La letteratura distopica si compone di libri e romanzi distopici, ovvero ambientati in una realtà fortemente negativa, in una situazione sociale immaginaria che può variare dal sottilmente ma irrimediabilmente corrotto all’apertamente catastrofico. Il termine distopia è contrario al termine utopia e viene talvolta indicato come antiutopia o controutopia, venne coniato nel 1868 da Stuart Mill e, volendone dare una spiegazione sintetica, fa riferimento a luoghi e tempi futuri indesiderabili.
Spesso la letteratura distopica traspone delle tendenze potenzialmente negative del presente in un futuro più o meno prossimo, dimostrandone il potenziale deleterio. Ovviamente il termine, seppur coniato nel 1868, può applicarsi a opere precedenti: basti pensare al viaggio di Gulliver nel paese degli yahoos.
La ricchezza e la pregnanza di questo filone letterario esercita oggi un fascino fortissimo non solo sui lettori, come testimonia il successo cinematografico di tante pellicole e serie televisive distopiche (spesso e volentieri ispirate a romanzi e saghe letterarie). Basti pensare alla recente serie tratta dal bellissimo “Il racconto dell’ancella” di Margaret Atwood, di cui peraltro, è da non molto giunto in libreria il seguito, “I testamenti”.
Contenuti
Letteratura distopica: i romanzi più importanti
Edito da Mondadori nel 2016 • Pagine: 344 • Compra su Amazon
Scritto nel 1932, "Il mondo nuovo" è un romanzo dall'inesausta forza profetica ambientato in un immaginario stato totalitario del futuro, nel quale ogni aspetto della vita viene pianificato in nome del razionalismo produttivistico e tutto è sacrificabile a un malinteso mito del progresso. I cittadini di questa società non sono oppressi da fame, guerra, malattie e possono accedere liberamente a ogni piacere materiale. In cambio del benessere fisico, però, devono rinunciare a ogni emozione, a ogni sentimento, a ogni manifestazione della propria individualità. Al romanzo seguono la prefazione all'edizione 1946 del "Mondo nuovo" e la raccolta di saggi "Ritorno al mondo nuovo" (1958).
Edito da Edizioni Mondadori nel 2011 • Pagine: 348 • Compra su Amazon
1984. Il mondo è diviso in tre immensi superstati in perenne guerra fra loro: Oceania, Eurasia ed Estasia. In Oceania, la cui capitale è Londra, la società è governata dal Grande Fratello, che tutto vede e tutto sa. I suoi occhi sono le telecamere che spiano di continuo nelle case, il suo braccio la psicopolizia che interviene al minimo sospetto. Tutto è permesso, non c'è legge scritta. Niente, apparentemente, è proibito. Tranne pensare. Tranne amare. Tranne divertirsi. Tranne vivere, insomma, se non secondo gli usi e costumi imposti dall'infallibile e onnisciente Grande Fratello, che nessuno ha mai visto di persona. Dal loro rifugio, in uno scenario desolante da Medioevo postnucleare, solo Winston Smith e Julia lottano disperatamente per conservare un granello di umanità...
Edito da Ugo Mursia Editore nel 2007 • Pagine: 135 • Compra su Amazon
Romanzo fantascientifico edito nel 1895, La macchina del Tempo appare come un’allegoria dell’invenzione narrativa di Wells: il Viaggiatore nel Tempo è l’autore stesso e la macchina del Tempo, la sua fantasia. Il protagonista si volge al futuro. Giunge dapprima all’anno 802.701 e poi, per sfuggire alle minacce di quell’epoca, quasi alla fine del tempo. Ritorna per narrare ciò che ha visto; subito dopo si immerge di nuovo nella corrente del tempo e per anni non riemerge. Attraverso queste pagine lo scrittore offre un’analisi spietata della società capitalistica dell’Inghilterra di fine Ottocento.
Edito da Mondadori nel 2015 • Pagine: 210 • Compra su Amazon
In un'allucinante società del futuro si cercano, per bruciarli, gli ultimi libri scampati a una distruzione sistematica e conservati illegalmente. Il romanzo più riuscito del celeberrimo scrittore americano di fantascienza.
