Il romanzo di Sophie Kinsella, Sorprendimi!, edito in Italia il 13 febbraio 2018 da Mondadori, narra le difficoltà e le gioie di un matrimonio. Il volume di 312 pagine è presentato con un prezzo di copertina di 20 euro ma acquistandolo online si può risparmiare il 15%. Vediamo ora il riassunto della trama di Sorprendimi! e un’ampia anteprima dal libro.
Sorprendimi!: la trama del libro
Dan e Sylvie stanno insieme da dieci anni. Matrimonio felice, due splendide gemelle, una bella casa, una vita serena. Sono talmente in sintonia che quando uno dei due inizia a parlare l’altro finisce la frase… è come se si leggessero nel pensiero. Un giorno però, dopo una visita medica di routine, scoprono di essere così in forma che la loro aspettativa di vita è di altri sessantotto anni. Ancora sessantotto anni insieme? Dan e Sylvie sono sconcertati. Non pensavano certo che «finché morte non ci separi» significasse stare insieme così a lungo! Dopo l’iniziale stupore, si instaura tra i due un certo disagio, seguito a ruota dal panico più totale. Decidono dunque di farsi delle “sorprese” per ravvivare fin da subito il loro matrimonio “infinito”, per non stufarsi mai l’uno dell’altra… Ma si sa bene che non sempre le sorprese portano al risultato sperato… e in un batter d’occhio sorgono contrattempi poco graditi e malintesi che rischiano di minare le fondamenta della loro unione. E quando cominciano a emergere alcune verità taciute, Dan e Sylvie iniziano a domandarsi se dopo tutto… si conoscono davvero così bene. Qual è la ricetta per un matrimonio felice e longevo? Quale sfida comporta un’unione profonda tra due persone?
In realtà, la frase ha un doppio significato. 1) Chi lo avrebbe detto che sarebbe iniziato tutto in un giorno così benaugurante? E 2) Chi lo avrebbe detto che saremmo stati insieme dieci anni, tanto per cominciare?
Non intendo dire dieci anni di matrimonio. Intendo dieci anni da quando ci conosciamo. È successo alla festa di compleanno della mia amica Alison. Quel giorno le nostre vite sono cambiate per sempre. Dan si occupava del barbecue e io gli ho chiesto un hamburger e… bam.
Cioè, non bam nel senso di colpo di fulmine. Bam perché ho pensato: “Mmh. Guarda che occhi. Guarda che braccia. È carino”. Portava una T-shirt azzurra che gli metteva in risalto gli occhi. Si era legato in vita un grembiule, e girava gli hamburger con rara efficienza. Come uno che lo fa da sempre. Come uno che è il re degli hamburger.
La cosa buffa è che non ho mai ritenuto l’“abilità nel girare gli hamburger” una delle caratteristiche che avrei cercato in un uomo. Eppure.
Guardandolo mentre si occupava del barbecue, sempre con quel bel sorriso rilassato… sono rimasta colpita.
Così ho chiesto a Alison chi fosse (“un vecchio compagno dell’università, lavora nel ramo immobiliare, molto simpatico”) e mi sono messa a flirtare con lui. Quando ciò non ha prodotto nessun risultato, ho domandato a Alison di invitarci insieme a cena. Quando non ha funzionato neanche questo, l’ho incontrato “casualmente” nella City, due volte, e in una delle due avevo un top parecchio scollato (un po’ da zoccola, ma cominciavo a essere disperata). E allora finalmente, finalmente mi ha notata e mi ha chiesto di uscire ed è stato amore a, diciamo, quinta vista.
A sua difesa (sostiene adesso) stava uscendo da un’altra storia, e non era ancora proprio “sul mercato”.
E poi: abbiamo leggermente censurato la vicenda quando la raccontiamo agli altri. Ad esempio, il top scollatissimo da zoccola. Non è necessario che si sappia.
Comunque. Torniamo al punto: i nostri sguardi si sono incrociati sopra il barbecue, ed è cominciato tutto. Uno di quei momenti in cui il fato segna la tua vita per sempre.
Un momento prezioso. Un momento da celebrare, dieci anni più tardi, con un pranzetto al Bar.
Ci piace, il Bar. Si mangia benissimo e ha una bella atmosfera. In realtà Dan e io abbiamo molte cose in comune – i film, il cabaret, le passeggiate – anche se non mancano le sane divergenze. Ad esempio, non mi vedrete mai andare in bicicletta per tenermi in forma. E non vedrete mai lui fare acquisti per Natale. I regali non gli interessano, e i suoi compleanni sono una battaglia. (Io: “Dev’esserci qualcosa che desideri. Pensaci ”. Dan (messo alle strette): “Prendimi.. ehm… mi sembra che abbiamo finito il pesto. Prendimene un bel barattolo”. Io: “Un barattolo di pesto? Per il tuo compleanno?”.)
