In Italia, come è naturale, troviamo in commercio tantissimi libri di fiabe per bambini, molti dei quali splendidamente illustrati. In questo articolo vi proponiamo una selezione di alcuni dei più bei volumi attualmente disponibili in commercio, con volumi adatti a diverse età, libri sonori e volumi pop-up per sognare insieme ai piccoli di casa. [Read more…]
Romanzi storici: 25 grandi libri da leggere
25 romanzi storici da non perdere per tutti gli amanti del genere
I romanzi storici sono un genere da sempre molto apprezzato a livello mondiale, e l’Italia non fa eccezione. Per tutti gli appassionati abbiamo effettuato una selezione di venti tra i migliori romanzi storici che consigliamo di leggere; diversi tra questi sono ambientati nel medioevo, alcuni sono caratterizzati da grandi storie d’amore, altri vertono su tematiche thriller/mistery, belliche o cavalleresche. Abbiamo cercato di includere nella nostra lista libri eterogenei, grandi classici e testi più recenti, con l’idea di fornire suggerimenti validi per un’ampia platea di lettori. [Read more…]
I 12 libri da non perdere a tematica gay/LGBT
Lo scrittore Andrea Zandomeneghi consiglia 12 libri a tematica gay/LGBT
Lo scrittore Andrea Zandomeneghi, di recente giunto alla ribalta con “Il giorno della nutria” (romanzo in lizza per il Premio POP 2019), ha stilato una per noi una lista di 12 volumi a tematica gay da non perdere.
I romanzi picareschi più famosi della storia
I migliori romanzi picareschi e una definizione del genere
I romanzi picareschi nascono in terra spagnola nel XVI secolo, con il Lazarillo de Tormes (1554) e il Guzmán de Alfarache di Mateo Alemán come capostipiti. Nel corso del tempo sono stati definiti picareschi molti romanzi in base al mutare della concezione del termine. Per essere precisi si potrebbe definire il romanzo picaresco come l’autobiografia di un picaro (termine probabilmente derivato dallo spagnolo pícaro, furfante). [Read more…]
I 50 racconti più belli di tutti i tempi, secondo alcuni tra i più famosi scrittori anglofoni contemporanei – Parte 1
Un articolo di Francesca Zunino Harper
Immagine di Gaelle Marcel, Unsplash, numero 8992 – per uso libero
Pochi giorni fa il Guardian, nella sua infinita saggezza e lungimiranza culturale, ha pubblicato un articolo molto interessante che raccoglie 50 racconti tra i più significativi di tutte le epoche, scelti da alcuni scrittori e scrittrici contemporanei sia della Gran Bretagna che dell’Irlanda (da notare come la stragrande maggioranza delle scelte sia caduta su autori anglofoni). Il genere del racconto o ‘short story’ sta tornando sempre più di moda e la sua ascesa è ormai davvero irresistibile. Si va dall’estrema brevità delle ‘storie di sei parole’ e della minisaga (50 parole), veri haiku in prosa, al ‘drabble’ o ‘microfiction’ (100 parole), alla ‘twitteratura’ (prima 140 caratteri, da un annetto ormai ben 280), alla ‘flash fiction’ o microstoria composta da almeno un paio di righe secondo alcuni e quindi comprendente anche il ‘drabble’ ad esempio, e secondo altri puristi formata da un massimo di 1000 parole, fino a racconti lunghi anche decine di pagine. (Mi chiedo incidentalmente: un romanzo breve è un racconto lungo? O viceversa?). I volumi composti da una raccolta di racconti più o meno lunghi sono finalmente tornati nel panorama letterario mondiale per restarci. Sia in Italia che all’estero ci sono ormai anche interessantissimi esempi di case editrici indipendenti dedicate esclusivamente o in gran parte alla pubblicazione di collane di racconti, e persino alle nuove forme di letteratura brevissima, una forma di editoria quasi post-futurista in questo momento di onnipotenza vera o presunta delle reti sociali.
La ripresa del racconto e delle sue vecchie e nuove forme si nota soprattutto da qualche anno, e non solo grazie a questa più o meno nuova rapidità di scrittura, condivisione e visibilità data dai social media, che può anche bypassare la pubblicazione tradizionale, soprattutto per le forme di storie più brevi. Nell’area meno radicale dell’editoria e della lettura internazionale, il racconto si è comunque ripreso una parte della sua antica predominanza come forma letteraria da celebrare da quando ad esempio la scrittrice statunitense Lydia Davis ha vinto il prestigioso Man Booker International Prize nel 2013. In un articolo sulla rinascita di questo genere letterario, il Telegraph ha scritto della Davis che “non è proprio una scrittrice di ‘short stories’ quanto di ‘short-short stories’ (alcune delle sue narrazioni sono lunghe solo una frase)”, e che la decisione del Booker “ha preso il mondo letterario completamente alla sprovvista”. Questo ancora di più da quando dopo poco nello stesso anno è stato conferito il Premio Nobel per la Letteratura alla scrittrice canadese Alice Munro in quanto “maestra del racconto breve contemporaneo”; ─ cosa che ha fatto rabbrividire alcuni quasi quanto l’assegnazione dello stesso Nobel a Bob Dylan nel 2016. Per non parlare dei veri brividi che ha causato la decisione di non assegnare il Nobel del 2018 a causa di scandali sessuali, dimissioni e relativo caos internazionale.