Edito da Fanucci Editore nel 2014 • Pagine: 271 • Compra su Amazon
Le forze dell’Asse hanno vinto la seconda guerra mondiale e l’America è divisa in due parti, l’una asservita al Reich, l’altra ai Giapponesi. Sul resto del mondo incombe una realtà da incubo: il credo della superiorità razziale ariana è dilagato a tal punto da togliere ogni volontà o possibilità di riscatto. L’Africa è ridotta a un deserto, vittima di una soluzione radicale di sterminio, mentre in Europa l’Italia ha preso le briciole e i Nazisti dalle loro rampe di lancio si preparano a inviare razzi su Marte e bombe atomiche sul Giappone. Sulla costa occidentale degli Stati Uniti i Giapponesi sono ossessionati dagli oggetti del folklore e della cultura americana, mentre gli sconfitti sono protagonisti di piccoli e grandi eventi...
Edito da Mondadori nel 1986 • Pagine: 266 • Compra su Amazon
New York è irriconoscibile: niente più torri e grattacieli. Al loro posto, un'immensa metropoli "coperta" che non viene mai a contatto con l'aria, nella quale milioni di uomini e donne brulicano come formiche su strade mobili. Una megalopoli in cui i robot sottraggono i posti di lavoro agli uomini a un ritmo sempre più preoccupante e alle cui porte si estende come una sfida Spacetown, la città degli Spaziali, dove tutto è lusso e ariosità, superbia e ostentazione. C'è da meravigliarsi che uno dei tanti terrestri scontenti ammazzi uno Spaziale, e che il caso rischi di diventare un incidente interplanetario? Per risolverlo bisogna ricorrere al miglior poliziotto della City, Lije Baley, e affidargli come compagno il più bravo poliziotto di Spacetown, R. Daneel Olivaw. Il guaio è che quella "R" significa robot.
Edito da EINAUDI nel 2014 • Pagine: 240 • Compra su Amazon
Alex è un eroe dei nostri tempi: un teppista sempre pronto a tirar fuori il coltello, capo di una banda di duri che ogni sera, sui marciapiedi dei sobborghi, ripete il gioco della violenza: rapine, stupri, scassi, assalti ai negozi, scontri con altre bande. Finché Alex, che si interessa solo a Beethoven, viene tradito dai suoi amici durante una delle tante sue imprese. Le terapie di rieducazione, non meno violente, lo ridurranno a un'arancia meccanica, in balia delle sue antiche vittime, in una girandola di situazioni grottesche e paradossali.
Edito da EINAUDI nel 2014 • Pagine: 431 • Compra su Amazon
Quando l'eroe dell'aviazione Charles A. Lindebergh, rabbioso isolazionista e antisemita, sconfigge Franklin Roosevelt alle elezioni presidenziali del 1940, la paura invade ogni famiglia ebrea americana, soprattutto quella del piccolo Philip, investita dalla violenza del pogrom che si scatena. Roth parte da questo antefatto di fantastoria per raccontare cosa accadde a Newark alla sua famiglia, e a un milione di famiglie come la sua, durante i minacciosi anni Quaranta, quando i cittadini ebrei americani avevano buoni motivi per temere il peggio.
Edito da Ponte alle Grazie nel 2017 • Pagine: 398 • Compra su Amazon
In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno Stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Difred, la donna che appartiene a Fred, ha solo un compito nella neonata Repubblica di Galaad: garantire una discendenza alla élite dominante. Il regime monoteocratico di questa società del futuro, infatti, è fondato sullo sfruttamento delle cosiddette ancelle, le uniche donne che dopo la catastrofe sono ancora in grado di procreare. Ma anche lo Stato più repressivo non riesce a schiacciare i desideri e da questo dipenderà la possibilità e, forse, il successo di una ribellione. Mito, metafora e storia si fondono per sferrare una satira energica contro i regimi totalitari.
Edito da Multiplayer Edizioni nel 2014 • Pagine: 408 • Compra su Amazon
Bangkok: Anno Zero del crack energetico. Anderson Lake è l'uomo di punta della compagnia AgriGen Calorie in Thailandia. In incognito come amministratore di un impianto, Anderson setaccia i mercati di Bangkok alla ricerca di cibi considerati estinti, con la speranza di razziare il bottino delle calorie perdute della storia. Ed è qui che si imbatte in Emiko... Emiko è la Ragazza Meccanica, una creatura strana e meravigliosa. È una Neo Persona, non è umana: è un essere costruito in laboratorio e programmato per servire e appagare gli appetiti di un uomo d'affari di Kyoto, ora abbandonata nelle strade di Bangkok.
