione: solo una fioraia, appena portata in commissariato, e che in quel momento, seduta accanto alla sua cesta, lavorava ai ferri una calzetta da bambino di lana azzurra.
Insomma, una serata come tante. Il brigadiere annotava senza fretta gli incidenti in un librone nero che avrebbe dato in consegna al collega del turno di notte.
Il vecchio arrivava al momento giusto.
«Brigadiere, le dispiace dire a questo giovanotto che non si tratta così un anziano signore come il Sorcio…».
L’agente che l’aveva scortato non lo mollava. Lo teneva per la spalla, o meglio, aveva afferrato per la spalla la giacca e pareva sorreggere il vecchietto come un burattino. Era un giovane poliziotto biondo e roseo, dall’aspetto fresco e implume. Il brigadiere borbottò:
«Lo lasci andare, Bonvoisin!».
Cogliendo una punta di severità nella sua voce il Sorcio gongolò:
«Sentito? È da place de la Madeleine che continuo a ripeterglielo!».
Si sistemò la giacca cascante e, scorgendo l’ispettore Lognon, gli rivolse una strizzatina d’occhio.
Quando non dormiva al commissariato dell’Opéra, il Sorcio passava la notte in quello degli Champs-Élysées, nel seminterrato del Grand Palais. Bonvoisin era lì da poco, altrimenti non si sarebbe scomodato a tirar fuori dalla tasca il taccuino come se dovesse stendere un verbale in piena regola.
«Può andare!…» gli disse il brigadiere riaccendendosi la pipa.
«Un momento!» intervenne il vecchio. «Se permette, ho bisogno della testimonianza di questo giovanotto…».
Il Sorcio era un ometto magro, con due occhi eccezionalmente vivaci e maliziosi, una peluria rossiccia che tendeva al bianco sporco e un modo personalissimo di portare stracci troppo grandi per lui con una dignità che rasentava l’eleganza.
«Ci terrei che ascoltasse anche lei, ispettore… Per una volta che mi succede qualcosa di straordinario!…».
Tutti, nel vederlo entrare, si erano preparati ad assistere a una scenetta più o meno comica. Era una tradizione. Soprattutto quando il brigadiere aveva tempo da perdere.
«Vuol dire che riuscirò finalmente ad arrestarti per vagabondaggio?» domandò il capo del commissariato.
Per essere passibile di arresto, oltre che senza fissa dimora il vecchio avrebbe dovuto essere senza soldi. Invece, da mesi e mesi, addirittura da anni, benché non avesse un domicilio fisso, era impossibile pizzicarlo completamente al verde. Ogni tanto lo perquisivano, e capitava che non avesse il becco di un quattrino. Stavano già per cantare vittoria quando all’improvviso lui, con un sorrisetto beffardo, tirava fuori da una piega degli stracci una moneta da cento soldi!
«Brigadiere, la prego di mettere a verbale che il suo agente mi ha fermato fuori da un caffè della Madeleine mentre chiedevo quattro franchi a Léa…».
E si voltò verso l’ispettore in borghese Lognon sotto la cui giurisdizione rientravano in particolare le entraîneuse e le prostitute. Per trarsi d’impaccio, Lognon fece un segno di assenso. Ovviamente conosceva Léa…
«Perché quattro franchi?» si stupì il brigadiere.
«Per prendere un taxi fin qui. Compresa la mancia, fanno all’incirca quattro franchi».
Da quel momento Lognon cominciò a prestare attenzione al discorso. Chissà, forse avvertì una punta di agitazione nella voce del vecchio. Certo, il Sorcio era solito recitare la sua brava scenetta a beneficio del pubblico e non era contento finché l’uditorio non scoppiava a ridere. Eppure stavolta sembrava esserci un barlume di ansia nel suo sguardo.
Lognon restò in silenzio. Non era tipo da parlare inutilmente. Si tenne nel suo angolo, cupo e imbronciato come sempre.
Il brigadiere invece gli rispondeva per le rime, con il tono serioso dell’imbonitore da circo che si rivolge a un clown sulla scena.
«Avevi paura di bagnarti?».
«No! Avevo paura degli scippatori!».
Il vecchio ottenne l’effetto desiderato. Gli ridevano gli occhi, e gongolava nel vedere i due agenti interrompere la partita per ascoltarlo. Continuò in tono bonario:
«Quando uno non è abituato ad andarsene in giro con in tasca un capitale…».
Lognon fu il solo a mantenere un contegno. Aveva un volto ossuto, dai lineamenti grossolani, i capelli corvini e folte sopracciglia nere che gli tagliavano in due il viso. Lo sguardo ostinato lo faceva sembrare sempre impegnato nella soluzione di un problema difficile.
«Vediamolo, questo capitale… Dieci franchi? Quindici?… Ti avverto che se hai quindici franchi per pagarti una camera mi rifiuto di darti ospitalità…».
«Calma!… Mi prepari una ricevuta…».
Finalmente il vecchio tirò fuori dalla tasca una busta lunga e gialla, di quelle che si usano per spedire documenti, chiusa da una doppia linguetta metallica.
«Prenda nota» disse con studiata gravità. «Poi farete l’inventario… Mercoledì 23 giugno, alle ventidue e cinquanta, in rue Royale, all’altezza del ristorante Maxim, il signor Ugo Mosselbach, detto il Sorcio, di anni sessantotto, nato a Bischwiller-sur-Moder, in Alsazia, ha trovato sulla pubblica via una busta gialla contenente…».
Per un attimo il brigadiere era rimasto interdetto. Poi, con una reazione automatica, aveva sbirciato all’interno della busta e si era messo a scrivere suo malgrado sotto dettatura del vecchio.
«Bischwiller con due l?».
«Sì, due l. Moder con una sola d… Ripeto: una busta contenente…».
La bibliografia dell’autore è talmente vasta che è impossibile riportarla in questa sede, rimandiamo a Wikipedia chi volesse leggere l’elenco completo dei libri di Georges Simenon.
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