Per tutti gli amanti dei romanzi dello scrittore, conduttore radiofonico e televisivo e attore italiano, ecco un articolo dedicato all’ultimo libro di Fabio Volo, Una gran voglia di vivere, romanzo pubblicato da Mondadori nell’ottobre 2019. Potete trovare tutti i dettagli sul romanzo di seguito: partiamo dalla scheda con i dati essenziali e il riassunto ufficiale della trama, proseguiamo con un lungo estratto da leggere online che comprende il prologo e i primi due capitoli del testo, per poi vedere quali sono le ultime notizie sul prossimo libro di Volo, quali le ultime uscite e qualche cenno biografico sullo scrittore lombardo.
Contenuti
Scheda e trama
Edito da Mondadori nel 2019 • Pagine: 216 • Compra su Amazon
"Svegliarsi una mattina e non sapere più se ami ancora la donna che hai vicino, la donna con cui hai costruito una famiglia, una vita. Non sai come sia potuto accadere. Non è stato un evento, una situazione, un tradimento ad allontanarvi. È successo senza esplosione, in silenzio, lentamente, con piccoli, impercettibili passi. Un giorno, guardando l'uno verso l'altra, vi siete trovati ai lati opposti della stanza. Ed è stato difficile perfino crederci."Quello di Marco e Anna sembrava un amore in grado di mantenere le promesse. Adesso Marco non riesce a ricordare qual è stata la prima sera in cui non hanno acceso la musica, in cui non hanno aperto il vino. La prima in cui per stanchezza non l'ha accarezzata. Quando la complicità si è trasformata in competizione. Forse l'amore, come le fiamme, ha bisogno di ossigeno e sotto una campana si spegne. Forse, semplicemente, è tutto molto complicato.
Il nuovo libro di Fabio Volo è il racconto di una crisi di coppia e del viaggio, fisico e interiore, per affrontarla. Un romanzo sincero, diretto, che sa fotografare le pieghe e le piccole contraddizioni dei nostri rapporti. Una storia in cui ritrovarsi, emozionarsi e capire se esiste, a un certo punto, un modo nuovo di stare insieme.
Estratto
Svegliarsi una mattina e non sapere più se ami ancora la donna che hai vicino, la donna con cui hai costruito una famiglia, una vita.
Non sai come sia potuto accadere. Hai dato per scontato che a te non sarebbe mai capitato e ti sei concesso il lusso di distrarti, di guardare fuori dal finestrino, goderti il paesaggio. E quando ha iniziato a non piacerti più, quando ha smesso di assomigliare a quello che avevi immaginato, era troppo tardi per tornare indietro.
Non è stato un evento, una situazione, un tradimento ad allontanarvi. È successo senza esplosione, in silenzio, lentamente, con piccoli, impercettibili passi.
Un giorno, guardando l’uno verso l’altra, vi siete trovati ai lati opposti della stanza. Ed è stato difficile perfino crederci.
Quando Anna era arrivata nella mia vita tutto era cambiato, contava solo lei e il tempo che passavamo insieme.
Non avevo mai avuto dubbi su di noi, e non per incoscienza, semplicemente il nostro sembrava un amore in grado di mantenere le promesse.
1
«Mi ami ancora?»
Eravamo a letto con le luci spente quando Anna me l’ha domandato. Avevamo appena fatto l’amore e stavo pensando che così bene non lo facevamo da mesi. C’era stato più trasporto, più forza, più passione.
Era già successo che Anna me lo chiedesse, e ogni volta avevo risposto in maniera immediata, senza mai esitare: «Certo che ti amo ancora. Che domande fai?».
Rispondevo così perché non volevo chiedermelo davvero.
Tenevo a lei, eppure non capivo cosa ci fosse di autentico dentro di me.
Io e Anna stavamo insieme da sette anni e Matteo ne aveva cinque.
Era venuta a mancare la complicità di un “noi” che non fosse inteso solo come famiglia. Senza che ce ne rendessimo conto, quel “noi” era evaporato.
Quando Anna mi ha chiesto se la amavo ancora, ho capito che lo stava facendo in un modo diverso, voleva una risposta onesta. Non potevo risponderle come avevo sempre fatto.
Sono rimasto in silenzio, dovevo decidere se essere sincero o dire una bugia che mi avrebbe permesso di rimandare ancora. Non ero sicuro di voler rendere ufficiale la nostra crisi. Se avessi dato una risposta vera, non avremmo più potuto far finta di niente.
«Sei sveglio o ti sei addormentato?» mi ha chiesto.
«Sveglio.»