Edito da Mondadori nel 2018 • Pagine: 266 • Compra su Amazon
È la fine del terzo millennio, l'umanità vive in uno spazio ipermeccanicizzato e socialmente ipercontrollato, chiuso dalla Muraglia Verde. Gli individui non hanno più un nome, sono alfanumeri. Come D-503, ingegnere al lavoro sul progetto dell'Integrale, la nave spaziale destinata a esportare su altri pianeti il perfetto ordinamento politico dello Stato Unico, dove ogni attività è disciplinata, standardizzata e, soprattutto, visibile a chiunque: tutti gli edifici sono di vetro. È proprio D-503 a raccontare la vicenda della ribelle I-330 e del suo piano per dare inizio a una nuova rivoluzione. Scritto tra il 1919 e il 1921, prontamente censurato (uscito in inglese nel 1924, nel 1952 in russo ma a New York, e solo nel 1988 in URSS), Noi è il capostipite di tutte le distopie del Novecento, antesignano di 1984 di Orwell e del Mondo nuovo di Huxley.
Tra i maggiori esempi di letteratura distopica inglese abbiamo La macchina del tempo di H.G. Wells, Il mondo nuovo di Aldous Huxley e 1984 di George Orwell, autentici classici del genere, come lo è peraltro Fahrenheit 451 dello scrittore americano Ray Bradbury (autore anche delle bellissime Cronache marziane).
Tra i romanzi distopici inglesi e americani più recenti troviamo testi come La svastica sul sole di Philip K. Dick (che rientra peraltro nel campo delle ucronie, ovvero è una storia basata sulla possibilità che la Storia con la S maiuscola abbia seguito un corso differente da quello effettivamente seguito, un sottogenere che può intersecarsi con quello distopico, e anzi a dirla tutta lo fa spesso e volentieri), Il sole nudo e Abissi d’acciaio di Isaac Asimov, Piano Meccanico di Kurt Vonnegut, Arancia meccanica di Anthony Burgess.
Negli anni zero anche Philip Roth si è cimentato con la distopia con Il complotto contro l’America, anch’esso al contempo una distopia e un’ucronia. Non vanno poi dimenticati Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood e La ragazza meccanica dello scrittore americano di origini italiane Paolo Bacigalupi.
La distopia è un genere che di recente è tornato alla ribalta anche nel campo della narrativa per ragazzi. L’esempio più famoso è probabilmente la trilogia di Hunger Games di Suzanne Collins.
Romanzi della letteratura distopica italiana
Anche l’Italia ha una sua tradizione letteraria distopica in età moderna, non ampia come quella inglese ma con alcuni volumi decisamente interessanti. Qui citiamo Elianto di Stefano Benni, la poco nota Storia filosofica dei secoli futuri di Ippolito Nievo, non un’autentica distopia ma un libro che a tratti assume toni senza dubbio distopici, Le meraviglie del duemila di Emilio Salgari, L’uomo è forte di Corrado Alvaro, L’ubicazione di Lhasa di Mario Lunetta e il tetro e bizzarro libro di Volponi intitolato Il pianeta irritabile.
Esistono poi innumerevoli romanzi di fantascienza distopica scritti da autori italiani negli ultimi decenni. A testimonianza della vitalità del genere distopico nel nostro paese è peraltro giunto, nel 2015, il nuovo libro di Ammaniti, Anna, subito schizzato al primo posto nella classifica delle vendite.
Letteratura distopica: l’incipit di 1984 di Orwell
Ecco un incipit distopico: l’inizio di 1984 di George Orwell nell’edizione Mondadori con traduzione di Stefano Manferlotti:
Era una luminosa e fredda giornata d’aprile, e gli orologi battevano tredici colpi. Winston Smith, tentando di evitare le terribili raffiche di vento col mento affondato nel petto, scivolò in fretta dietro le porte di vetro degli Appartamenti Vittoria: non così in fretta, tuttavia, da impedire che una folata di polvere sabbiosa entrasse con lui.
