Ecco la trama de L’amante giapponese di Isabel Allende, che torna in libreria a ottobre 2015 con questo nuovo romanzo edito da Feltrinelli nella collana I narratori.
La trama de L’amante giapponese di Isabel Allende verte su una storia d’amore che spazia nel tempo e in vari paesi del mondo. Alma Belasco è un’ultraottantenne che sceglie di vivere i suoi ultimi anni nella casa per anziani Lark House, vicino San Francisco. Tra i tanti, curiosi anziani presenti nella casa di riposo Alma stringe amicizia, in particolare, con l’infermiera Irina, che conquisterà il cuore del nipote di Alma, Seth. Irina e Seth saranno gli ascoltatori della grande storia d’amore di Irina.
L’uomo che Irina amava era il figlio di un giardiniere, un ragazzo giapponese di nome Ichi. La storia d’amore raccontata da Alma ripercorre l’infanzia con Ichi e poi l’irrompere nelle loro vite della Seconda Guerra Mondiale. La trama del nuovo romanzo di Isabel Allende si snoderà allora tra la realtà dei campi di prigionia per giapponesi alla difficoltà di un amore nato al momento sbagliato, o forse, in un momento sbagliato in sé, non solo per i due protagonisti. Tra grandi difficoltà, tuttavia, la storia d’amore tra Alma e Ichi continuerà.
Il nuovo romanzo di Isabel Allende è lungo 320 pagine, qui potete trovare la la scheda completa del libro su Amazon con la descrizione ufficiale e le prime recensioni a L’amante giapponese rilasciate dagli utenti. Il libro della Allende in ePub sarà disponibile sempre a partire dal 15 ottobre (il costo dell’ebook è di 9,99 euro).
Citazioni L’amante giapponese di Isabel Allende: un estratto dal libro
Dopo la trama de L’amante giapponese ecco un’ampia citazione dal testo (capitolo Lark House), tradotto per Feltrinelli da Elena Liverani.
Irina Bazili iniziò a lavorare a Lark House, alla periferia di Berkeley, nel 2010, a ventitré anni compiuti e con poche illusioni, perché passava da un impiego all’altro, cambiando di continuo città, da quando ne aveva quindici. Non poteva immaginare che in quella residenza per la terza età avrebbe trovato una nicchia perfetta e che nei tre anni successivi sarebbe tornata a essere felice come durante l’infanzia, quando ancora il destino non le si era scompigliato. Lark House, fondata a metà del Novecento per ospitare dignitosamente anziani non abbienti, aveva attratto fin dall’inizio, per ragioni sconosciute, intellettuali progressisti, alternativi convinti e artisti di scarso successo. Con il tempo, per diversi aspetti cambiò, pur continuando a riscuotere rette proporzionate al reddito di ogni residente allo scopo di favorire, in teoria, una qualche diversità economica e razziale. In pratica, erano tutti bianchi appartenenti alla classe media e la diversità si manifestava in sottili differenze tra liberi pensatori, persone in cerca di un cammino spirituale, attivisti socialisti ed ecologisti, nichilisti e qualcuno dei pochi hippie rimasti nell’area della Baia di San Francisco.
Nel corso del primo colloquio, il direttore di quella comunità, Hans Voigt, fece capire a Irina che era troppo giovane per un ruolo di così grande responsabilità; tuttavia, siccome dovevano coprire con urgenza quel posto rimasto vacante, lei poteva fungere da tappabuchi mentre cercavano la persona giusta.
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