Ho fatto un lungo respiro e, per la prima volta, le ho detto la verità, le ho detto quello che sentivo veramente. Le parole uscivano senza che le pensassi, parlavo e al tempo stesso ascoltavo quello che dicevo. Non stavo parlando solo con lei, ma con me stesso.
«Non lo so più, Anna.»
Ero triste, come se mi rendessi conto, in quel momento, di aver tradito una promessa.
«Sono stanco di quello che non riesco a fare e non riesco a essere. Non dico che sia colpa tua, ma così non sono felice.»
Anna non diceva nulla, non la sentivo nemmeno respirare o fare dei piccoli movimenti. Sapevo di farle male e la cosa mi dispiaceva da morire, perché non ho mai desiderato ferirla. Nel silenzio, aspettavo una reazione.
Poi ha detto: «È quello che provo anch’io. Questa non è la vita che avevo immaginato e non capisco dove abbiamo sbagliato. Anche se stiamo insieme, anche se abbiamo un figlio, nella maggior parte del tempo mi sento sola».
Lo stomaco si è chiuso in una morsa dolorosa.
Ho avuto la sensazione che tra me e lei fosse finito un modo di stare insieme, una bugia sospesa, la nostra storia. La crisi era dichiarata e non potevamo più vivere come avevamo fatto fino ad allora.
Anche se avevo gli occhi aperti non vedevo nulla, solo il buio.
Immaginando quel momento, avevo sempre pensato che avrei provato un senso di liberazione, invece mi sono sentito ancora più perso, come se in quel buio stessi precipitando.
Non ero più felice con lei, lei non lo era più con me, eppure ero terrorizzato dall’idea di perderla.
Ho pensato di andare a dormire sul divano, come era già successo altre volte, ma mi sono voltato verso di lei e l’ho abbracciata.
Avevo paura che mi avrebbe respinto, invece si è voltata anche lei e ci siamo stretti l’uno all’altra. Stavamo precipitando insieme, stavamo scivolando stanchi, spossati, forse sconfitti dalla nostra vita.
Più che abbracciati eravamo aggrappati alla persona che stavamo perdendo, alla persona che non eravamo più in grado di rendere felice.
In quell’abbraccio ci siamo addormentati.
2
La prima volta che l’ho vista era la fine di settembre.
Ero a una cena in campagna, per l’inaugurazione della casa di Alessio. Gli avevo dato una mano coi lavori, siamo entrambi architetti e lavoriamo nello stesso studio.
Conoscevo la maggior parte degli invitati. Gli uomini erano fuori, vicino alla griglia, con delle birre in mano a chiacchierare e ridere. Le donne, in cucina, preparavano insalate, tagliavano pomodori e mozzarella, stavano ai fornelli per fare la pasta.
In giardino c’era un lungo tavolo apparecchiato, mille lucine appese ai rami degli alberi sotto la veranda, come a Natale.
Sono passato in cucina a salutare e poi ho raggiunto i ragazzi.
Mentre mi avvicinavo, ho sentito: «Dietro ogni donna arrabbiata c’è un uomo che non ha idea di che cazzo ha fatto».
Tutti sono scoppiati a ridere.
«Questa dove l’hai sentita?»
«Me l’ha mandata un amico su una chat di WhatsApp.»
Ho salutato Alessio e quelli che conoscevo, poi mi sono presentato agli altri. Mi hanno subito passato un bicchiere di vino rosso. Una delle cose belle dell’essere maschi è che bastano un bicchiere e due battute idiote e si è già amici per la pelle.
Poi mi sono voltato e, sotto un albero, illuminata dalle lucine, ho visto Anna. Mi ha ipnotizzato. Sono rimasto a fissarla per un tempo che non saprei dire. Alla fine ha alzato lo sguardo verso di me e mi ha inchiodato con un sorriso.
Ho continuato a guardarla da lontano, mentre parlava, mentre rideva. I lineamenti del suo viso erano morbidi come le curve del suo corpo. Aveva una gonna ampia e non riuscivo a vedere le gambe, ma potevo immaginarle.
Sembrava che gli altri fossero a loro agio con lei, il suo sorriso e il modo in cui parlava erano una continua apertura verso il mondo.
Ho pensato fosse una di quelle donne che fanno bene l’amore, lo intuivo da come muoveva le mani, da come rideva, da come si toccava i capelli. Era un incrocio meraviglioso di dolcezza, erotismo, tenerezza e sensualità. Sentivo il desiderio di sfiorarla, di toccarla.
Mi sono incamminato verso di lei e quando le ero quasi vicino Alessio ha gridato: «È pronto!».
Un ragazzo l’ha presa sottobraccio e l’ha accompagnata fino al tavolo.
Sono rimasto spiazzato. Non avevo pensato un solo istante che potesse essere fidanzata.
