Cosa significa ossimoro? Presentiamo a tutti coloro che vogliono saperne di più una definizione di ossimoro con 30 esempi che aiutano a familiare con questa diffusissima figura retorica.
Contenuti
Definizione
L’ossimoro è una figura retorica basata sull’accostamento di due termini di senso opposto o in forte antitesi tra di loro che generano un paradosso significativo.
Esempi
Ecco una lunga serie di esempi che renderanno più chiaro quanto enunciato nella definizione di ossimoro. Gli esempi sono in parte letterari e in parte tratti dal linguaggio quotidiano; l’ossimoro è infatti un procedimento retorico molto diffuso, di cui si fa uso anche nella lingua parlata.
- Nella stanza calò un silenzio assordante.
- Dopo la tragedia si era trasformato in un morto vivente.
- Lo vidi lanciare un urlo muto appena si rese conto che stava precipitando.
- Lei è rimasta in questa casa con la sua assenza ingombrante.
- Saremo soli insieme.
- Quell’uomo cova una fredda passione per il gioco d’azzardo.
- Il portavoce dell’azienda rispondeva alle critiche con ingannevole onestà.
- Mi sembra davvero una probabilità improbabile.
- Lei mi sta chiedendo una stima esatta dei danni.
- La manipolazione dei media riempe la società di verità false.
- Era una pettegola maligna specializzata nei sussurri ad alta voce.
- Ho intenzione di partire per una vacanza lavorativa.
- Aveva attorno a sé una minuscola folla.
- Con la sua scaltra ingenuità aveva piegato molte persone al suo volere.
- Comprala, amico, non te ne pentirai! È una copia originale.
- Una volta sentii la moglie del professore definirlo “un allegro pessimista“.
- Quei ricchi miserabili mi fanno solo pena!
- Quando giunse il momento dell’addio fu con me di una gentilezza crudele.
- L’eroe ferito cadde nell’abbraccio di una morte immortale.
- Da giovane era un agguerrito pacifista.
- Adoro gli scrittori del realismo magico sudamericano!
- Questo cane è di una bruttezza adorabile.
- “L’insostenibile leggerezza dell’essere” (titolo di una famosa opera di Milan Kundera)
- “Immoto andare” (Eugenio Montale, “Arsenio”, in Ossi di seppia).
- “O viva morte, o dilettoso male” (Giacomo Leopardi, Infinito).
- “Figure di Neumi elle sono / in questa concordia discorde” (Gabriele D’Annunzio, Undulna).
- “Bianca bianca nel tacito tumulto (Giovanni Pascoli, Il lampo).
- “Vergine Madre, figlia del tuo figlio” (Dante Alighieri, Divina Commedia).
- Sentia nell’inno la dolcezza amara / de’ canti uditi da fanciullo (Giuseppe Giusti, Sant’Ambrogio).
- “Si distinguevano [i bravi] ai ciuffi arruffati, ai cenci sfarzosi…” (Alessandro Manzoni, I promessi sposi).
Pronuncia ed etimologia di ossimoro
Come si pronuncia ossimoro? Ossìmoro (con accentazione sdrucciola) oppure ossimòro (con accentazione piana)? La risposta è che le due pronunce sono entrambe accettate. Va tuttavia fatto notare che quella leggermente più diffusa è quella che segue la pronuncia dell’etimo greco oxỳmoron, ovvero ossìmoro.
La parola “ossimoro” deriva dal greco ὀξύμωρον, composto da ὀξύς, «acuto, perspicace» e μωρός, «ottuso, sciocco». Curiosamente, quindi, la parola che indica l’ossimoro è essa stessa un ossimoro.
chiara la notte
Con opaca lucidità.
Insocievole socievolezza
Dolce amarezza
lucida follia
ghiaccio bollente (canzone del 1959)
Piccola folla
Maliziosa ingenuita’
Algida carezza
Lieve asprezza
coraggio pauroso
Il mio che uso sovente è: uso sempre volentieri il mio vecchio costume ancora nuovo.
Hakuna Matata ragazzi
Molto belle le frasi bravi!!!
Di me apprezzo la mia saggia follia