Una donna con un abitino nero ci accompagna al tavolo e ci porge due grandi cartelline grigie.
«È un nuovo menu» ci dice. «La vostra cameriera arriva subito.»
Un nuovo menu! Mentre si allontana, guardo Dan e gli vedo quella inconfondibile scintilla nello sguardo.
«Oh, ma davvero?» gli dico, per stuzzicarlo. «Credi proprio?»
Lui annuisce. «Facile.»
«Presuntuoso» ribatto.
«Accetto la sfida. Hai qualcosa per scrivere?»
Ho sempre carta e penna in borsa, perché questo gioco lo facciamo spesso. Gli porgo una biro e una pagina strappata dal mio quadernino, e li prendo anch’io.
«Okay» dico. «Pronti, via.»
Silenziosi, divoriamo il menu con gli occhi. Ci sono sia l’orata sia il rombo, e questo complica le cose… ma, comunque, so cosa ordinerà Dan. Cercherà di fare un doppio bluff, ma io lo beccherò lo stesso. Conosco tutti i giri tortuosi della sua mente.
«Fatto.» Scarabocchia qualcosa sul foglio e lo piega.
«Fatto!» Scrivo la mia risposta e piego anch’io il mio, proprio mentre la cameriera arriva al nostro tavolo.
«Volete ordinare da bere?»
«Certo, e anche da mangiare.» Le sorrido. «Vorrei un Negroni, poi capesante e pollo.»
«Per me un gin tonic» dice Dan, quando la ragazza ha finito di scrivere. «E anche per me le capesante, e l’orata.»
La cameriera si allontana e noi aspettiamo finché non può più sentirci. Poi: «Beccato!». Do il mio foglietto a Dan. «Però non ho scritto gin tonic. Pensavo che avresti preso lo champagne.»
«Io ci ho azzeccato su tutto. Schiacciata e punto per me.» Mi porge il foglio e leggo “Negroni, capesante, pollo” nella sua bella calligrafia.
«Accidenti!» esclamo. «Credevo che avresti puntato sull’aragosta.»
«Con contorno di polenta? Ma per favore.» Mi fa un sorrisetto e mi versa l’acqua.
«So che stavi per scrivere rombo.» Non posso fare a meno di dare una piccola dimostrazione di quanto bene lo conosco. «Ero incerta tra quello e l’orata, ma volevi i finocchi allo zafferano che servono con l’orata.»
Il sorriso di Dan si allarga. Ho indovinato.
«A proposito» gli dico, aprendo il tovagliolo. «Ho parlato con…»
«Ah, okay. Cos’ha…»
«Che va bene.»
«Ottimo.» Beve, e io elimino mentalmente quell’argomento. Fatto.
Molte delle nostre conversazioni sono così. Frasi che si sovrappongono, pensieri a metà e sintesi stenografica. Non è stato necessario dire: “Ho parlato a Karen, la nostra tata, dei suoi orari”. Lui ha già capito. Non è che siamo proprio dei sensitivi, ma abbiamo la tendenza a intuire esattamente cosa sta per dire l’altro.
«Ah, e dobbiamo decidere come fare per il…» dice.
«Lo so. Ho pensato che potremmo andare dai tuoi direttamente dopo la…»
«Sì. Buona idea.»
Anche qui, non c’è bisogno di spiegare per filo e per segno che dobbiamo capire come fare per il compleanno di sua madre e di come possiamo andare dai suoi direttamente dopo la lezione di danza delle bambine. Lo sappiamo già entrambi. Gli passo il cestino del pane sapendo che sceglierà quello casereccio non perché gli piaccia particolarmente, ma perché sa che io amo la focaccia. Ecco che uomo è Dan. Il tipo che ti lascia il tuo pane preferito.
Arrivano i nostri drink e brindiamo. Possiamo goderci il pranzo con calma, oggi, perché ci siamo presi tutti e due il pomeriggio libero. Dobbiamo rinnovare l’assicurazione, e così abbiamo una visita medica fissata più tardi.
«Allora, dieci anni» sollevo le sopracciglia. «Dieci anni.»
«Incredibile.»
«Ce l’abbiamo fatta!»
Dieci anni. È un bel risultato. È come una montagna che insieme abbiamo scalato fino in vetta. Voglio dire, è un decennio. Tre traslochi, un matrimonio, due gemelle, circa venti diversi scaffali Ikea… praticamente una vita.
E siamo fortunati a essere qui, ancora insieme. Lo so. Altre coppie che conosciamo, e che si sono formate più o meno nello stesso periodo, non hanno avuto altrettanta fortuna. La mia amica Nadia nel giro di tre anni si è sposata e ha divorziato. Non funzionava.
Per la bibliografia completa dell’autrice e alcuni cenni biografici rimandiamo i lettori alla pagina di Wikipedia dedicata a Sophie Kinsella.
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