Tutti gli invitati prendevano posto, lei e lui erano ancora in piedi, parlavano con un’altra coppia. Poi sono andati a sedersi, lui da una parte, lei dall’altra. L’ho seguito con lo sguardo fino a quando si è avvicinato a una ragazza, le ha accarezzato una spalla, le ha dato un bacio e ha preso posto accanto a lei. Una gioia improvvisa mi è esplosa dentro.
Intorno ad Anna c’erano ancora sedie libere, una di fianco e due di fronte. Mi sono catapultato, per paura che si sedesse qualcun altro.
Alla fine eravamo uno di fronte all’altra. Smettila di fissarla, mi sono detto.
Ho iniziato a parlare con altri poi, appena ha preso in mano il bicchiere, mi sono presentato.
«Ciao, sono Marco.»
«Ciao Marco, sono Anna.»
Ho pensato alla canzone di Dalla e credo anche lei, perché ci siamo sorrisi anche se non ci siamo detti nulla. Ho alzato il bicchiere di vino.
«Salute.»
Lei in risposta ha alzato il suo. Prima che potessi dire altro, la sua vicina di posto le ha fatto una domanda e ha rubato la nostra prima conversazione.
Ho aspettato, un’attesa infinita.
In quei minuti fantasticavo su quello che avrei voluto fare insieme a lei. Ero certo che durante la cena avrei provato a conquistarla e la cosa mi agitava, ma sentivo una spinta che toglieva ogni incertezza.
Appena mi ha guardato le ho chiesto: «Conosci bene Alessio?».
«Abbiamo lavorato nello stesso studio qualche anno fa.»
Conoscevo lo studio di cui mi stava parlando, mi avevano fatto una proposta in passato. Se avessi accettato avremmo lavorato fianco a fianco e adesso magari staremmo insieme, ho pensato.
Quella possibilità mi ha strappato una piccola risata.
Mi ha guardato.
«Cosa c’è da ridere?» ha detto, ridendo a sua volta. Mi piaceva da morire.
Più parlavamo, più si creava una naturale complicità, sembravamo amici da anni. Mi aveva conquistato in un attimo, qualcosa fuori dal mio controllo voleva consegnarmi a lei immediatamente. Anna, tutto ciò che sono è tuo, avrei voluto dirle. Era una creatura rara, preziosa, sospesa. Sentivo che andava afferrata subito, altrimenti sarebbe volata via come un palloncino a una festa di paese.
Il modo in cui parlavamo era così intenso che coinvolgeva anche le persone sedute vicino a noi.
Nuovo libro di Fabio Volo: quando uscirà?
Ancora non sappiamo la data di uscita del nuovo libro di Fabio Volo. A parte qualche piccola eccezione possiamo notare come l’autore abbia pubblicato un nuovo romanzo ogni due anni circa. Quello che possiamo dire a oggi è che probabilmente non vedremo un nuovo libro di Volo quanto meno per alcuni mesi, considerando che l’ultimo è stato pubblicato a fine 2019. Non mancheremo di aggiornare questo articolo quando avremo nuove informazioni al riguardo!
Bibliografia
Ecco un elenco sintetico della bibliografia di Fabio Volo divisa per sezioni:
Romanzi
- 2001 – Esco a fare due passi
- 2003 – È una vita che ti aspetto
- 2006 – Un posto nel mondo
- 2007 – Il giorno in più
- 2009 – Il tempo che vorrei
- 2011 – Le prime luci del mattino
- 2013 – La strada verso casa
- 2015 – È tutta vita
- 2017 – Quando tutto inizia
- 2019 – Una gran voglia di vivere
Racconti
- 2007 – Dall’altra parte del binario, racconti
- 2008 – La mela rossa, racconti
- 2011 – La mia vita, racconti
Citazioni/frasi
- 2016 – A cosa servono i desideri
Ecco gli ultimi tre libri pubblicati (dal più recente al meno recente):
L’autore
Il vero nome di Fabio Volo è Fabio Bonetti. Il conduttore, scrittore, sceneggiatore e attore italiano è nato a Calcinate, vicino Bergamo, nel 1972, ma cresce a Brescia, dove abita. La sua carriera radiofondica è partita da Radio Capital per passare poi a Radio Deejay, mentre quella televisiva è decollata con la conduzione per tre anni de Le Iene tra il 1998 e il 2001.
I suoi libri hanno venduto milioni di copie in Italia e il successo è stato immediato: già il primo romanzo, “Esco a fare due passi”, ha venduto più di 300mila copie.
Dal 2011 vive con Jóhanna Hauksdóttir, dalla quale ha avuto due figli: Sebastian e Gabriel.
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