Nell’articolo dell’inizio di febbraio, il Guardian si chiede: “veloce e facilmente condivisibile, il racconto è la forma letteraria del nostro tempo?” Speriamo che il mondo dei lettori e degli editori continui sempre più a sostenere questo genere, non perchè nella nostra era digitale il tempo massimo di attenzione sembra essere diventato di soli 8 secondi, quanto perchè il racconto in tutte le sue forme e lunghezze è davvero uno dei generi narrativi più versatili ed innovativi, e ben si adatta ad ogni tempo storico e personale.
Di seguito i primi cinque racconti tra i cinquanta scelti per il Guardian. Tutti gli scrittori che hanno segnalato questi testi sono a loro volta autori anche o esclusivamente di racconti.
Iniziamo da Jhumpa Lahiri, la scrittrice premio Pulitzer nel 2000, statunitense nata in Gran Bretagna da genitori bengalesi, innamorata dell’Italia e dell’italiano tanto da aver vissuto in Italia e aver addirittura pubblicato direttamente in italiano un libro di articoli sulla sua storia d’amore con il nostro paese, e da aver curato il nuovo Penguin Book of Italian Short Story in uscita ad inizio marzo. L’autrice ha quasi obbligatoriamente scelto un autore italiano classico, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, e il suo racconto La Sirena del 1961. Scrive la Lahiri: “Nato a Palermo nel 1896, Lampedusa era un principe colto ed istruito che morì prima che le sue opere venissero pubblicate. Oltre al famoso romanzo Il Gattopardo, ha lasciato anche dei racconti, compreso La Sirena, un capolavoro misterioso che mi scuote e mi ossessiona ogni volta che lo leggo. Racchiude due piani narrativi, due protagonisti centrali, due ambientazioni, due registri tonali e due punti di vista. Ci sono persino due titoli; sebbene sia stato pubblicato come La Sirena, in origine era stato chiamato Lighea, il nome della sirena, rappresentata come una ragazzina di sedici anni. La descrizione di Lampedusa dipinge questa creatura, fatidicamente seducente, in maniera precisa, vulnerabile e veritiera.”
La scrittrice britannica Hilary Mantel, autrice di numerosi racconti e romanzi storici soprattutto sull’epoca Tudor, come Wolf Hall con cui ha vinto il Booker nel 2009, ha scelto un racconto della britannica Jane Gardam, intitolato Il Tributo (The Tribute, scritto nel 1980 e parte della raccolta The Sidmouth Letters, non ancora tradotta in italiano). Scrive la Mantel: “John McGahern e Annie Proulx sono tra i miei autori preferiti, ma per scacciare la tristezza scelgo questa storia di Jane Gardam. Mentre leggevo questo racconto nei miei giorni gioiosi da espatriata [la Mantel ha vissuto in Botswana e a Jeddah], ho riconosciuto il cast delle ‘mogli diplomatiche’ che trascinavano mariti inebriati attraverso le rovine dell’impero. Costruito quasi tutto in forma di dialogo, è un racconto intelligente ed arguto in cui un piccolo gesto di gentilezza ─ sebbene non fatto da una moglie diplomatica ─ viene ripagato quarant’anni dopo. Credo di averlo letto una dozzina di volte, per rendermi conto ogni volta di come la Graham sia in grado di sostenere e prolungare la nota lirica, e come poi scaturisca la sorpresa; ogni volta mi fa sorridere dal piacere.”
George Saunders è uno scrittore statunitense che con il romanzo Lincoln nel Bardo (2017) ha vinto il Booker, e ha scelto per il Guardian un testo ancora non pubblicato in italiano della scrittrice statunitense Gina Berriault. Uscito per la prima volta nel 1957, e poi nella sua prima raccolta di racconti The Mistress, and Other Stories del 1965, ne è stato tratto un film nel 1984, anch’esso non uscito in Italia. “The Stone Boy [Il ragazzo di pietra] è un grande capolavoro sottovalutato, una meditazione sulla bontà e sulla malvagità e soprattutto sui modi in cui le aspettative e i pregiudizi delle persone su ognuno di noi possono sfinirci, e alla fine costringerci ad adattarci alla loro opinione. Ma è una storia ancora più profonda e biblica e, come ogni opera d’arte, resiste ad ogni riduzionismo. Berriault, morta nel 1999, è conosciuta come una scrittrice prettamente di San Francisco. Un meraviglioso campionario delle sue storie si trova in Women in Their Beds: New & Selected Stories” [parzialmente tradotte l’anno scorso nel volume Piaceri Rubati].
