Cartongesso di Francesco Maino è uno dei libri italiani più interessanti degli ultimi anni, a nostro giudizio; è un testo relativamente duro, perfetto per chi è in cerca di un romanzo in cui il lavoro di ricerca dello scrittore sulla lingua e la rappresentazione della realtà è evidente e complesso, meno indicato per chi è in cerca di un testo leggero e dallo sviluppo narrativo classico.
La terra non è rotonda. La terra è piatta. È fatta di campagna un metro e settantanove sotto il livello del mare. E in campagna si fracca. Si fracca e si tace. Fraccare da contadini per l’eternità, fino a quando il cuore si ferma, stroncato dall’infarto, morire da contadini onorati, consumati come la candela sul tavolin, l’oio brusà che fonde il motore. E poi tacere. Non parlare piú. L’eterno riposo dona loro, Signore. Non si può vivere senza cabernet, le trevisane per il tressette, un toco de poenta. È Sívori il piú grande campione della Juventus. L’ostia si prende ogni domenica. Si vota per la democrassia cristiana, per i bianchi. A una certa ora della vita i fioi vanno al casino coi pari. Una marchetta due (2) lire. Saponetta. Insieme, almeno la prima volta. Monsignore dice che i recioni non esistono. Ha ragione. Quelli che ci sono non sono recioni veri, hanno la recionea. Si possono guarire. Ecco perché vanno in seminario, si fanno preti. I matti si nascondono. Guai a chi non bestemmia iddio al lavoro, mentre manovra il trattore o miscela la malta o svuota vasche di liquami o sta da drio col mus vangando il campo, usando l’appellativo di cane, can nel dialetto storpio dell’agro, o porco, porzel, porseo, sia maledetto chi lascia ciodi in giro, guai a chi non fracca, tacciano le femene.
L’innesto di termini in dialetto è pressante eppure naturale, il periodare è “a cascata” e non mancano peculiari soluzioni grafico-tipografiche (i numeri indicati tra parentesi di continuo, per es: “dopo essermi laureato (102/110) in giurisprudenza a ventisette (27) anni e trequarti (3/4)…”, che riportano il caos alla supposta solidità del numero cardinale, inglobando significativamente anche i numeri nel caos). Nella discesa quasi isterica nel particolare si avverte un sapore gaddiano, che si alterna a invettive e proteste più generali e universali.
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Cartongesso di Francesco Maino | Consigliato a: appassionati di letteratura italiana che non temono il confronto con un testo impegnativo, chiunque voglia leggere un testo italiano (riuscito) scritto con stile coraggioso.
Cartongesso di Francesco Maino | Poco adatto a: chi è in cerca di un romanzo dallo sviluppo tendenzialmente tradizionale, chi è in cerca di leggerezza e semplicità.
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