L’ingresso emanava un lezzo di cavolo bollito e di vecchi e logori stoini. A una delle estremità era attaccato un manifesto a colori, troppo grande per poter essere messo all’interno. Vi era raffigurato solo un volto enorme, grande più di un metro, il volto di un uomo di circa quarantacinque anni, con folti baffi neri e lineamenti severi ma belli. Winston si diresse verso le scale. Tentare con l’ascensore, infatti, era inutile. Perfino nei giorni migliori funzionava raramente e al momento, in ossequio alla campagna economica in preparazione della Settimana dell’Odio, durante le ore diurne l’erogazione della corrente elettrica veniva interrotta. L’appartamento era al settimo piano e Winston, che aveva trentanove anni e un’ulcera varicosa alla caviglia destra, procedeva lentamente, fermandosi di tanto in tanto a riprendere fiato. Su ogni pianerottolo, di fronte al pozzo dell’ascensore, il manifesto con quel volto enorme guardava dalla parete. Era uno di quei ritratti fatti in modo che, quando vi muovete, gli occhi vi seguono. IL GRANDE FRATELLO VI GUARDA, diceva la scritta in basso.
All’interno dell’appartamento una voce pastosa leggeva un elenco di cifre che avevano qualcosa a che fare con la produzione di ghisa grezza. La voce proveniva da una placca di metallo oblunga, simile a uno specchio oscurato, incastrata nella parete di destra. Winston girò un interruttore e la voce si abbassò notevolmente, anche se le parole si potevano ancora distinguere. Il volume dell’apparecchio (si chiamava teleschermo) poteva essere abbassato, ma non vi era modo di spegnerlo. Winston si avvicinò alla finestra: era una figura minuscola, fragile, la magrezza del corpo appena accentuata dalla tuta azzurra che costituiva l’uniforme del Partito. Aveva i capelli biondi, il colorito del volto naturalmente sanguigno, la pelle resa ruvida dal sapone grezzo, dalle lamette smussate e dal freddo dell’inverno appena trascorso.
Fuori il mondo appariva freddo, perfino attraverso i vetri chiusi della finestra. Giù in strada piccoli mulinelli di vento facevano roteare spirali di polvere e di carta straccia e, sebbene splendesse il sole e il cielo fosse di un azzurro vivo, sembrava che non vi fosse colore nelle cose, se si eccettuavano i manifesti incollati per ogni dove. Il volto dai baffi neri guardava fisso da ogni cantone. Ve ne era uno proprio sulla facciata della casa di fronte. IL GRANDE FRATELLO VI GUARDA, diceva la scritta, mentre gli occhi scuri guardavano in fondo a quelli di Winston.
Per migliorare questo articolo chiediamo aiuto ai tanti appassionati di romanzi distopici là fuori: lasciate un commento per dirci cosa ne pensate dei libri che abbiamo selezionato e per segnalarcene di altri! I testi distopici sono moltissimi ma va detto che molti di questi non godono di molta luce. Aiutateci a illuminarli.
Impossibile dimenticare ELIANTO di Stefano Benni (Feltrinelli, 1996); inoltre anch’io mi sono cimentato in questo genere con PELICULA (Ute Libri, 2014).
Fa piacere vedere interesse per i romanzi distopici quando in realtà se ne parla davvero poco. Complimenti!
Negli elenchi di libri Dispotici ne manca sempre uno, che invece dovrebbe sempre essere presente: mi riferisco a NOI, di Evgenij Zamjatin, pubblicato in Italia da Feltrinelli. Romanzo del 1921, anticipa 1948 e Mondo Nuovo. Uno Stato Unico ha stabilito un sistema «matematicamente perfetto», dove i pochi superstiti in case di vetro, in cui manca ogni intimità; provati del proprio nome, sostituito da una sigla alfa-numerica, il sistema stabilisce e impone i compiti di ognuno. Come in 1948 il modello è la dittatura Sovietica, che Zamjatin sperimentò di persona, costretto all’esilio a Parigi fino alla morte.
Io aggiungo “Dissipatio H.G.” e cioè humani generis. Un libro favoloso di Guido Morselli. (1912-1973)
Un crescendo allucinante, un climax apocalittico che investe il lettore di un’ansia crescente. Molto metaforico.
E poi, la sola scena finale de’ “la coscienza di Zeno” di Italo Svevo, in cui si ipotizza (o preconizza?) uno scenario distopico e per l’epoca fantascientifico.
Ma, a volte penso, forse neanche troppo impossibile; soprattutto visti gli ultimi sviluppi storici…