The Love of a Good Woman (1998, pubblicato in Italia come Il sogno di mia madre) del Premio Nobel Alice Munro è il racconto preferito di Tessa Hadley, scrittrice britannica tra le più amate ma con solo due libri tradotti in italiano. La Hadley afferma che “tra la manciata di racconti che amo in maniera davvero speciale, ho scelto Il sogno di mia madre della canadese Munro, parte della sua collezione dallo stesso nome. Narra di un omicidio ─ probabilmente un omicidio, perché nulla è sicuro ─ e dell’amore di una coppia che dipende dal fatto che questo omicidio rimanga segreto. Come molte delle storie della Munro, questa ha la portata di un romanzo ma non sembra mai affrettata o troppo affollata di personaggi e avvenimenti. La sociologia di un paesino dell’Ontario rurale è vista in azione nell’ampia trama della narrazione; la storia comprende intere esistenze, e ciononostante il suo ritmo è anche squisitamente lento, e ci fa addentrare in momenti particolari con grande profondità. Una donna si muove tra i salici vicino ad un fiume, prendendo una decisione.”
“Gustave Flaubert scrisse questa storia, Un cuore semplice (1877), dedicandola alla sua vecchia amicizia e «compagnia tra troubadours» con George Sand. È la storia di Félicité, una vecchia domestica, e degli amori della sua vita, che vanno sempre più diminuendo, fino all’ultimo, un pappagallo. Ha una cupa densità novellistica, ed è toccante e tenero, comico e grottesco. Il controllo del tono è centrale alla sua riuscita. È anche un esempio perfetto del principio flaubertiano secondo cui ironia e compassione non sono incompatibili. La Sand morì prima di poterlo leggere. «Così accade anche con tutti i nostri sogni», annotò Flaubert. Un cuore semplice è stato scelto da Julian Barnes, autore inglese di romanzi e saggi e francesista.
A breve un’altra tranche di racconti commentati da altri scrittori per il Guardian.
Francesca Zunino Harper è linguista, anglista e ispanista, traduttrice e appassionata di Gran Bretagna e America Latina, Messico in particolare, dove ha vissuto per anni. Ama soprattutto la letteratura e la saggistica contemporanee e storiche di donne, natura, viaggi, cibo, e i libri da riscattare. Fa la spola tra Londra e il Piemonte.
Foschia di Anna Luisa Pignatelli – Recensione
La recensione di "Foschia" di Anna Luisa Pignatelli
Ogni bambina è una principessa per il suo papà e ogni papà è un eroe per la sua bambina. Ma alcune figlie hanno con il padre un rapporto la cui ambiguità cela segreti e inquietudini le quali, come correnti sotterranee, premono per venire a galla.
Marta è gravemente malata; sa che le resta poco tempo davanti e allora quel tempo che ha lasciato dietro sé lo ripercorre con la memoria, intensamente e dolorosamente. Ella sente l’esigenza di fare i conti con il passato, con la famiglia. E, soprattutto, con suo padre Lapo.
Foschia (Fazi Editore, 2019, pp. 208) è un romanzo forte e crudo in cui Anna Luisa Pignatelli, scrittrice toscana assai apprezzata all’estero, mette a nudo la dinamica complessa del rapporto tra Lapo e Marta, un padre narciso e una figlia affamata d’amore. Un rapporto ricco di sfumature, duro, ambiguo, narrato da Marta in prospettiva autodiegetica. La giovane ha bisogno dell’accettazione del genitore, stimato critico d’arte, che però le sfugge, troppo concentrato sulla carriera, su se stesso e su una vita parallela. E allora Marta lo rincorre, cerca in tutti i modi di piacergli.
L’ambientazione nella campagna senese, che diventa teatro ameno di una vicenda tormentata, ricorda Con gli occhi chiusi di Federigo Tozzi. Nel podere di Lupaia, Marta trascorre un’infanzia segnata dalla morte della madre, Teresa, spirito un po’ gitano, eccentrica e alla ricerca di un rapporto panico con la natura. È allora, ricorda Marta, che il mondo comincia a essere soffuso di foschia. È allora che nasce l’infatuazione per quel padre che è sempre meno presente nella sua vita. Lapo sposa poi Dora, ricca produttrice di vini e collezionista d’arte e porta i figli — Marta ha un fratello, Antonio, figura defilata e remissiva — ad abitare a Torre al Salto, lussuosa dimora della moglie. Man mano che la figlia sente Lapo sfuggirle inesorabilmente, preso com’è dalla nuova famiglia, l’infatuazione infantile diventa passione bruciante, anche perché ella inizia a vivere le pulsioni dell’adolescenza.
