Una petizione per boicottare le candidature come commissari per il concorso scuola 2016 è stata lanciata da Professione insegnante. Il titolo della petizione è “Per 50 centesimi non farò il commissario al concorso a cattedra 2016”, con chiara allusione alla retribuzione prevista dal bando del concorso, considerata del tutto inadeguata dal gruppo.
Perché 50 centesimi? Non tutti sanno quali sono i compensi riportati nel bando per coloro che svolgeranno il ruolo di commissari per il concorso scuola 2016: si parla di una retribuzione di 209 euro (lordi) a cui si sommano 50 centesimi per ciascun compito corretto e altrettanti centesimi per ogni prova orale a cui si partecipa. Naturalmente la valutazione degli elaborati del concorso e la partecipazione agli orali richiedono una quantità di tempo e un impegno che, come giustamente fa notare Professione Insegnante, non possono essere remunerati con 50 centesimi.
È inoltre opportuno sottolineare come la retribuzione massima per i commissari del concorso scuola indicata nel bando è in realtà irraggiungibile, in quanto per ottenere i 2051 euro indicati nel documento sarebbe necessario valutare oltre 1800 candidati, il che appare inverosimile in quanto il numero di candidati che una commissione può valutare ammonta, al massimo, a 500 soggetti. Professione insegnante sottolinea che le remunerazioni previste sono offensive anche per i candidati: una prova fondamentale che determinerà decine di migliaia di nuove assunzioni nel mondo della scuola non può essere affidata a commissari sottopagati.
Si calcola che saranno necessari circa diecimila commissari per il corretto svolgimento del prossimo concorso scuola, basato su prove scritte, orali e, a seconda delle classi di concorso, anche lunghe prove pratiche, ed è chiaro che i soggetti potenzialmente interessati a partecipare sono moltissimi. Per approfondire i motivi della protesta contro le scarse retribuzioni decise per i commissari delle prove, rimandiamo gli interessati al testo della petizione lanciata da Professione Insegnante, presente sulla nota piattaforma Change.org.
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