“Rimaneva vivo l’attaccamento morboso che avevo sviluppato […] nei confronti di mio padre. […] Un attaccamento che s’era andato trasformando in un desiderio fisico […] come se il mio corpo d’adolescente avesse voluto appartenergli, così come a lui appartenevano i miei pensieri”.
Irrimediabilmente naufragato il loro rapporto, Marta va a studiare negli Stati Uniti, ospite della nonna paterna, donna dai modi freddi e bruschi.
I tre nuclei spaziali segnano altrettante fasi della vita di Marta.
Lupaia, dove la natura è spontanea e autentica e la casa reca l’impronta amorevole della madre, rappresenta il “benedetto e beato tempo” dell’infanzia. Torre al Salto, dove il paesaggio è addomesticato e antropizzato, emana un’aura maligna, dovuta alla presenza ostile di Dora. Forse è proprio quella negatività a risvegliare i demoni che si annidano in chi vi abita e a scatenare passioni insane. Qui Marta sboccia e diventa una giovane donna. L’America rappresenta il futuro della ragazza, la frattura definitiva con il passato e la visione finalmente limpida del mondo.
“Di colpo mi sentii adulta, forte e consapevole: come se lo spesso velo di foschia in cui mi pareva d’essere avvolta avesse lasciato il posto nella mia mente a un’improvvisa schiarita”.
Come Pietro, il protagonista del romanzo di Tozzi, ha vissuto con gli occhi chiusi per non vedere la reale condotta di Ghìsola, così Marta ha vissuto obnubilata da una foschia grazie alla quale poteva illudersi che il padre fosse quale lei avrebbe voluto.
L’arte, collante tra Marta e Lapo, è il banco di prova della progressiva corruzione dell’uomo. Da sincero cultore di ideali di purezza e verità, dell’“arte per l’arte”, egli finisce per tradire se stesso e arriva a forzare le proprie expertises in funzione del profitto.
La prosa di Anna Luisa Pignatelli è scabra e nulla concede al sentimentalismo eppure è densa di pathos; ricca di riferimenti artistici e letterari, essa è elegante anche quando porta alla luce pulsioni inconfessabili. Marta legge Lolita di Nabokov. Chissà se si riconosce in questa giovane ‘scandalosa’… In effetti si ritrova a ripeterne le movenze.
“Se non era possibile avere la sua attenzione, quella legittima di un padre verso la figlia, pensavo di meritare almeno quella che gli avevo letto nello sguardo e che aveva acceso la mia immaginazione, di un uomo sulla via del tramonto per un’adolescente in fiore”.
L’arte — eccola di nuovo — svolge per Marta un ruolo catartico: sublimando nel teatro le forti passioni che hanno ottenebrato la sua giovinezza con la foschia interiore di un groviglio di inquietudini, ella trova finalmente sollievo e pace.
I migliori libri sull’anoressia
I migliori libri sull'anoressia: testi consigliati per approfondire l'argomento
Ecco una selezione dei migliori libri sull’anoressia scelti tra i tanti volumi presenti nelle panorama editoriale italiano. Si tratta di testi consigliati per approfondire le proprie conoscenze sul questo disturbo alimentare, purtroppo sempre molto diffuso nella popolazione giovanile, utili per comprendere le caratteristiche, le cause, i sintomi e i possibili trattamenti di questo disordine. [Read more…]
I migliori libri sulla bulimia
I migliori libri sulla bulimia: testi consigliati per approfondire l'argomento
Ecco una selezione dei migliori libri sulla bulimia tra i tanti volumi disponibili nelle librerie italiane. Si tratta di testi consigliati per approfondire le proprie conoscenze sull’argomento, per comprendere le caratteristiche della bulimia, le cause biologiche e sociali, i sintomi e i possibili trattamenti. [Read more…]
I migliori libri di mitologia egizia
I migliori libri sulle divinità e i miti egizi
Ecco una selezione dei migliori libri sulla mitologia egizia tra i tanti volumi disponibili nelle librerie italiane. I testi perfetti per approfondire le proprie conoscenze sull’antico Egitto, con le sue divinità, il suo misticismo, i suoi riti, i suoi imperatori, le sue credenze e i suoi costumi. [Read more…]
I più bei libri di mitologia giapponese
I migliori saggi e racconti sulla mitologia giapponese
Ecco una selezione dei migliori libri sulla mitologia giapponese tra i tanti volumi disponibili nelle librerie italiane. L’interesse per il popolo nipponico, i suoi miti, i suoi guerrieri, i suoi mostri e i suoi eroi, è da sempre presente in Italia, dove l’immaginario giapponese è penetrato da tempo anche grazie alla televisione. [Read more…]
- 1
- 2
- 3
- …
- 9
- Next Page »